
“La paura del mostro”, M. Ramos, Babalibri 2016
Poi all’improvviso, sul bordo del letto, appare un mostro terribile: una bambina con i codini biondi che gli fa le boccacce e un milione di altri dispetti. Il mostro/bambina perseguita Taddeo nella stanza lasciandolo in pace solo quando, ormai sfinito, crolla in un sonno profondo. Il mattino dopo, le paure di Taddeo sono scomparse e lui si sente davvero coraggioso.
Basta una veloce occhiata alla copertina del libro, senza aver letto il nome dell’autore, per riconoscerne il tratto. E’ il caso di Mario Ramos, autore belga di numerose storie illustrate per bambini.
Scomparso prematuramente nel 2012, i suoi racconti continuano a riscuotere un notevole successo fra i piccoli lettori, anche quando gli adulti storcono il naso davanti alla sua esuberanza narrativa e alle espressioni, talvolta grottesche, dei personaggi.
Eppure i bambini si divertono con Mario Ramos. Le sue storie arrivano dritte nell’intimo dei loro pensieri, rivelando le emozioni tipiche dell’infanzia, con quel pizzico di umorismo che offre un’esperienza narrativa buffa e surreale.
La paura del mostro è un racconto dedicato all’addormentamento della sera, un momento delicato per molti bambini. Dopo aver salutato mamma e papà, si resta soli, nel buio della cameretta, a fare i conti con il potere dell’immaginazione e con l’emergere delle paure.
La storia gioca sullo scambio dei ruoli, parzialmente svelata nelle parole del titolo messe in contrasto con l’immagine del piccolo mostro che, impaurito, si nasconde sotto le coperte.
Nelle prime pagine del racconto i piccoli fanno la conoscenza di Taddeo, il presunto mostro verde. Scoprono che in realtà questo è un bambino come loro. Così osservano l’adorabile Taddeo mentre è occupato nei rituali che precedono l’andare a dormire.
Un attimo di suspense, i rumori sotto al letto ed ecco spuntare l’atteso “mostro”, che poi si rivela essere… una bambina!
Durante la lettura ad alta voce mi giro verso i bambini e colgo lo stupore che trapela dalle loro espressioni. Chi è il mostro? Il docile Taddeo o la dispettosa bambina bionda?
La trama del racconto, basata sull’inversione delle parti, offre la possibilità di immedesimarsi nell’altro, nel racconto così come nella vita vera. Questo particolare intreccio rivela l’interesse di Ramos verso la proposta di una lettura multilivello: “l’albo per bambini parla anche agli adulti. (…) Un bambino comprende sempre di più di quello che pensiamo”.
Il piccolo Taddeo alla fine riesce a domare le sue paure. Un felice epilogo che pone l’attenzione sul controllo emotivo, esperienza fondamentale dell’età evolutiva.
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