Una gita fuori porta per uscire dallo stress di tutti i giorni e ri-connettersi con la natura. Seguitemi in questo articolo, vi porterò tra le montagne sopra Bergamo, in un B&B all’insegna del relax e, infine, trekking tra i monti.

Il bisogno di staccare la spina

Se mi chiedessi di spiegarti la natura in una parola, ti direi, guardala. Ebbene, troveresti il bisogno di tornare a farne parte, di scoprirla nelle tante forme in cui si manifesta e di ascoltarla per percepirne i ritmi. Sarebbe come un sogno il cui risveglio ti riporterebbe nuovamente lontano da lei. “Devi rispettare le regole se vuoi stare qui. Sei tenuta a obbedire ai regolamenti”. Trovo sempre più difficile riuscire a non tradire me stessa, a disobbedire a quello che reputo essere il mio centro. Sono forse incapace di adattarmi? Aumenta quel bisogno di fuggire dai luoghi in cui metto in discussione ogni certezza. E chissà poi qual è il vero senso del nostro esistere.

“Per sicurezza dubito di tutto.”

Cartesio

Proviamo allora ad andare via da regole e regolamenti, fosse solo l’occasione di un fine settimana. “Partiamo”, ti chiedo. Ambisco ai monti sopra Bergamo. Su Google Maps faccio zoom verso le Alpi Orobie, nel punto in cui riposano i laghi gemelli, ora hanno un unico corpo ma un tempo erano divisi in due. Non ho alcuna idea di quanto sia arduo il percorso per arrivare fin lì e se sia praticabile da me che altro non ho che un paio di scarpe economiche per il trekking. “Ma voglio andarci”, propongo a Michi che, come solo lui sa fare, mi dice ok.

Booking.com

laghi gemelli

Romantiche Orobie, B&B per rilassarsi nella natura

Senza i bambini con noi è più semplice scovare una sistemazione dell’ultimo minuto e andare in avanscoperta nei posti sconosciuti. Cercando ancora su google, ecco un luogo che cattura la mia attenzione. Un bed & breakfast ai piedi delle Orobie, specializzato nei soggiorni di coppia. Romantiche Orobie è stato una piacevole scoperta. Si trova a Baresi, frazione di Roncobello (BG), a due passi dal Mulino FAI di Baresi.

Mulino di Baresi (F.A.I.)

Si tratta di un piccolo edificio seicentesco costruito da un corpo principale, al cui interno si trovano un mulino per farine e un torchio per noci, e da un piccolo locale adibito a caseificio.
Lungo la strada che porta al mulino si vedono anche altri edifici legati alle attività proprie dell’ Alta Valle: la segheria di Giuste e il mulino del Carlo Gras.
(Fonte: Roncobello turismo).

L’accogliente B&B è gestito da Romeo e Barbara, una coppia ben assortita: lui è un cuoco del posto e abile falegname, lei invece è una milanese fuggita tra i monti, per amore. Superato il periodo di lockdown del 2020, hanno investito su questa originale proposta turistica, un soggiorno ideale per coppie che cercano un momento di pace e tranquillità, lontani dallo stress del lavoro e dai frenetici ritmi moderni. Un angolo di serenità immerso nella natura con il panorama mozzafiato delle Prealpi Orobie“, come si legge dalla home del loro sito.

Sabato, nel primo pomeriggio, io e Michi arriviamo a Roncobello e raggiungiamo la struttura di Romantiche Orobie. Barbara ci accoglie e ci accompagna in una stanza che profuma di legno e di montagna. La RomanticSpa (una sauna finlandese in larice, tinozza con stufa a legna e aperitivo con prodotti locali) è prenotata per le 21. Nel tempo che resta prima del tramonto decidiamo di fare una passeggiata lungo il bosco che si estende dietro le abitazioni.

Ho, nella borsa, un libro che avevo acquistato qualche giorno prima, per i miei figli. Descrive lo Shinrin-Yoku, il bagno di bosco, e la silvoterapia. Si tratta di un modo per connettersi alla natura, nato in Giappone intorno al 1980, che segue quel bisogno di rilassarsi concomitante alla necessità di allontanarsi dalla vita frenetica. Prima dello Shinrin-Yoku erano già praticati lo Kaisui-Yoku (bagno di mare) e il Nikkou-Yoku (bagno di sole).

I medici giapponesi, testando i bagni di bosco a partire dalla loro invenzione sui pazienti troppo stressati, hanno potuto constatare l’effetto della natura sull’organismo. Ora sono convinti che la foresta apporti un reale benessere. Così, in Giappone, i bagni di bosco sono considerati una vera e propria medicina, preventiva e dolce. (Tratto da Shinrin-Yoku per Bambini, come immergersi nella natura anche a casa! Manuale di silvoterapia, Isabelle Collioud & Caroline Modeste, Macro Junior 2021).

Tenendo a mente i consigli letti sul libro dello Shinrin-Yoku per bambini, provo a dimenticare il tempo e l’ora con la voglia di ricevere quel benessere dispensato dall’immergersi nel cuore del bosco. Cammino dietro al passo svelto di Michi e respiro l’aria che passa tra gli alberi, ascolto i rumori tra le foglie e osservo ciò che la natura continua a far crescere indisturbata. E se ancora oggi le persone vivono con la paura di abbracciarsi, beh, almeno gli alberi non protesteranno di certo.

Rientriamo. Si sta facendo buio. La serata ci attende con l’atmosfera svedese e i gustosi prodotti di montagna. Una ricarica di energia e sapori prima di avviarci per il trekking in quota stabilito per il giorno dopo.

Colazione, check-out e si riparte. Il gasolio scarseggia ma decidiamo comunque di salire verso i monti piuttosto che scendere in qualche paese vicino pere far rifornimento (la saggezza non è mai stata il nostro punto di forza). Chiediamo informazioni a un tizio che ha l’aria di essere esperto del luogo. Parcheggiamo al tornante 9, dove imbocchiamo, a piedi, un sentiero di montagna.

Trekking verso il lago Branchino

Il percorso è piuttosto scosceso, stretto e pieno di foglie bagnate che lo rendono scivoloso. Voglio evitare di cadere, così recupero una bacchetta per il trekking a km 0, modello Gandalf il Grigio. La strada che abbiamo imboccato è una di quelle che portano al Lago Branchino e all’omonimo rifugio.

Da Roncobello (1.007 m) si continua lungo la strada carrozzabile, si superano le frazioni di Costa Superiore e Capo Valle e ci si inoltra nel bellissimo bosco di abeti che è una delle caratteristiche principali della Valle di Roncobello. Quando si raggiunge la testata della Valle (località Faggio) la strada compie alcune curve: ad una di queste (segnavia con l’indicazione: Passo Branchino) si lascia la macchina (quota 1.400 m circa) e si percorre uno stretto sentiero che scende al torrente, lo supera su un ponte di legno e si innalza lungo il pendio opposto. Con regolare salita nel bosco il sentiero conduce ad incontrare la mulattiera che proviene dalle Baite di Mezzeno, proprio sotto il verticale spigolo del Corno del Branchino. Con percorso lievemente in salita la mulattiera oltrepassa un canale e si porta sul piano dove sorgono i ruderi della Baita Branchino (1.687 m); con un giro a mezza costa si innalza ancora in vista della parete nord/ovest della Corna Piana e girando verso est raggiunge il Passo Branchino (1.821 m). Dal Passo Branchino si scende in direzione del sottostante Laghetto (Lago Branchino, 1.784 m).

Fonte: Trekking Orobie

Dopo un’ora e mezza di camminata, sento i muscoli delle gambe imprecare la pausa. La pancia inizia a brontolare e noi abbiamo solo una mela nello zaino e una borraccia d’acqua. L’ultimo pezzo di marcia, poi incredibilmente, dietro la valle, scorgiamo lo spettacolare Lago Branchino. Capiamo quanto ne sia valsa la pena, anche così, anche improvvisandoci camminatori. Superato il lago leggo le indicazioni del rifugio. Ora ci sembra di aver raggiunto il paradiso! Finalmente ci sediamo e ordiniamo i piatti tipici della cucina del territorio.

Con la fame interrotta, ripartiamo per fare ritorno al tornante 9. Anche in questo caso è meglio anticipare il tramonto. Per il rientro prendiamo una strada diversa, seguendo l’indicazione che porta alle baite di Mezzeno, evitando quindi il sentiero scivoloso già percorso all’andata. Lungo la strada, troviamo il “Punto di osservazione delle farfalle” del Parco delle Orobie Bergamasche. I Laghi Gemelli, mi sa, dovranno attendere un prossimo giro in montagna. Ma il Lago Branchino è stato comunque, a dir poco, stupefacente!

Booking.com