In vacanza in Liguria ecco i posti da non perdere. Il racconto della gita alle Grotte di Toirano con i miei figli. Un posto magico e senza tempo. La prima volta che ci sono stata avevo sei anni ed ero in gita con la classe. Se volete portare i bambini, leggete un po’ qui…
Dopo 32 anni il mio ritorno a Toirano e alle famose grotte. Ritrovare il salotto delle streghe
In Liguria, riviera di Ponente, c’è un luogo magico da scoprire con i bambini. Visitare le Grotte di Toirano, a poca strada dalle spiagge più note, è come percorrere una passeggiata lungo il tempo e tornare verso l’epoca preistorica. Dopo le recenti chiusure che hanno coinvolto i luoghi del turismo, eccole nuovamente riaperte al pubblico.
Ho un legame sentimentale con le Grotte di Toirano, essendo state mèta della mia prima gita scolastica. Avevo sei anni ed ero in prima elementare. Ho dimenticato tante cose dell’infanzia ma conservo, di quel giorno, ancora vivido il ricordo del viaggio in autobus da Torino, della mano decisa della maestra, arrivata quando stavo per scivolare, e di un luogo che avevo sentito nominare dalla guida come “il salotto delle streghe”.
Proprio così. Ricordo perfettamente quella zona della caverna e di come la mia mente di bambina cercasse di capire dove si nascondessero le streghe. Vedevo solo rocce che sbucavano da ogni parte! Un particolare che mi è rimasto impresso al punto che, quando ho portato Claudio e Fabio a visitarle nel 2019 (a distanza di ben 32 anni da quella prima gita) non ho potuto evitare di gasarli con la notizia: «Lo sapete che dove andiamo c’è un posto chiamato il “salotto delle streghe”?»

Arrivare a Toirano
Quindi, giovedì 18 luglio 2019, io e i miei figli siamo saliti in macchina per iniziare l’attesa gita. Imbocco l’A10, esco a Borghetto Santo Spirito, proseguo sulla provinciale per Toirano, mi perdo in una stradina montana ripidamente in salita, nascondo il panico ai bambini, ridiscendo di qualche chilometro pregando i santi e, finalmente, arriviamo. Il panorama è mozzafiato. Per smorzare l’attesa, Claudio e Fabio iniziano ad arrampicarsi sulle rocce che trovano vicino alla struttura turistica. Accanto alla biglietteria c’è il bar, il negozio di souvenir e il museo etnografico (visitabile con lo stesso biglietto d’ingresso alle grotte).
Dopo aver concluso in biglietteria attendiamo che si formi il gruppo di turisti assegnato alla nostra guida. Quindi saliamo fino all’ingresso della grotta. L’entrata è stucchevole: il buio, il fresco e la forte umidità. Percepivo lo sguardo stupito dei bambini davanti a quel luogo insolito. Mi sono anche data una meritata pacca sulla spalla per aver azzeccato l’equipaggiamento. Assolutamente indispensabili sono le scarpe chiuse, da trekking o con gomma antiscivolo, no sandali, no infradito, né tantomeno (si sa mai) tacchi, dal momento che in molti punti le rocce sono bagnate; serve una felpa o un maglioncino (volendo un k-way) perché fa freschino (la guida vi informerà che la temperatura all’interno delle grotte è di 16° con un’umidità al 98%); poche cose nello zainetto per poter camminare leggeri.



Un trekking nella preistoria
“Grotte” è al plurale perché si tratta di un insieme di quattro cavità principali: Grotta della Bàsura, Grotta del Colombo, Grotta Santa Lucia Inferiore e Superiore. La grotta di Bàsura (o della strega) è collegata attraverso un tunnel artificiale alla grotta di Santa Lucia Inferiore. Il percorso guidato è lungo 1 km e 300 mt e dura 70 minuti. Ad oggi, per visitare le grotte, è necessaria la prenotazione allo 0182-98062 ma, ad ogni modo, anche prima del periodo covid potevano esserci momenti di attesa tra l’ingresso di un gruppo e l’altro. L’accesso è consentito a un numero massimo di turisti per volta.
Il percorso è organizzato in maniera impeccabile, si cammina lungo corridoi e passerelle dotati di corrimano utili a tenersi durante il trekking. Questi passaggi proseguono accanto ai luoghi di interesse e ai ritrovamenti archeologici. :
- sorprendenti racconti storici sulle specie animali e sugli uomini preistorici che hanno lasciato traccia del loro passaggio;
- numerosi aneddoti riferiti agli studi dei reperti, alle scoperte antropologiche e naturalistiche;
- le informazioni sul clima e sulla geologia delle grotte (composizione delle rocce e formazioni calcaree avvenute nel corso dei millenni) e sugli attuali eventi e attività locali.
Non dirò altro per non rovinarvi l’incanto della visita. La gita alle Grotte di Toirano è adatta ai bambini dai 6 anni in su o più piccoli di questa età (preferibilmente non sotto ai 4 anni) se sono abituati a scarpinare. Valutate la possibilità di portarli dopo aver considerato il fatto che si cammina per più di un’ora in un luogo umido, buio e chiuso e che si procede lungo passerelle che sono, in alcuni punti, strette e scivolose.





Fabio, il più piccolo dei due fratelli, ai tempi della gita aveva 4 anni. Dopo pochi metri di percorso gli domando: «Allora, ti piacciono le grotte?». Mi guarda perplesso, poi indica l’immensa quantità e varietà di stalattiti e stalagmiti del paesaggio e risponde: «Sì ma mamma, chi è che ha fatto tutto questo casino?». La sua domanda ci ha fatto ridere per giorni e giorni. C’è una risposta ed è davvero semplice: è stata l’acqua.
Verso l’uscita, nella parte terminale della grotta Santa Lucia, scopriamo una zona, chiamata il Tanone, utilizzata come rifugio durante la guerra e oggi divenuta luogo di attività culturali, concerti estivi e laboratori didattici promossi dall’Associazione Varatella Lab. Inoltre, dal 2013, è anche cantina per l’invecchiamento di vini e spumanti.
Rieccoci fuori, alla luce e all’aria aperta. Questa volta chiedo a Claudio, il più grande, ai tempi quasi 7enne: «Allora, ti sono piaciute le grotte?», la sua risposta: «Sì ma mamma, dov’erano le streghe?». Ecco, ci risiamo.
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