Ah, Venezia! Non è difficile comprendere come abbia fatto a diventare una delle mete principali dei turisti che visitano l’Italia. Una città unica nel suo genere, ricca di storia e piena di acqua. Per questo, assetati di viaggi, l’abbiamo scelta come gita per lo scorso ponte del due giugno.
Quando il mio compagno ha saputo che non c’ero mai stata, ha provato a propormi un breve viaggio romantico tra le gondole. Ho ben pensato di seguire la parte masochista che è in me, quindi gli ho contro proposto una gita con i bambini. Se questo accade è per colpa di quella poesia di Rodari che raccontava di un ragazzino che si trovò, per la prima volta, davanti al mare. Dal momento in cui l’ho letta, tanti anni fa, fatico a non desiderare di vivere lo stesso incanto negli occhi dei miei figli che vedono un luogo nuovo. Ecco spiegata la mia tendenza suicida che mi spinge a volerli portare il più possibile con me, nei miei viaggi.
Conosco un bambino così povero
che non ha mai veduto il mare:
a Ferragosto lo vado a prendere
in treno a Ostia lo voglio portare.
«Ecco, guarda» gli dirò
«questo è il mare, pigliane un po’!».
Col suo secchiello, fra tanta gente,
potrà rubarne poco o niente:
ma con gli occhi che sbarrerà il mare intero si prenderà.Un bambino al mare, Gianni Rodari

Dunque ora siamo in cinque
É proprio una fortuna che i nostri figli si trovino così bene insieme… Vanno d’accordo anche nel litigare, lo fanno una coppia alla volta. Si bisticcia prima con uno, poi con l’altra, poi si mettono gli altri due e via dicendo. Insomma si alternano in un susseguirsi di quiete e tempesta, che si traduce in un costante disequilibrio di tranquillità e ansia provato da noi adulti. Sull’andare in giro come una famiglia allargata e sulle tante preoccupazioni che ruotano intorno ai diversi ruoli ricreati, c’è una cosa che devo ammettere. I bambini si sono dimostrati decisamente più originali di noi grandi nel trovare soluzioni. Ad esempio, non potendo dire: «chiediamo a mamma e papà» o «andiamo da mamma e papà» hanno adottato il termine “genitori”… Ci hanno catalogati, insomma! Nella loro condizione dire «Dai, andiamo dai genitori» funziona decisamente meglio.
Del fatto di andare a Venezia erano tutti e tre molto felici. Fino al giorno della partenza hanno perseguitato le loro maestre per informarle: «Sai che vado a Venezia?»
Siamo partiti quindi la domenica mattina dalla stazione di Brescia. Abbiamo viaggiato con il treno regionale (un cambio a Verona, per poi arrivare alla stazione Venezia Santa Lucia), semplicemente perché rispetto al Frecciarossa si risparmia parecchio (ogni biglietto costa circa un terzo). Il primo impatto con la città, appena fuori dalla stazione, è sbalorditivamente surreale: c’è quel grande canale, il Canal Grande appunto, che scorre davanti a noi in una posizione dove si è generalmente abituati ad avere strade trafficate. I bambini sgranano gli occhi, colpiti dal brulichio di gente e di imbarcazioni che sembra non avere mai sosta. Venezia appare loro come la città delle fate.

Primo itinerario: stazione → appartamento
Regola n. 1 – Per orientarsi a Venezia non cercare vie e piazze ma piuttosto calle, rughe, ponti e campi.
Soggiornando una notte a Venezia abbiamo optato per la casa privata anziché l’albergo. I bambini hanno 5, 6 e 8 anni. Avere a disposizione una cucina dove preparare la cena e la colazione ci permette di non spendere troppo e di evitare di dare ai bambini cibi eccessivamente conditi o poco adatti. Nel centro della città si trovano un po’ ovunque piccoli supermercati o minimarket. Avendo solo due giorni a disposizione avevamo bisogno di una casa in centro, così da poterci spostare a piedi verso i luoghi principali. Attraverso Booking abbiamo trovato un appartamento con due camere, proprio a due passi dal ponte di Rialto, all’indirizzo San Polo 699 (Ca’ Veronese Apartment). Perfetto per le nostre esigenze, arredato in modo confortevole ed essenziale (senza cianfrusaglie e soprammobili) e allestito con il necessario per un soggiorno breve o anche di più giorni. Gli edifici del centro sono molto antichi, portano il segno dell’umidita e del costante lavoro di restauro. Anche questo fa parte del fascino di una città costruita sopra la laguna. Al suo interno l’appartamento era completamente ristrutturato e molto pulito.

Una matrimoniale + una seconda camera con tre letti singoli
Secondo itinerario: appartamento → pranzo
Regola n. 2 – Per un pranzo veloce ed economico optare per un bar-rosticceria.
Mollati i bagagli siamo scesi per pranzare. Si sente davvero tanto parlare di Venezia per quanto sia cara verso i turisti, quindi mi ero fatta l’idea che fosse una città accessibile solo a certe fasce di reddito. Certo non ambivo a bere champagne in piazza San Marco (che ho scoperto essere l’unica piazza della città che non viene chiamata “campo” come le altre) ma semplicemente trovare qualche posto dove mangiare senza spendere un patrimonio. Ci sono invece molte soluzioni per consumare anche un pasto veloce. Così siamo arrivati davanti a un bar-rosticceria che preparava panini e polpette.

Terzo itinerario: appartamento → andare a zonzo
Regola n. 3 – Se il soggiorno è breve, scegliere alcuni punti principali della città e poi perdersi per girovagare tra ponti e vicoli.
Dopo aver pranzato, siamo tornati verso il ponte di Rialto. Le vetrine dei souvenir sono di una bellezza d’altri tempi ed è davvero difficile non cadere in tentazione. Giunti al ponte siamo arrivati a una fermata del vaporetto, il trasporto pubblico per spostarsi in città. Ne abbiamo preso uno a caso. Non è un’imbarcazione per turisti, segue il concetto di un pullman di linea, solo che viaggia sull’acqua. Durante il tragitto non si vede molto del panorama e non è scontato trovare posto vicino ai finestrini. Il BIGLIETTO NAVIGAZIONE dura 75 minuti e costa 7,50 € (gratuito sotto i sei anni). Quindi abbiamo sfruttato tutta la corsa, uscendo dal Canal Grande per arrivare alla striscia di terra che chiude la laguna (Lido di Venezia, la parte delle spiagge che ci siamo promessi di tornare presto a visitare). Prima di arrivare al capolinea, i bambini, sfruttando la loro vista da falco, hanno adocchiato una lunga zona verde con parco giochi. Così siamo tornati indietro di una fermata per sbarcare al Parco delle Rimembranze. Abbiamo scoperto un’area molto rilassante, poco citata sugli itinerari, racchiusa tra il verde della natura e il blu del mare.




Mentre i bambini si divertivano a saltellare da un gioco all’altro noi ci chiedevamo se, per finire in un parco giochi, era necessario fare tanta strada. Ma quando ci siamo riavviati verso il centro di Venezia, direzione piazza San Marco, abbiamo capito quanto valesse la pena ripercorrere la città partendo proprio da quel punto. Passeggiando per Viale Giardini Pubblici, si possono vedere i Giardini della Biennale, la Biennale di Venezia, il Monumento alla Partigiana Veneta, la Riva degli Schiavoni, il Palazzo Ducale e arrivare infine (ai bambini abbiamo chiesto una grande prova di resistenza alla camminata) alla Basilica di San Marco e alla famosa piazza, talmente immensa da rendere impossibile il non cedere alla corsa libera e senza meta.



Itinerario del secondo giorno: Pique-nique al parco → ritorno alla piazza San Marco → perdersi tra ponti e piazze
Regola n. 4 – Non chiedersi mai dove vanno a finire gli scarichi domestici.
Il secondo giorno capitava di lunedì. Essendo un giorno feriale l’aria in città era un po’ diversa. Siamo usciti presto dalla casa e abbiamo potuto vedere la Venezia che si sveglia ed è già all’opera. Imbarcazioni che partono con carichi di merci, cantieri edili in attività e negozi che si riempiono. I gondolieri propongono giri ai turisti rimasti e fanno offerte al ribasso. Se il mio compagno non avesse avuto tanta cura nel spiegarmi nel dettaglio come funziona la rete fognaria di Venezia, avrei accettato volentieri lo sconto famiglia con prezzo finale a 50 € proposto da uno di loro.

I bambini intanto procedevano il loro cammino ripetendo senza sosta; «Vogliamo andare al parco! Vogliamo andare al parco!». Così siamo ritornati lì, per consumare un pranzo al sacco all’ombra delle piante. Nel pomeriggio abbiamo rifatto tappa nella piazza mozzafiato e girovagato per le calle veneziane seguendo di piazza in piazza (anzi, di campo in campo) l’itinerario che riporta alla stazione ferroviaria. Si riparte con una gran voglia di ritornare presto.
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