Mia figlia di 2 anni e 3 mesi ha la tendenza a dormire poco (massimo 7-8 ore a notte). A volte salta anche il riposino pomeridiano che comunque dura al massimo 1 ora. Durante la giornata, inoltre, si dimostra sempre attiva e mai stanca. Anche se passa tantissimo tempo a giocare all'aria aperta, a correre o svolge altre attività fisiche, la sera non si addormenta mai prima delle 22.30-23. L'unica cosa che noto è che spesso è nervosa e ha reazioni scontrose quando non può fare ciò che vuole. Come possiamo farle prendere una routine del sonno migliore, in modo che riposi di più e che sia meno nervosa durante il giorno?
Le tue domande riguardano il QUANTO, il QUANDO e il COME dovrebbe riposare un/a bambino/a di età inferiore ai tre anni. Vediamoli uno alla volta.
Quanto è necessario dormire?
Le raccomandazioni dei pediatri indicano che un/a bambino/a di 2-3 anni dovrebbe dormire tra le 11 e le 14 ore nell’arco della giornata. Nei primi anni di vita il riposo occupa buona parte del tempo e rappresenta un momento fondamentale a sostegno della crescita e del benessere psico-fisico.
La “quantità” stimata può subire lievi variazioni da bambino a bambino a seconda del temperamento, del periodo di sviluppo in cui si trova e dalla competenza di autoregolazione del ritmo sonno-veglia. Su quest’ultimo punto siamo ormai d’accordo che, in presenza di un ambiente favorevole e di una regolarità di momenti dedicati al sonno, possiamo fidarci dei segnali provenienti dallo stesso bambino. Ad esempio, in merito al sonnellino pomeridiano, se capita che il piccolo si sveglia da solo e appare attivo e riposato, non è necessario rimetterlo a letto e obbligarlo a riaddormentarsi.
Ad ogni modo 7-8 ore notturne più 1 ora diurna (non costante) di sonno potrebbero non essere sufficienti a garantire un adeguato riposo. Tua figlia, come descrivi, è una bambina attiva e dinamica, propensa al movimento e al gioco all’aria aperta. Proprio per questo ha bisogno di rigenerare il dispendio di energia tramite le ore di sonno.
Il comportamento scontroso potrebbe essere sintomo di stanchezza oppure potrebbe semplicemente essere legato allo sviluppo emotivo e caratteriale tipico dei due anni. Proprio in questo periodo emergono infatti sentimenti di opposizione attraverso i quali i bambini iniziano ad affermare la propria individualità. Quando il bambino è particolarmente stanco ma pone comunque resistenza ad andare a dormire, in genere inizia a giocare in maniera confusa, come se dovesse esaurire in un attimo l’energia che gli è rimasta in corpo.
Quando e come è necessario dormire?
Prova ad anticipare la messa a letto in modo che la bimba possa dormire almeno 10-11 ore per notte.
Non preoccuparti se nei prossimi mesi avrà sempre meno necessità di dormire il pomeriggio: molti bambini perdono l’abitudine del riposo diurno già verso i 3 anni o quando il loro sonno dura per l’intera notte. Mantieni l’abitudine del sonnellino pomeridiano finché riesci ma non insistere con lunghi tentativi di addormentamento.
Piuttosto anticipa l’orario dello stesso in modo che non influisca negativamente sull’addormentamento della sera. Quando tua figlia salta il riposino è probabile che sia particolarmente coinvolta dal mondo esterno. Capita infatti a molti bambini di addormentarsi più facilmente nei posti dove non trovano nulla di interessante da fare, come ad esempio sul seggiolone dell’auto.
Per agevolare l’addormentamento trova un luogo della casa rilassante e poco illuminato. Un ambiente calmo e la possibilità di svolgere alcune attività tranquille (come ascoltare un libro, osservare foto e cartoline, cantare una canzoncina, giocare a spalmarsi la crema…) rassicura il passaggio dalla veglia al sonno. La ripetizione quotidiana di queste azioni diventa il rituale attraverso il quale i bambini riconoscono e accettano che è arrivato il momento della nanna e, a poco a poco, porranno sempre meno resistenza.

La resistenza all’abbandonarsi al sonno si presenta anche quando il bambino mostra chiari segni di stanchezza: non intende perdere il contatto con il mondo, come se non si fidasse che le cose (e le persone) restino lì ad aspettarlo al suo risveglio!
Il sentimento relativo alla fiducia merita una particolare riflessione. Per prendere sonno con facilità il bambino ha quindi bisogno di potersi fidare dell’adulto che si occupa di lui.
Tale fiducia inizia a costruirsi a partire dalla nascita, attraverso il contatto pelle a pelle e quello visivo: tenergli la mano, accarezzarlo/a delicatamente, appoggiare la propria mano sulla sua spalla, cantargli/le una ninna nanna, osservarlo/a negli occhi, inserire un’abitudine ricorrente (routine), sono azioni che favoriscono la rassicurazione e il contenimento emotivo.
Per concludere, è importante comunicare alla piccola ciò che ti aspetti da lei, ad esempio: “Leggiamo una storia insieme e poi fai la nanna”, “Ora ci prepariamo per andare a dormire”, “Dopo che hai messo il pigiama ci mettiamo a letto” e via dicendo. Oltre a questo occorre molta costanza e una buona dose di pazienza, i risultati si raccolgono nel tempo.