Sono mamma di un vispo bimbetto di quasi 4 mesi. In quest'ultima settimana ha cominciato ad avvicinare le poppate, facendo pause di 2 ore giorno e notte. Questa cosa mi ha sorpresa, soprattutto perché nell'ultimo mese di notte dormiva anche per 6 ore filate. Nel contempo, appena addormentato, lo mettiamo nella culletta, piange disperato, così di giorno dorme in braccio e di notte nel lettone perché io e mio marito abbiamo supposto stesse attraversando una fase particolare... Solo che sono passati cinque giorni e le cose non cambiano! Cosa può essere successo? Da che dipende questo improvviso cambiamento negli orari? E soprattutto come posso riabituarlo alla culletta? Passato il primo mese ho provato a dargli il ciuccio, cambiandone anche tre per forma e materiale, ma o non lo voleva affatto, o lo usava una volta voracemente facendoci credere lo volesse e poi non voleva più saperne. Nel contempo, vedendo che sin dalla nascita portava il pugnetto alla bocca, credevamo avrebbe imparato ad autoconsolarsi ciucciandosi il dito. Ora ha acquisito questa abilità: si porta il dito alla bocca e lo ciuccia ma pare non servire... Ho l'impressione che cerchi una maniera per consolarsi. É possibile? Se fosse così, come potrei aiutarlo? Grazie mille per l'attenzione e la pazienza e complimenti per il vostro utilissimo blog.
Neonato 4 mesi piange disperato
Premetto che quello che sta succedendo al vostro bambino è del tutto normale e molto frequente. Il tipo di irrequietezza che descrivi è un fenomeno diffuso fra i neonati e si verifica soprattutto nelle ore serali o notturne. Il 4° mese sembra essere tra i periodi critici della prima infanzia poiché corrisponde a un momento nel quale avvengono importanti cambiamenti nello sviluppo del piccolo.
Il 4° mese è stato infatti descritto in psicoanalisi come nascita psicologica: il bambino è più partecipe e curioso verso ciò che lo circonda, probabilmente quando lo stai allattando si stacca all’improvviso per guardare il tuo volto o per osservare intorno a sé. Se ha un oggetto a portata di mano ora non è più indifferente ma tenta di afferrarlo, sta abbozzando il coordinamento motorio che interessa l’occhio, la mano e la bocca. Potremmo far risalire questa crisi improvvisa principalmente a due fattori:
Scatto di crescita
Oltre le coliche del neonato vi sono altri fattori che possono disturbare il sonno del bambino. Le sue necessità non sono legate alla sola fame ma anche al bisogno di contatto, di bere, di consolarsi, e via dicendo… L’esperienza ha evidenziato alcuni periodi durante i quali i bambini sembrano chiedere di essere allattati con più frequenza. Inoltre, poppano in modo nervoso e non sembrano appagati e soddisfatti come al solito, si attaccano e staccano continuamente.
Si tratta dei cosiddetti scatti di crescita, riscontrabili tra le quattro e le sei settimane, tra i due e i tre mesi, verso il quarto mese e talvolta anche più avanti, al sesto e al nono mese. Quando il bambino si attacca più spesso aumenta la produzione di latte e, di conseguenza, viene soddisfatta la nuova necessità. Passato questo momento, che può durare dai due giorni a una settimana circa, si ritorna a una situazione di equilibrio. La sola cosa da fare é di seguire il suo ritmo.
Difficoltà a consolarsi
Gli studiosi del sonno hanno rilevato che tutti noi alterniamo momenti di sonno profondo a momenti di sonno leggero. Per il bambino il sonno leggero rappresenta ancora una fase delicata del riposo poiché non sempre riesce, una volta interrotto, a proseguire l’addormentamento. Capita infatti che, in questa fase del sonno, si svegli, si senti disorientato e inizi ad agitarsi. Torna ad addormentarsi velocemente se riesce a trovare rassicurazione con un oggetto consolatorio oppure con un metodo di auto-consolazione. Se così non è, inizia a piangere. Il pianto aumenta progressivamente di intensità: più piange, più si agita, più si innervosisce.
Quando piange in modo disperato è necessario trovare un “contatto” che possa calmarlo: prenderlo in braccio, dondolarlo, cullarlo, portarlo a passeggio, dagli ritmiche pacche sul pannolino o sulla parte alta della schiena (anche da sdraiato, se accetta la posizione), tenere la sua manina… Oppure fare in modo che possa trovare gradualmente la strategia per consolarsi.

Durante la giornata possiamo assistere ad alcuni episodi in cui i neonati appaiono infastiditi e piagnucolanti. Quando l’adulto non interviene immediatamente, prendendolo in braccio o cercando di fermare questo lamento, ma rimane invece vicino a lui attendendo il tempo necessario, noterà che il bambino sta a poco a poco trovando il metodo per consolarsi (sono quelle prove compiute da tuo figlio, descritte nella lettera).
Appena avrà scoperto il sistema per gestire le angosce legate alla sua età sarà in grado di ricorrervi ogni volta che ne sentirà bisogno. Il bambino è in grado di trovare dentro di sé le risorse che gli servono per crescere; può farlo quando può contare sulle cure e sulle attenzioni amorevoli degli adulti per lui importanti. In conclusione dovete avere molta pazienza, cercare di resistere alla stanchezza e continuare a “sintonizzarvi” sul vostro bambino e sulle sue esigenze così come siete riusciti a fare fino a qui!