Mia figlia ha due anni e quattro mesi e da circa qualche settimana ho notato che si mette il dito in bocca come a rosicchiare/toccare qualcosa. Escludendo infiammazioni o denti in uscita (anche la pediatra l'ha vista) ho notato che lo fa quando è in situazioni di osservazione, tipo al parco se ci sono altri bambini oppure quando si annoia. Noi le diciamo di non farlo, che non si mangiano le unghie, tanto che a volte mi dice: “io non metto mano in bocca” se per esempio vuole andare al parco (anche se noi, per nostra scelta, cerchiamo di non creare ricatti tipo non andiamo al parco perché hai le mani in bocca o via dicendo). Oggi al nido l’educatrice mi ha fatto notare questa cosa e detto di farla desistere anche a casa. Mi ha detto che ora che sta crescendo vengono fuori i caratteri e i bimbi esprimono le proprie ansie in modo diverso. Mi ha detto che è espressione di un disagio ma che non devo spaventarmi perché fa parte della crescita. Ma sinceramente vorrei un tuo parere. Pur sapendo che, nel caso di bimbi piccoli, quello che vale oggi magari domani è passato, però io ho la sensazione che sia un modo come per "chiudersi" quando una situazione non le torna.
Tua figlia sta vivendo un periodo particolare della crescita. Il secondo anno di vita è infatti segnato da profondi cambiamenti. Questi comprendono, oltre allo sviluppo fisico, anche la sfera delle emozioni e il rapporto con gli altri. I bambini a quest’età sperimentano il primo vero conflitto tra un “dentro” e un “fuori”, tra la propria spinta personale e le regole sociali.
In tutta risposta, i grandi aumentano nei loro confronti le richieste verso un maggior autocontrollo. Questo raccoglie ambiti diversi, da quello prettamente legato allo sviluppo (come il controllo sfinterico), all’ascolto e all’obbedienza (stai seduto, fai il bravo, non correre, non scappare, …), al controllo, infine, del vissuto emotivo.
Dal loro canto invece i bambini hanno, ora più che mai, bisogno di ricevere la fiducia dell’adulto, di non essere eccessivamente controllati e di non sentirsi giudicati. Il pericolo di queste azioni è l’insinuarsi nel bambino di sentimenti legati al senso di colpa.

Da quello che scrivi è abbastanza chiaro che tua figlia, attuando particolari comportamenti, sta esprimendo alcune emozioni che ancora non è in grado di tradurre con le parole.
Per questo motivo ti sconsiglio di “sanzionare” queste manifestazioni di comportamento (“Noi le diciamo di non farlo”) ma, piuttosto, di accoglierla, agevolando la lettura emotiva attraverso un prestito linguistico, offrendole cioè, le parole che descrivono i suoi vissuti interiori:
- “Capisco che ti stai annoiando. Se preferisci andiamo… Ti propongo… Facciamo…”
- “Mi sembra che non ti piace stare qui, vuoi che…”
- “Ti piacerebbe andare a giocare con quei bambini?”
E così via.
Non dare troppo peso al gesto di mettere le mani in bocca, lei ha già capito che il vostro focus è lì, per questo modula le sue richieste intorno alla promessa di non farlo. Vedrai che, se sposti il focus, questo comportamento sparirà da solo proprio com’è comparso.