Sono la mamma di una bimba di 5 mesi e mezzo nata prematura. Ha recuperato bene la sua prematurità, é vispa, socievole e particolarmente curiosa. Non ho altri bambini e quindi per me é una continua scoperta ma anche un continuo interrogarsi. Ho due domande da porti.
Vorrei sapere se é presto o se é traumatico iniziare ad abituare mia figlia ad addormentarsi nel suo lettino e non in braccio come ha sempre fatto fino ad ora. 

Specifico che lei dorme nella camera con me e mio marito sempre vicina al mio lato. Da qualche giorno, complice il caldo, sto cercando di farla addormentare nel lettino con me vicino che le parlo o le tengo la manina. Il pomeriggio ci riesco più facilmente, non senza la sua resistenza ma la sera, anche se stanchissima, scoppia in un pianto isterico e si contorce tutta, anche se poi la prendo in braccio. Mi chiedo se sia colpa mia e se non sia pronta per questo passaggio. 

Che attività proporre ad una bimba curiosa che si annoia facilmente? La bambina ama passeggiare e stare fuori ma quando non usciamo o rientriamo, non riesco a trovare attività che la soddisfino o comunque si annoia subito. Sulla sdraietta non vuole stare per più di 5 minuti, giocherella con qualche pupazzino ma poi si stanca e inizia a piagnucolare. Ho notato che nonostante non ci riesca ancora da sola, tenta sempre di mettersi seduta e non ama la posizione inclinata della sdraietta o del passeggino. É attratta dalla tv ma evito di accenderla perché ho letto che li eccita. Potresti suggerirmi dei giochi validi e utili che possano stimolarla e iniziare ad abituarla ad essere più autonoma nel momento del gioco?

L’esperienza che stai vivendo con la tua bambina è unica e irripetibile: giorno dopo giorno sostieni la sua crescita fatta sicuramente di momenti piacevoli e altri più complessi. In ambito educativo non esiste una ricetta valida per ogni caso, dunque è importante osservare con attenzione il proprio bambino, conoscerlo e sintonizzarsi con quelle che sono le sue esigenze e caratteristiche.

Tua figlia è venuta al mondo prima del termine previsto e sta recuperando i mancati mesi di vita intrauterina in maniera sorprendente. Verso il sesto mese la curiosità dei bambini diventa inarrestabile. In questa fase i bambini compiono un importante balzo nello sviluppo psico-motorio. Mentre nell’epoca precedente l’adattamento fisiologico occupava gran parte dell’attenzione dei bambini, ora subentrano le progressive conquiste motorie e l’esperienza con il cibo, quindi con sapori diversi dal latte. In questo periodo iniziano inoltre a sostenere la posizione seduta. Una conquista che amplia la visuale verso gli oggetti presenti nel loro ambiente. Quante cose nuove da scoprire!

bambino sei mesi

Le attività di gioco che più interessano e coinvolgono i bambini di questa età sono quelle che accompagnano:

L’esperienza sensoriale

Dunque, la possibilità di afferrare, accarezzare, stringere, toccare (tatto), osservare, odorare, portare alla bocca gli oggetti per conoscere il mondo (vista, olfatto e gusto), ascoltare voci, rumori e suoni (udito). Citando la Montessori: “Ciò che il bambino apprende deve affascinarlo, bisogna offrirgli cose grandiose: per cominciare offriamogli il mondo”.

Un’importante proposta di gioco che permette ai piccoli di vivere queste sensazioni è il Cestino dei Tesori, si tratta, detto in breve, di una selezione di oggetti reali, fatti di vario materiale, posti in una cesta e organizzata in un contesto sicuro e adeguato. Noterai come la tua bambina vorrà portare le cose alla bocca. É un’attività che noi adulti siamo propensi a bloccare, mossi da motivazioni legati all’igiene e alla sicurezza. In realtà è un’esperienza importante e necessaria: i piccoli desiderano mettere le cose in bocca per esplorare e conoscere il mondo.

I bambini che hanno potuto giocare ad attività come il Cestino dei Tesori hanno sicuramente sviluppato una sorprendente capacità di concentrazione e di autonomia nel gioco.

Lo sviluppo motorio pre-camminamento

Complice l’alimentazione complementare al latte, il bambino/a impara pian piano (e con i suoi tempi) a mantenere la posizione seduta. Il mondo comincia già a apparirgli diverso. Se ha la possibilità di muoversi per terra, inizia autonomamente a coordinare gambe e braccia per muoversi nello spazio (gattonando, strisciando, spingendosi con il sederino a terra…), se trova qualche gradino vorrà provare ad arrampicarsi.

Ti consiglio di limitare la sdraietta al momento del riposo e di tenerla in braccio solo per le coccole o trasporto. Prepara invece un angolo morbido sul pavimento con un tappeto, cuscini e qualche gioco. Non temere se esce dal tappeto per andare sul pavimento. Quando hai l’occasione di essere all’aria aperta, metti i suoi piedini sull’erba, sarà per lei una piacevole sensazione.

consulenza-pedagogica

La relazione con le persone che si prendono cura di lei

É un’aspetto che non va sottovalutato poiché condiziona lo sviluppo della personalità e la formazione dell’autostima. Quando possono contare sulla nostra fiducia, i bambini sono in grado di giocare in autonomia. Ma in alcune circostanze avranno comunque bisogno della nostra attenzione e coinvolgimento: hanno bisogno di vivere momenti di tenerezza e di rassicurazione emotiva attraverso la disponibilità di alcune “relazioni speciali”.

Esistono giochi particolarmente indicati per intensificare la relazione. Ad esempio: il classico gioco del cucù nel quale viene nascosto e rivelato il viso con le mani o con un foulard, le canzoncine e filastrocche arricchite da gesti e movimenti, la lettura dei primi libri e i momenti legati alla cura e alla toilette (cambio pannolino, bagnetto, massaggio con la crema…).

La televisione in genere – e per fortuna – non è considerata un oggetto particolarmente attraente dai bambini molto piccoli: si fermano di tanto in tanto ad osservare l’effetto luminoso ma niente di più. Se durante i primi anni l’esposizione è limitata, i bambini ritardano di parecchio l’interesse verso l’intrattenimento televisivo. Tra il secondo è il terzo anno iniziano ad appassionarsi ai programmi per bambini ed ai cartoni animati. Va comunque detto che la televisione ha sicuramente un lato formativo: arricchisce il linguaggio e abitua ai contenuti narrativi e all’ascolto.

Ma, come sappiamo, è opportuno che i bambini dedichino una minima parte del loro tempo alla tv e siano soprattutto impegnati in esperienze dirette e relazionali. Alcune ricerche hanno dimostrato come i bambini diventino nervosi dopo una prolungata esperienza da telespettatori (e del resto succede anche a noi adulti quando, dopo un film o programma che ci ha completamente assorti, ritorniamo faticosamente alla vita reale). Il consiglio degli esperti è dunque quello di limitare la visione a non più di un’ora al giorno e di garantire al bambino la presenza di un adulto “attivo” che conversa con lui sui contenuti ascoltati.

sonno bambino

Per quanto riguarda la prima domanda, relativa all’addormentamento, la difficoltà che stai vivendo è legata a un evento comune nella cura dei piccoli: il passaggio dalle sicure e piacevoli braccia della mamma (o del papà) al meno rassicurante lettino. L’esperienza con i bambini ci ricorda la nostra appartenenza al mondo dei mammiferi caratterizzato dalla necessità di ricevere calore e contatto corporeo tanto quanto cibo e nutrimento per garantire uno sviluppo sano ed equilibrato.

La maggior parte dei genitori racconta come il loro bambino/a quando si trova tra le braccia dell’adulto sembra completamente abbandonato nel sonno ma si sveglia immediatamente non appena sfiora il materasso del lettino; quasi avesse un sensore incorporato sottopelle!

Il bambino ha certamente bisogno di un po’ di tempo per accettare questo passaggio: si tratta di un percorso fatto di successi e “sconfitte”, passi avanti e passi indietro. Un momento che va vissuto con dolcezza (come quando rassicuri la tua piccola con la voce mentre le tieni la manina) ma anche con determinazione (è importante essere convinti della propria decisione: non c’è mai una scelta giusta in assoluto ma una scelta giusta per ciascuno di noi!) e sicurezza (il gesto durante il passaggio deve essere deciso e fermo, così come la mano che ninna la piccola per addormentarla, magari appoggiata sopra il suo corpo).

Nell’affrontare questo passaggio non è solo il bambino a dover essere pronto ma anche l’adulto. Si tratta comunque di un distacco e pertanto è coinvolta la sfera emotiva: ho necessità di staccarmi (per riposare meglio, per non patire il caldo…) ma non essendo più a contatto con la piccolo ho meno possibilità di controllare che stia bene e potrei essere turbata dal senso di colpa.

Se affronti questo percorso con serenità, accettando anche gli eventuali insuccessi, ovvero le volte in cui la bambina non vorrà proprio saperne di dormire da sola, vedrai che non sarà per lei traumatico poiché non vivrà quest’esperienza come un abbandono ma come una nuova fase, qualcosa che le viene proposto dalle persone di cui si fida. I bambini dimostrano una sorprendente capacità di adattamento alle situazioni.

Di volta in volta aggiungi un pezzettino: porta la tua bambina nel lettino un pochino prima che si addormenti completamente e continua ad addormentarla quando è coricata. Inizia a introdurre dei rituali, ovvero situazioni che possano farle comprendere il momento che sta per arrivare (la nanna).
Il motivo per cui piange e si contorce potrebbe non essere legato alla frustrazione di non poter continuare a riposare in braccio ma ad un altro tipo di fastidio (aria nel pancino, disagio…). Puoi capirlo se noti che gambe e pancia si irrigidiscono. Cerca di comprendere quale sia la reale esigenza e richiesta della piccola.