Rieccomi qua per avere di nuovo qualche consiglio utile; questa volta ti scrivo per la questione "seno di mamma"! Il mio bimbo ha adesso 14 mesi e per addormentarsi si attacca ancora al seno, a me non da fastidio, anzi oltre ad essere utile quando non sta bene è un momento di coccole tutto nostro che condividiamo volentieri, ma mi rendo conto che prima o poi verrà il momento di toglierlo.

L'altra sera dopo un morso improvviso che mi ha fatto saltare dal letto ho deciso che era arrivato il momento, ma non ce l'ho fatta! Ha pianto per quasi un’ora, era in piena crisi di astinenza, e ho ceduto!

Volevo chiederti qual è il metodo migliore, visto che la maggior parte delle persone che sento sono state molto più forti di me e non hanno avuto problemi a farli piangere per qualche notte, altre dicono che si sono staccati da soli pian pianino. Non è troppo traumatico fargli venire crisi di pianto?

La conclusione dell’allattamento è una decisione importante. Tra gli innumerevoli significati di questa pratica, ve n’è certamente uno che viene spesso sottovalutato: durante l’allattamento si creano le basi del rapporto affettivo-educativo tra genitore e figlio. Infatti, oltre a fornire il necessario nutrimento, si realizza quella particolare “relazione” che si completa negli sguardi, nel contatto fisico, nelle richieste ricevute e nelle risposte date. In tutto ciò il bambino trova conforto alle sue frustrazioni (angosce) arcaiche e fonda la propria autostima e sicurezza.

La tua situazione è molto comune: quando inizia lo svezzamento (meglio definito: alimentazione complementare, per sottolineare il suo affiancarsi all’assunzione del latte), il bambino riduce via via il bisogno di attaccarsi al seno. Le poppate diminuiscono fino a limitarsi alla “coccola”, in genere, serale dove, nel conforto ricavato dalla suzione, il piccolo ritrova alcuni processi di rassicurazione profonda. É naturale, a un certo punto, chiedersi se sia arrivato il momento di smettere di allattare. La risposta andrebbe cercata nello stesso bambino anziché nelle pressioni esterne che certo non valutano i reali bisogni del piccolo. Non si sa perché ma tendiamo per cultura a disapprovare l’allattamento prolungato (dopo l’anno) quando, in realtà, non esiste nessuna controindicazione su questa scelta.


La fine dell’allattamento andrebbe vissuta come un percorso che è parte, anch’esso, della crescita del bambino e che va affrontare in tutta serenità e naturalezza. Non è possibile stabilire a priori quando il bambino è pronto, proprio perché, come per altri aspetti relativi all’età evolutiva, non esistono ricette valide e in grado di essere applicate in tutte le situazioni.

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Ad ogni modo, togliere il seno in modo brusco e improvviso non è mai la scelta migliore.
Spesso una madre è influenzata dai pregiudizi esterni (pareri di conoscenti, familiari o anche pediatri), perlopiù derivanti da credenze e da errate convinzioni sull’infanzia: “Ormai è grande, devi staccarlo”; “Chiede il seno? E tu non darglielo più!” ,“Lascia che piange per un po’, se ne farà una ragione”, e così via.

Tutto questo ha come conseguenza che le mamme si sentono fragili, in colpa e sempre più insicure. Anziché relazionarsi con il piccolo, si perdono nei pareri degli adulti e, turbate dalle reazioni del bambino, reagiscono in modo contraddittorio, come, ad esempio, negando il seno e poi, davanti a un pianto prolungato, ritornano indietro. In tal modo non si fa altro che rendere ancora più faticoso questo distacco.

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Solo tu e tuo figlio potete trovare tempi modalità di distacco che meglio rispondono alle vostre esigenze. Se si rimane nell’ottica di affrontare questa esperienza come un percorso, il bambino potrà essere messo nella condizione di riuscire ad accettare e a interiorizzare il cambiamento. Il passaggio dall’oggetto d’amore (il seno materno) – che, come insegna la psicologia, ha significato per lungo tempo tutto il mondo del neonato -, all’autonomia (nel tuo caso quella relativa all’addormentamento), va sostenuto con affetto e comprensione.

Immagine tratta da Naître et grandir

L’atteggiamento auspicabile è quello che considera il bambino competente nel riuscire a superare questa fase. Forse non lo farà immediatamente, ma comunque accadrà presto. Dobbiamo dargli fiducia anche quando i suoi segnali discordano del tutto con la possibilità di un imminente distacco e probabilmente vorrà attaccarsi con più insistenza. Ma presto il tuo bambino saprà fare a meno della poppata serale e sarà in grado di addormentarsi in tutta tranquillità.

Puoi adottare alcuni rituali per sostenere il bambino durante questo periodo di transizione: gli permetteranno di interiorizzare il cambiamento, fino al completo abbandono della prima abitudine (la poppata serale). Per fare un esempio; quando metti a letto il tuo bambino, prima dell’allattamento introduci la lettura di un libro, oppure una canzoncina, o un momento di cura tutto vostro (bagnetto, massaggio, coccole con la crema…). Sarà il vostro rituale di passaggio.