Un’immancabile storia per i piccoli è quella che racconta di una talpa e del suo strano cappello. Stava uscendo dalla sua tana quando qualcosa le piomba sulla testa. La talpa viene turbata da un maleodorante turbante. Così inizia la sua indagine, decisa a scovare l’artefice di quell’onta. Ogni animale interrogato, a sostegno della propria innocenza, mostra come è fatta la sua cacca.
Così, durante l’inchiesta, la talpa scopre che le popò degli animali sono tutte diverse e che, ahimè, nessuna assomiglia a quella che lei porta sulla testa. Non le resta che rivolgersi alle mosche, note esperte in materia. Gli insetti, interpellati nella missione, riconoscono la tipologia di cacca che la protagonista indossa sulla testa: è quella di un cane. Ora la talpa corre a ripagare Gian Maria, il cane del macellaio, con la stessa moneta ricevuta.

“Chi me l’ha fatta in testa” è uno dei racconti più originali su un argomento, quello della cacca, spesso citato nei libri per i più piccoli (soprattutto quando si trovano nel passaggio pannolino-vasino). La trama ruota intorno a una sorta d’indagine intrapresa da una talpa dalla mente logica e che gioca a fare l’investigatrice. Un’arguta ironia accompagna e diverte i bambini durante le scoperte fatte dal miope animale. La protagonista del racconto è rappresentata in modo buffo ed espressivo. Pagina dopo pagina, la troviamo arrabbiata, disgustata, incuriosita, stupita, sollevata e soddisfatta. Le illustrazioni rendono sicuramente giustizia alla mimica e alle emozioni. Durante l’itinerario esplorativo della protagonista beffata, i piccoli lettori assistono a una vera e propria lezione di biologia su una particolare diversità, propria di ogni specie.




Il racconto, scritto dal professore tedesco Werner Holzwarth, è stato pubblicato per la prima volta nel 1989 con le illustrazioni di Wolf Erlbruch. Da allora è stato tradotto in 42 lingue diverse e, nel 1999 è stato realizzato anche un musical che ha ricevuto il premio “Gute Musik für Kinder” (L’ottima musica per bambini).
Dialoghi scorrevoli, battute dirette, uso di onomatopee e illustrazioni espressive arricchiscono la lettura di questa storia. Ogni cacca è descritta attraverso il rumore che fa cadendo sul terreno, suggerendone così dimensione e consistenza: dal “pit pit pit” del coniglio al “papataff” della mucca. Del libro esiste anche la versione “pop-up” e una tascabile.