Gigi non trova il suo berretto e inizia a cercarlo dappertutto. Apre l’armadio, apre la valigia, trova un gatto… del cappello nemmeno l’ombra. Chiude l’armaDdio e cerca dietro la poltrona. Una palla, uno scarabocchio, un origami e niente berretto. Controlla nella ghiacciaia. C’è proprio di tutto, perfino una scarpa e una sveglia! Ma il cappello non è nemmeno lì.
Prova a vedere se è finito nella cesta della biancheria… aiuto! Un mostruoso granchio rosso spunta dai vestiti sporchi. Gigi cerca, fruga, smania e pesta poi si accorge che lo ha in…
Nel lontano 1945… La Mondadori pubblicò per la prima volta “Gigi cerca il suo berretto, dove mai lo avrà cacciato?2, uno dei famosi 10 libri/album animati per bambini, nati dalla creatività di Bruno Munari.
Si tratta di una straordinaria serie – recentemente ristampata nel medesimo formato dell’epoca dalla casa editrice Corraini – nella quale è evidente il lavoro di un’artista che ha saputo concepire il libro oltre la mera lettura. Questo è infatti considerato un giocattolo educativo capace di offrire una pluralità di stimoli sensoriali e di aprire la strada alla creatività e all’invenzione.


Facciamo un passo indietro. Munari immagina alcune semplici storie per il figlio Alberto, oggi noto psicologo ed epistemologo all’università di Ginevra (la stessa di Jean Piaget del quale fu allievo e collaboratore). Il suo intento era di realizzare dei racconti in grado di comunicare ai bambini non solo attraverso le parole ma, soprattutto, tramite le immagini; pensando magari a un diverso impiego della carta. All’epoca, infatti, le pubblicazioni destinate all’infanzia privilegiavano di gran lunga il testo a discapito delle illustrazioni, come racconta lo stesso autore durante la presentazione fatta in occasione dell’uscita della serie:
“È a questa sperimentazione in famiglia che devo anche i progetti e le idee dei libri per bambini. C’era tutta una zona inesplorata, nella quale ci sarebbe stato bene un libro anche per bambini che non sanno leggere – come i Prelibri che poi ho fatto: vedevo i tipici libri per l’infanzia, tutto testo, con poche illustrazioni al tratto, perché costava meno. Invece, con tutte le possibilità che offre l’industria tipografica – pieghe, carte, tagli, fori, fustellate – c’erano tanti altri modi di comunicare. Ecco, il libro è fatto anche di comunicazione visiva, di comunicazione attraverso i sensi, oltre che con la parola e con la vista”.
Nonostante l’aspetto vintage, questi bellissimi libri sono capaci di coinvolgere i bambini di ogni tempo, facendo leva sulla loro curiosità e originando sentimenti di stupore e attesa. Sono i precursori dei libri pop-up. Le pagine presentano inserti di diverse dimensioni, da aprire, chiudere e raccontare. Il bambino diventa protagonista attivo durante l’esperienza di lettura. Le immagini, grandi e ricche di dettagli, invitano al gioco di fantasia (che per Munari corrisponde a qualcosa che prima non esisteva ma che, diversamente dalla creatività, rimane irrealizzabile). É un gioco che si manifesta spontaneamente nei bambini quando immaginano qualcosa di surreale, come potrebbe essere un enorme granchio fra i panni sporchi, la “spaventosa” e attesa scena di questo libro.
La storia fu ispirata da una filastrocca popolare che recita così:
Gigi cerca il suo berretto.
Dove mai l’avrà ficcato?
Nei cantucci, sotto il letto
va a frugar tutto affannato.
Cerca, sbuffa, smania, pesta:
poi s’accorge che l’ha in testa.
Scopri i titoli della serie: Gigi cerca il suo berretto, dove mai lo avrà cacciato? Mai contenti L'uomo del camion Il prestigiatore giallo Buona notte a tutti Il venditore di animali Toc toc chi è? Apri la porta Storie di tre uccellini Bobi povero Bobi (il prototipo è andato perso)