Si parte da Cappuccetto Rosso “la fiaba sull’emancipazione femminile più universale e diffusa al mondo”, come afferma l’autrice nella presentazione di questo suo ultimo libro. La protagonista é proprio una versione moderna e ribelle del personaggio classico. Presentare i racconti di Guia Risari è diventa una palestra di ricerca dei significati sottesi, quelli che donano il piacere di una lettura a più livelli.
“La strana storia di Cappuccetto Blu” non è da meno nella diramazione di possibili percorsi, tutti liberamente percorribili. Ma è anche un racconto scorrevole e fanciullesco, perfetto per esercitare le prime letture autonome e per approcciare, il lettore in erba, al sistema degli approfondimenti riportati in nota.
Il richiamo ai Cappuccetti di Bruno Munari appare in più parti ad omaggiare il grande artista milanese. Il bosco, qui raffigurato, ha l’aria cittadina proprio come quello attraversato dalla Cappuccetto Giallo munariana. Dunque, anche in questa occasione, si parte dalle fiabe. Grazie a queste i bambini hanno da sempre trovato luoghi fidati dove perlustrare la complessità sociale.
Bruno Bettelheim scrisse nel suo noto libro Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe: “Cappuccetto Rosso descrive il percorso di maturazione sessuale e sociale della donna. La ragazza sfida il bosco, luogo minaccioso, ma resta comunque ancorata nello stereotipo dei rapporti uomo-donna, dove il primo ha un ruolo attivo, di seduttore (il lupo) e di salvatore (il cacciatore), mentre la seconda ha una personalità fragile e accondiscendente.”




Così arrivo all’attuale, a Cappuccetto Blu, che, in quest’ottica, restituirebbe all’antenata la possibilità che le era stata tolta: quella di autodeterminarsi.
Durante il racconto, la protagonista modifica ciò che non le piace (quel colore, il blu, le sta decisamente meglio) e instaura un rapporto alla pari con il lupo, un ragazzo a lei coetaneo e che si scopre essere di buon cuore. I due diventano amici, certo non se le mandano a dire, ma s’intrattengono in un gioco di ruolo che prevede un sottile botta e risposta fiabesco. Sarà il loro appuntamento quotidiano.
È una fiaba parallela in cui, le belle illustrazioni di Clémence Pollet, s’intersecano al testo e alle ironiche ‘note a pié pagina’. L’albo è edito da Settenove, la prima casa editrice italiana interamente dedicata alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere.