In casa Stahlbaum si preparava una grande festa in occasione della vigilia di Natale. I fratellini Marie e Fritz sprizzavano di gioia per l’arrivo dei numerosi ospiti. La festa ebbe inizio. Adulti e bambini danzavano e ridevano finché ad un tratto la stanza divenne buia ed entrò un uomo misterioso accompagnato da un ragazzino.

L’uomo aveva i baffi lunghi, indossava un mantello scuro e un grosso cilindro in testa. Ma non c’era da preoccuparsi, era soltanto il signor Drosselmeier, l’affettuoso padrino di Marie. Con lui c’era il suo giovane nipote. Nonostante l’aspetto poco rassicurante, era un amabile inventore di giocattoli.

Aveva con sé delle grosse scatole dalle quali, all’improvviso, uscirono tre bambole meccaniche che si misero a danzare fra gli ospiti incuriositi. L’uomo, inoltre, regalò a Marie uno splendido schiaccianoci a forma di soldato, con la divisa rossa e blu, la barba bianca e grossi denti per rompere i gusci delle noci.

Marie, estasiata, iniziò ad usarlo per servire le noci ai bambini presenti. Suo fratello Fritz le strappò l’oggetto dalle mani per giocarci e questo si ruppe accidentalmente. Marie pianse in un angolo abbracciando il suo Schiaccianoci spezzato.

La festa giunse a termine, gli ospiti lasciarono la casa. Marie si addormentò rammaricata, tenendo il gioco rotto vicino a sé. Mentre dormiva, il signor Drosselmeier si introdusse nella sua stanza per riparare lo Schiaccianoci e poi sparire nel buio della notte. I rintocchi della mezzanotte svegliarono Marie che si trovò catapultata in un mondo fantastico. Lo Schiaccianoci era diventato un meraviglioso principe e accompagnò Marie in una magica e danzante avventura.

Tra le sorprese di questo Natale, il ritorno a più voci (cinema, editoria, teatro) dell’incantevole favola de “Lo Schiaccianoci”, scritta nel 1816 da Ernst Theodor Amadeus (E.T.A.) Hoffmann, compositore e narratore ottocentesco dalle cui opere trassero ispirazione numerosi musicisti, fra i quali Pëtr Il’ič Čajkovskij, che compose nel 1891 il celebre balletto Lo Schiaccianoci, tratto dalla fiaba “Lo schiaccianoci e il re dei topi”.

Dopo aver assistito allo spettacolo di balletto del Russian Stars & Moscow State Classical Ballet al Teatro Nuovo di Torino, ci siamo appassionati del buffo Schiaccianoci, delle musiche e degli incantevoli balletti. Le pagine illustrate da Valeria Docampo ci hanno permesso di fluttuare, ancora per un po’, nella magica e leggera atmosfera del racconto.

L’amatissima illustratrice argentina de La grande fabbrica delle parole trasmette, nelle sue tavole, la stessa dinamicità di uno spettacolo teatrale. I personaggi, illustrati nel dettaglio, svolazzano e saltellano anche nella staticità di una pagina stampata, indossano abiti che riprendono i costumi del balletto ed eseguono i passi della danza classica. La storia raccontata nell’albo riprende la versione di George Balanchine, tra i più grandi coreografi del secolo scorso e cofondatore, insieme a Lincoln Kirstein, del New York City Ballet (1948). Un albo illustrato magico e senza tempo. Un racconto da leggere con le musiche di Čajkovskij in sottofondo.