Se ben ricordo, i primi contatti tra me e Kite Editore deve averli creati Moka, l’onirico coniglietto di Satoe Tone di cui ho scritto sul mio blog. Da lì in poi è iniziata una conversazione epistolare con la scrittrice ed editor Giulia Belloni che, quasi per mano, mi ha condotta (io sempre incredula) alla scoperta di racconti appassionanti e, ça va sans dire, dei loro autori, nomi nuovi o celebri della letteratura illustrata.

Kite Editore

Arriva il giorno in cui, sempre Giulia Belloni, mi propone un’intervista. Proposta che stava scorrendo quasi in sordina, celata tra le novità editoriali, sebbene non fosse passata inosservata alla mia conclamata emotività (costantemente in agguato), la quale ha cominciato a sussurrarmi: “E mo’ che fai?”

Che faccio. Intervistare Valentina Mai, direttrice artistica di Kite, sarebbe stato per me come vestire i panni del giovane Charlie quando, con il biglietto d’oro in mano, era pronto a entrare in visita alla fabbrica di cioccolato del signor Wonka.

Così, eccomi virtualmente davanti alle porte della casa editrice. Ti porto con me in questo viaggio in Kite, la fabbrica di racconti illustrati, attraverso le accoglienti parole di Valentina Mai. Enjoy it!

Un po' di storia...
Kite Edizioni nasce come marchio indipendente di albi illustrati nell'anno 2006 da un progetto di Caterina Arcaro, che ne resterà socia, in seguito, fino al 2019. Qualche anno dopo la nascita, nel 2011, la casa editrice, ormai avviata, si apre anche al mercato francese, lanciando la sigla Passepartout. In quegli anni assume la dirigenza artistica del gruppo Valentina Mai, che imprime una sua linea a tutte le collane e ne aggiunge altre al progetto originario. Attualmente il catalogo della casa editrice include più di duecento titoli. Il suo impegno è proporre, attraverso i libri che pubblica, un’esperienza letteraria ed estetica, selezionando autori e illustratori nazionali e internazionali, provenienti da tutto il mondo. (…). La casa editrice da sempre interpreta il libro illustrato di alta qualità come un’opportunità e uno strumento per sviluppare la crescita emotiva e culturale dei lettori di qualsiasi età, bambini adolescenti e adulti. Il suo obiettivo è quello di pubblicare libri che vincano questa sfida. (Fonte: kite.it)

I percorsi narrativi di Kite Editore

Valentina Mai è l’artefice del cambio di rotta della casa editrice poiché, dal suo arrivo, sono sbocciate pubblicazioni di opere originali e non solo coedizioni di albi francesi. Oggi è certamente visibile come la linea editoriale voluta dall’editrice abbia un’identità propria e una coerenza di stile tra i vari progetti, passati, presenti e futuri. Tra le sfide innovative della casa editrice c’è sicuramente la consegna dell’albo illustrato anche a un pubblico più adulto, avvenuta proprio grazie alla collana “le voci”. In tal modo Kite è riuscita a considerare l’albo illustrato come un genere letterario ad ampio spettro: testi per bambini, ibridi, per adolescenti e adulti e a coprire tutto l’arco del pubblico possibile.

Io non conosco nulla al mondo che abbia potere quanto ne hanno le parole. A volte ne scrivo una, la guardo, fino a che non comincia a risplendere.

Emily Dickinson

Quattro chiacchiere con Valentina Mai

Esistono racconti che potremmo definire “suggestivo-emozionali” e altri, invece, che presentano uno stile didascalico (ossia narrazioni che tendono a offrire un modello da seguire, un insegnamento o un qualche tipo di soluzione). Tra le proposte del catalogo Kite ho riscontrato la prima tipologia narrativa. Si tratta di una scelta esplicita dell’editore?

Senza dubbio, ciò che a me interessa nella vita è l’emozione. Quindi persone, letture, libri, film che hanno la capacità di fare questo. Ed è ciò che, seppure sia ambizioso, vorrei riuscire a offrire con i libri che pubblico. Quindi, sono innamoramenti, incontri con i progetti che mi vengono proposti in questi anni di lavoro. Deve trattarsi di qualcosa che per primo parli a me, che mi colpisca. E questa diventa la linea del catalogo.

Kite si occupa di albo illustrato nelle sue varie forme e possibili declinazioni. Dunque, tutte le proposte in catalogo sono libri che hanno il doppio canale scrittura e immagine, è corretto?

Al momento sì. Anche se non ti nascondo che stiamo pensando anche alla narrativa pura. Ci sono sempre tante cose da fare e far partire un nuovo progetto richiede energie particolari. La direzione della narrativa in realtà ci interessa. Giulia Belloni, con cui collaboro strettamente, per anni ha seguito delle collane di narrativa per altri editori e quindi, da quando abbiamo iniziato a collaborare, abbiamo sempre avuto come idea e obiettivo quella di fare partire anche una collana di narrativa. L’intenzione c’è. “Mind the gap” è stato un primo esperimento e forse seguiranno anche altri progetti difficilmente classificabili in quanto a ruolo dell’illustrazione e del testo. A me interessa e piace molto la narrazione breve, stiamo ragionando anche su questo.

Scoprendo il dietro le quinte di alcuni racconti mi sono accorta di come ci sia spesso una “storia della storia”. Ad esempio, la nascita di “Mind the gap” o anche il primo libro della collana Le Voci “Guarda che la luce è dal cielo” per il quale inizialmente erano previsti i testi di Davide Calì, confluiti poi nell’albo “Un giorno senza un perché”. Ecco, come avviene tra le mura di Kite quest’alchimia tra la scrittura, l’illustrazione e, infine, l’opera pubblicata (almeno in linea generale)?

Sono sempre stata portata a non seguire propriamente le regole: anche se c’è una cosa che dovrebbe andare così perché il lavoro è già avviato, se non sono convinta, cambio tutto. Diciamo che si parte da un rapporto di grande collaborazione e fiducia con gli autori e gli illustratori. Questo crea quella disinvoltura senza la quale non ci si potrebbero permettere alcune libertà. Chiedere a Monica Barengo se mi affidava le sue illustrazioni per “Mind the gap”,  senza sapere cosa ne sarebbe stato delle sue opere messe a disposizione per un esperimento narrativo,  è stato un passaggio che richiedeva fiducia. Lei me l’ha riservata.

Anche la difficoltà può stimolare. “Mind the gap” , come sai, è nato da un problema (lo racconto nella recensione del libro). Come spesso accade, ci si ingegna quando ci si trova davanti a strade chiuse e può essere una buona occasione per sollecitare la creatività. Mi piace quando c’è qualcosa di nuovo, non sperimentato. Ecco, l’avventura è qualcosa che mi interessa, e che in realtà perseguo anche nella vita, mi muove e mi dà molta energia.

In effetti in molti dei racconti Kite s’intravede proprio questo percorso di vita del protagonista, libero e che si muove verso la realizzazione personale…

Sarà che sono arrivata a fare l’editore proprio così, cioè cercando la mia strada. Facevo l’avvocato, ma a un certo punto ho virato di centottanta gradi. Amo questo mestiere e amo ancor di più farlo con persone con cui mi piace fare delle cose, quindi cerco di coinvolgerle. Per fortuna forse ho trovato un punto di incontro tra quello che fa star bene me e quello che piace al pubblico.

Riprendo ciò che hai detto, ovvero che ti piace lavorare con autori con cui si è creato un forte affiatamento. In effetti ci sono molti nomi che ritroviamo in diversi libri editi da Kite. Nello stesso tempo ci sono anche diversi autori esordienti, nuove scoperte…

Uno dei lati che trovo più affascinanti di questo mestiere è intuire un talento e contribuire a farlo venire alla luce e affermarlo come personalità artistica sul mercato. Quando incontro qualcuno in cui vedo qualcosa di interessante, mi è successo fortunatamente diverse volte, mi capita di pensare: “tu, vieni con me!”.  Seguire, incoraggiare, rafforzare, sottolineare le caratteristiche chiave che ciascuno ha, mi appassiona. Una volta instaurato un rapporto mi piace continuare a collaborare  con autori e illustratori con cui mi trovo bene, però sono sempre aperta a qualcosa di nuovo.

Siamo arrivate all’ultima parte dell’intervista in cui, detto con sincerità, volevo approfittarne per avere notizie e aneddoti su alcuni libri protagonisti delle prossime recensioni di cui mi occuperò qui sul blog.
Il primo albo è: “Bianca”, di Paul De Moor, ill. Kaatje Vermeire (2022)

bianca kite

Io seguo Kaatje Vermeire da molti anni. Ha una tecnica molto particolare, fa incisioni, interventi a tempera, sovrapposizioni. Mi interessa proprio il suo lavoro. Quindi, quando c’è qualcosa di suo, tendenzialmente lo prendo. “Bianca” è stato un po’ una sorpresa perché all’inizio l’ho scelto per le illustrazioni, ma rileggendolo anche il testo mi ha parlato.

Il secondo è “Il catalogo dei giorni”, Luca Tortolini, ill. Daniela Tieni (2017)

il catalogo dei giorni kite

È un albo che mi ha dato moltissima soddisfazione. Quando avevo detto di sì al progetto, diversi anni prima rispetto a quando è uscito, era abbastanza osé. Il concetto di illustrato destinato agli adulti non esisteva in Italia, ma quello era un testo che a me diceva molto, ci credevo. Quando abbiamo fatto la prima tiratura sentivo la responsabilità di fare qualcosa di diverso.

Ha rappresentato un inizio ed è stato un libro chiave per arrivare a far sapere al pubblico di adulti appassionati di illustrati: “guardate che ci siamo”. Rispetto ad altri titoli più difficili, questo riesce a parlare a ciascuno di noi. Chi conosce questo, magari s’incuriosisce e va poi a scoprire gli altri albi della collana di illustrati per adulti.

È uno dei nostri long seller. Da allora, lo ristampo praticamente ogni anno, ma ricordo che all’epoca era stata una scelta che richiedeva coraggio. Ora so che posso fare altri libri così e so che c’è un pubblico di lettori che li conosce e li riconosce. Prima era più una scommessa.

La cosa più difficile è proprio fare incontrare quel tipo di lettore con questo genere di illustrato. In libreria non c’è ancora un vero e proprio posto in cui questi libri si possono trovare.

Il terzo è “L’albero azzurro”, Amin Hassanzadeh Sharif (2013)

È un libro del 2013 nato da un incontro a Bologna con Amin Hassanzadeh Sharif, che a quei tempi abitava in Italia. È venuto con quel progetto, praticamente quasi pronto. L’autore è iraniano, per questo il messaggio del suo racconto è ancora più forte. L’ha scritto durante un suo soggiorno in Italia, dov’era venuto a studiare per un paio d’anni. È stato proprio un colpo, uno di quei momenti in cui dici: “ecco perché faccio l’editore, perché un messaggio così voglio che venga conosciuto”. Sono i momenti più entusiasmanti della nostra professione, quelli in cui vedi qualcosa e senti di doverlo pubblicare. “L’albero azzurro” è stato sicuramente uno di quelli. Ha un messaggio forte sulla voglia di libertà, intesa anche come libertà di espressione e il fatto che non si può in alcun modo costringere, soffocare o eliminare.

Un ultimo cenno sulle frasi sulla quarta di copertina…

Più di una volta in fiera ho visto qualcuno prendere uno dei nostri libri, guardare il retro e metterlo giù; poi prenderne un altro, guardare il retro e metterlo giù e poi, quando intuiscono questo gioco, cominciare a guardarli tutti. Non nascondo che è una gran soddisfazione.

Le quarte di copertina di Kite sono diventate quasi un po’ un appuntamento per i nostri lettori. Un giovane artista ha composto un quadro con le migliori delle nostre quarte.

Restando in tema, ti anticipo una curiosità, uscirà presto un albo che si chiamerà “Senza”.  Ne ho acquistato i diritti da un editore portoghese e, cosa che non mi era mai successa prima, si è rivelato contrario a qualsiasi frase in quarta di copertina. La cosa ci ha messo molto in difficoltà. Il libro uscirà ’senza’ una quarta, come da titolo.

Altre novità per il 2023?

Con alcuni illustratori ho sempre dei libri in attesa. Non mi piace dare termini inderogabili perché non voglio che le cose vengono forzate e quindi lascio che il libro prenda il tempo che richiede. Però questo significa anche non aver ancora ricevuto alcuni progetti attesi da giugno 2022. In attesa, c’è un libro di Marco Somà, uno di Monica Barengo, uno di Richolly Rosazza, che è quello che arriverà per primo (ti posso anticipare che si tratta del seguito de “Il Signor Alce”). Questi sono alcuni dei progetti in cantiere. Per la primavera uscirà un silent book de “Il vecchio e il mare” di Hemingway raccontato per immagini da Isabella Labate. Originariamente pubblicata da Grimm Press con una riduzione del romanzo. Io invece ho pensato di farne una versione silent, è una storia così conosciuta da essere diventata un classico.

il vecchio e il mare kite

Un omaggio ai lettori di vitazerotre! In anteprima assoluta la copertina dell’albo illustrato “Il vecchio e il mare”. Il romanzo di Ernest Hemingway si preannuncia essere un imperdibile capolavoro nella versione silent book di Isabella Labate. Tra le novità in arrivo di Kite.

Ultime notizie!

Kite è nella shortlist 2023 del BOP- Bologna Prize for the Best Children’s Publishers nella sezione Europa!

Si tratta del riconoscimento annuale assegnato alle case editrici eccellenti per ragazzi, selezionate in tutto il mondo e votate da editori, associazioni e istituzioni per la promozione del libro e la lettura. Puoi seguire l’evento alla pagina dedicata della Bologna Children’s Book Fair.

BOP 2023 kite