Alla scoperta di un progetto editoriale decisamente unico nel suo genere. La collana si chiama “Voci” e intende raccontare ai grandi, contenuti narrativi nell’ammaliante forma dell’albo illustrato. Seguendo l’articolo, scoprirete uno dei titoli del progetto e, nella seconda parte, potete leggere l’intervista all’editore e agli autori.

Le sveglie del signor Edgar

Non so che rapporto abbiate voi con le sveglie e gli orologi. Il mio? Senza dubbio, pessimo. Ho un’insofferenza acuta per il suono della sveglia all’inizio della giornata, anzi, per “le sveglie”, dal momento che ne punto sempre tre o quattro. Giustifico questa pratica inutile con il bisogno di sentire quella vocina interiore che, al mattino, mi sussurra: “Tranquilla, è presto, puoi dormire ancora un pochino”. È talmente persuasiva da riuscire a convincermi di rinviare anche l’ultimo allarme. Mi ritrovo così catapultata, in un nano secondo, dal letto all’auto e a consumare una scarsissima colazione durante il tragitto che va dalla porta di casa alla cler del box. Tutta colpa di quell’impertinente vocina.

Invece per il signor Edgar, il protagonista inglese del racconto scritto da Davide Calì per la collana “le voci” di Kite (che tra poco approfondirò), le sveglie sono fondamentali. Pone gran riguardo per i tanti orologi che riempiono le stanze della sua abitazione. Ognuno di questi, accuratamente regolato, partecipa a scandire le sue routinarie giornate. Tutto si ripete costantemente allo stesso modo, in maniera tranquilla e ordinata. Un’esistenza priva d’imprevisti o colpi di scena, simile a una pietanza cucinata sempre con la medesima grammatura di ingredienti. Una vita, dunque, senza sorprese, senza sapore. 

“(…) non aggiungeva mai zucchero al suo tè del mattino (né del resto a quello del pomeriggio). 
Non leggeva mai la pagina delle barzellette sul giornale.
Non metteva mai una cravatta di colore sgargiante, anche se nel suo armadio ce n’erano tre.
Non prendeva mai una seconda tazza del suo tè del pomeriggio. Anche se qualche volta ne avrebbe avuto voglia.
Non aveva mai fatto un viaggio. Perché non era un tipo che viaggiava.”

Un tempo per ogni cosa

«Un tempo per ogni cosa è la storia di un uomo vittima delle sue compulsioni e ritualità, che mette in scena per placare le angosce che lo abitano, fino a trovare un epilogo insperato (testo toccante di Davide Calì, illustrazioni di Isabella Labate, che ci mette degli anni a comporle, e si vede bene perché)», mi racconta Giulia Belloni Peressutti, scrittrice e curatrice dell’ufficio stampa dell’editore, a proposito del libro. Poi, la visione delle raffinate tavole dell’illustratrice ligure Isabella Labate e la scrittura ordinata, sviluppata attraverso frasi brevi e incisive, dell’art-director Davide Calì, mettono in moto le mie tante domande attorno al racconto. 

Il genere narrativo della collana “le voci”

Breve parentesi sulla pubblicazione. Come annunciato all’inizio dell’articolo, Un tempo per ogni cosa è uno degli otto titoli della collana “le voci”, un progetto editoriale proposto da Kite Edizioni senza precedenti in Italia e che si realizza attraverso:

• la solerte selezione di autori e illustratori, 

• uno stile narrativo conciso ma indelebile, capace di accogliere le emozioni del lettore in un breve tempo di lettura. 

Sono quindi albi illustrati diversi rispetto alla concezione abituale, poiché superano i confini della letteratura per l’infanzia per raggiungere un pubblico di lettori più maturi (adolescenti e adulti). Il genere narrativo dell’albo illustrato per adulti, già diffuso negli Stati Uniti ad esempio con le graphic novel, percorre una strada nuova. Alla base della collana c’è sicuramente un grande lavoro di ricerca editoriale, di scelta del linguaggio, degli stili narrativi e dell’approfondimento del testo attraverso le sbalorditive immagini realizzate da alcuni dei grandi nomi del panorama dell’illustrazione. Diversamente dalle graphic novel, i racconti inseriti in “le voci” , pur essendo albi illustrati per adulti, mantengono il classico formato dei libri per bambini. Il nome della collana (“le voci”) sottolinea il particolare assolo artistico (unione di voci) tra l’autore e l’illustratore che collaborano alla realizzazione di uno dei titoli.

Dietro il libro. La voce degli autori

Intenta a sfogliare il primo titolo di questo nuovo genere di racconti (anche per me, qui sul blog, è una novità assoluta), ho iniziato ad annotare le domande da rivolgere agli autori e all’editore. Vi invito quindi a leggere le loro voci nell’intervista che segue.

un-tempo-per-ogni-cosa

Le pubblicazioni della collana “le voci” possono definirsi graphic novel senza fumetto, o romanzo grafico? La struttura grafica di Un tempo per ogni cosa mi ha riportato alla mente il libro La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, con le illustrazioni a carboncino di Brian Selznick, nei soggetti di Isabella Labate vi è qualche richiamo/ispirazione in merito?

Giulia Belloni Peressutti (editor) – Negli Stati Uniti l’illustrato per adulti è un genere piuttosto diffuso, ma specifico che ha più caratteri della graphic novel, o del racconto lungo o romanzo breve illustrato, invece nel nostro caso, intendo la collana “le voci” della Kite Edizioni, viene proposto un albo illustrato per adulti nel formato cartonato classico per bambini. In questo senso la proposta è nuova.

Isabella Labate (illustratrice) – Adoro il libro di Selznick, ma credo sia distante dal formato di Un tempo per ogni cosa. In La straordinaria invenzione di Hugo Cabret l’autore disegna le illustrazioni pensando a uno storyboard come per il cinema, con quei ritmi. Nel mio libro le immagini sono pensate per condurre il lettore verso un momento importante, di introspezione e infine di illuminazione e consapevolezza.

Davide Calì (autore) – Non saprei, da quando il termine graphic novel è diventato popolare e di uso comune viene utilizzato per definire prodotti molto diversi. Io rimango legato alla definizione originaria, che colloca la graphic novel nell’ambito del fumetto. Essendo anche un fumettista, ci tengo un po’ a distinguere le cose. Quello nostro con Isabella mi sembra un classico albo illustrato, con un tema forse un po’ più adulto, ma ormai direi che in questo senso in giro ce ne sono molti.

Un tempo per ogni cosa

Tornando alla collana, da cosa deriva il suo nome, "le voci"?

Giulia Belloni Peressutti (editor) – La collana “le voci” premia il genere “albo illustrato per adulti” cioè un testo breve di forte cifra autoriale, illustrato da grandi nomi dell’illustrazione scelti ad hoc, in modo da poter creare, se possibile, matrimoni artistici tra autore e illustratore. Il nome “voci” nasce da questa idea di forte selezione (i testi devono essere brevissimi e raffinati e le immagini devono accompagnarli al meglio) come a chiarire il grande lavoro di ricerca editoriale volto a evidenziare questi assoli artistici.

Oltre all’uomo con la bombetta, nota raffigurazione del pittore René Magritte, il lettore può trovare altri camei artistici, o evidenti ispirazioni, nell’albo?

Isabella Labate – La pittura di Magritte mi sembrava molto in armonia con la storia scritta da Davide. Ho nascosto il volto di Edgar da una colomba nell’istante in cui lui comprende la vita. Avevo anche pensato in un primo momento di mettere il protagonista di spalle in copertina, citando un’altra immagine del pittore surrealista, ma poi abbiamo deciso coralmente di rappresentare Edgar di fronte.

L’inizio e l’epilogo del racconto è sancito da due tavole. La prima, apertura, si riempie con i diversi modelli di orologi minuziosamente illustrati; la seconda, conclusione, propone invece una varietà di oggetti che, come funzione narrativa, svela l’evolversi della vicenda. Oltre a questo dettaglio, sono soprattutto i paesaggi a rendere il talento dell’illustratrice. In alcuni casi questi sembrano delle vere e proprie foto d’epoca. Tra la folla disegnata possiamo forse ritrovare alcune riproduzioni di personaggi celebri o solo realmente esistiti?

Isabella Labate – Le foto d’epoca sono una mia grande passione. Le considero un vero e proprio teletrasporto verso il passato. Le colleziono e ne cerco in continuazione, le studio attentamente e amo guardare i dettagli, i cappelli, le scarpe, un colletto, un foulard. Quindi inserisco nelle mie illustrazioni tutto quello che può servire a rendere lo spirito del tempo. I personaggi delle mie immagini sono inventati, tutti tranne il protagonista. Edgar è stato interpretato dal mio amico Lele, che ha trovato, seguendo le mie indicazioni, tutte le espressioni giuste per dare al personaggio un’anima. I risguardi sono stati pensati per dare al lettore una premessa e una postilla alla storia. All’inizio troviamo il vecchio mondo di Edgar, fatto di ticchettii e scandito in rituali sempre uguali, ma anche di oggetti, collezionati con ossessione. Alla fine gli orologi lasciano il posto a pezzi di vita, emozioni, sapori. Si conserva un unico rito, quello della telefonata alla madre.

Edgar, il protagonista, sembra avere un po’ le sembianze dell’autore del libro, Davide Calì, soprattutto nell’immagine di copertina… È soltanto una mia suggestione o c’è stata un’ispirazione al reale?

Isabella Labate – Non sei la sola a dirlo, ma no, in realtà, come dicevo, è stato il mio amico Lele a posare per il personaggio. Che strano, a metterli uno di fianco all’altro non si somigliano per nulla…

Leggendo il libro mi è venuto in mente (ma forse anche qui si tratta di una mia suggestione), il breve romanzo di Edgar Allan Poe, nel quale il battito di un cuore nascosto diventa, per il protagonista, un rumore ossessivo quanto può esserlo il costante ticchettare di un orologio (“Il cuore rivelatore”). Del poeta il protagonista ha in comune il nome (Edgar). Un caso?

Davide Calì – Sì direi un caso. Conosco bene quel racconto, Edgar Allan Poe è stato uno dei miei autori preferiti quando ero ragazzino. Ma se il ticchettare del cuore rivelatore porta, dopo un crescendo ansiogeno, l’autore del delitto a confessare, gli orologi di Edgar ticchettano in modo più innocente, a scandire la sua vita in modo rassicurante.

Un tempo per ogni cosa

Approfondimenti:

Lo spazio bianco
Collana Voci - Kite Edizioni