Ada è appena nata ed è già tutta al contrario. Un giorno ad Antonino cadde un pentolino sulla testa. Due personaggi e due albi illustrati legati da un filo narrativo comune. Ve li racconto in questo articolo.

“Ada al contrario”, Guia Risari, Francesca Buonanno, Settenove 2019

Ada è appena nata ed è già tutta al contrario. Nella culla della nursery dorme sotto sopra, il suono del suo pianto ha le vocali invertite. Ada cresce, il suo mondo alla rovescia diventa sempre più evidente. Impara in fretta a muoversi e a parlare, eppure il suo comportamento non rispecchia le aspettative dei grandi. Inverte parole e significati, i suoi genitori provano a correggerla con scarsi risultati. Ada però sta bene, è sana come un pesce. Disegna dappertutto e mai dentro al foglio, sa allacciarsi le scarpe con il fiocco sulla punta del piede, sa camminare all’indietro col medesimo passo lesto di chi cammina in avanti. Ada è una bambina vivace che impara in fretta, seppure lo fa a modo suo. A scuola trova complicato capire le consegne e stare al proprio posto: la pazienza del maestro è messa spesso a dura prova dal suo comportamento. Ada ha però imparato a leggere, scrivere e far di conto adottando strategie personali, un po’ macchinose ma funzionali per il suo modo di essere. Quando la mamma e il papà portano Ada dallo psicologo la diagnosi è chiara: “Ada è fatta al contrario, ma è felice così…”.

La bambina inizia a frequentare un corso di ginnastica espressiva. L’insegnante si fa spazio nel mondo di Ada e comprende come, dal suo punto di vista, i suoi gesti siano “diritti”. Inizia quindi ad aiutarla a compiere quei movimenti che lei crede siano invece “al contrario”. I genitori di Ada si commuovono davanti ai veloci progressi. La bambina considera come sia semplice renderli felici: basta camminare in avanti, cioè… al contrario! “Ada è fatta al contrario, ma è felice così…”.

Tra le recenti pubblicazioni per l’infanzia si fa strada la storia di Ada, un racconto dedicato al tema della diversità e al diritto di poter essere accolti e sostenuti nella propria complessità. La protagonista è una vivace bambina che presenta alcune caratteristiche legate ai disturbi dello spettro autistico, in particolare la sindrome di Asperger. Guia Risari ripercorre alcuni momenti che accomunano esperienze simili a quelle che coinvolgono Ada e la sua famiglia. L’autrice si pone come farebbe un buon osservatore, descrive azioni e situazioni concrete lasciando da parte definizioni ed etichette. Il tema dell’autismo non è infatti mai citato e questo permette ai bambini ascoltatori di focalizzare l’attenzione sulla persona, di conoscere e immedesimarsi in una protagonista fuori dagli schemi.

Le delicate illustrazioni di Francesca Buonanno arricchiscono di espressività il tema trattato, proseguendo nello stile leggero della scrittura. L’aria spensierata di Ada diventa rassicurante e divertente.
Nonostante l’aspetto leggiadro, “Ada al contrario” diventa un racconto profondo e sincero quando, pagina dopo pagina, ripercorre i momenti critici che accomunano coloro che vivono una situazione vicina a quella descritta.

Nella vicenda di Ada viene affrontata la tematica dell’inclusione a scuola. Troviamo un maestro spazientito e in difficoltà nel fare adattare la sua allieva alle richieste curriculari e di condotta. La successiva analisi dello psicologo incapace di cambiare la situazione. Infine, la maestra di danza riesce finalmente ad accogliere Ada nella sua diversità e cerca con lei gli strumenti per aiutarla a vivere in equilibrio con gli altri, pur mantenendo la propria unicità.

Il libro è pubblicato da Settenove, una casa editrice che si occupa di narrativa e albi illustrati rivolti alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere.

“Il pentolino di Antonino”, Isabelle Carrier, Kite edizioni, 2018

È straordinario come una similitudine narrativa possa essere tanto incisiva nel rappresentare la realtà e le molteplici sfumature in cui questa si presenta. Quando ad Antonino, per ragioni sconosciute, cadde un pentolino sulla testa, non fu più lo stesso di prima. Oltre a questa situazione, già di per sé difficile da accettare, quel pentolino gli rimase fastidiosamente attaccato. Antonino non poté liberarsene in nessun modo. Il pentolino gli era d’intralcio anche per compiere le azioni più comuni. Rappresentava per lui una barriera motoria, sociale ed emotiva.

Il pentolino non era Antonino ma divenne una parte di lui. Indubbiamente ne condizionò azioni e personalità. Sono sufficienti queste prime poche battute per ritrovare nel piccolo Antonino le innumerevoli biografie che rispecchiano la sua vicenda. In questo albo illustrato possiamo trovare la similitudine con le vicende legate all’autismo, alla disabilità, alla diversità o a un evento critico della vita. Ma anche soltanto con il sentirsi differenti dagli altri e, per questo, mal capiti.

La storia di Antonino ricalca le molteplici situazioni in cui sembra che qualcosa piombi sopra la vita per conferirle un handicap, propriamente inteso come un ostacolo al sereno percorso. Il pentolino qui ci riporta all’origine del termine handicap, dall’inglese hand in cap “mano nel cappello”, un gesto che aggiunge una difficoltà a un’azione. Definizione nata nel gioco d’azzardo seicentesco, passata poi nell’ambiente dell’ippica e arrivata infine a indicare lo svantaggio psicofisico. Una parola usata spesso in modo improprio per descrivere gli “Antonino” anziché il “pentolino”.
Per questo motivo un continuo dibattito ha portato a sostituirla con altre definizioni, più attente a non creare terreno fertile per l’esclusione sociale e il pregiudizio.

Fortuna che Antonino, nel momento in cui inizia a sentirsi eccessivamente sopraffatto dalla presenza del pentolino, fa un incontro con un persona alquanto speciale e a lui molto affine. Un’altra alla quando un giorno cadde un pentolino sulla testa. La mentore di Antonino, oltre ad aver imparato a convivere con il suo “ostacolo”, è riuscita a trasformarlo in risorsa. Così aiuterà Antonino a cambiare prospettiva per fare tesoro del suo pentolino e questo diventerà, per lui, sempre meno ingombrante.

Isabelle Carrier coglie i diversi aspetti della diversità in questo sottile e significativo racconto, diventato tra i più letti e apprezzati in merito alla tematica delle diverse-abilità. Il tratto leggero dei disegni e i colori tenui, riportano l’attenzione del lettore al tema narrato, ponendo sempre al centro l’argomento del libro. Un albo di un’infinita dolcezza.