Oggi vi propongo una selezione di albi illustrati per l’infanzia dedicata alle emozioni e alla condivisione di particolari momenti della crescita del bambino piccolo. Sono libri conosciuti e molto amati dai piccoli lettori. Iniziamo a parlare di “rabbia” con la storia di Roberto.

Quando la rabbia si trasforma in un grande mostro rosso

Che brutta giornata ha passato Roberto. Quando rientra a casa è talmente nervoso che getta le scarpe infangate per aria ed assume un atteggiamento scontroso con tutti. Così il papà lo spedisce dritto dritto in camera sua. Una volta raggiunta la sua stanza il bambino sente che c’è qualcosa dentro di lui che sale, sale, sale e, quando si manifesta, scopre che è proprio la rabbia! L’emozione si è materializzata in un enorme essere rosso fuoco. Il bambino scopre presto che giocare con la rabbia non è affatto piacevole. La creatura butta tutto per aria, distrugge giochi, oggetti e strappa i libri… bisogna fermarla subito. Ora Roberto ha ritrovato la sua calma. Si mette a riordinare e riparare tutto ciò che la Rabbia ha appena rovinato. Da questo momento il mostro rosso si fa sempre più piccolo. Meglio quindi chiuderlo in una scatolina.

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Tra le tante emozioni, ben presto i bambini hanno a che fare con la rabbia, non sempre facile da gestire. Sappiamo che è un sentimento lecito. Questa consapevolezza aiuta il bambino a rivolgere la sua energia in direzioni meno esasperanti. Il racconto “Che rabbia!” di Mireille d’Allancé, mostra chiaramente come a combinare danni non sia il bambino, ma la sua rabbia materializzata in un grosso essere tutto rosso. Gli viene così riconosciuta la possibilità di provare l’emozione, senza attribuire alcuna etichetta come ad esempio: cattivo, monello, pestifero, e via dicendo.

La lettura di questa storia e i rimandi che la stessa suscita, ispirano alcune attività che offrono la possibilità di “giocare” con la rabbia e con l’essere arrabbiato. Ad esempio, si può allestire un contenitore per mettere dentro la Rabbia (che può essere rappresentata da un foulard rosso). Si può realizzare anche la Scatola della rabbia, nella quale mettere e chiudere metaforicamente questo sentimento. Quando un bambino si sente arrabbiato, urla dentro la scatola e la chiude velocemente in modo da non permettere alla rabbia di uscire e scappare nuovamente fuori. Queste attività saranno preziose per sostenere il bambino piccolo nell’espressione, riconoscimento e  regolazione emotiva. Proprio come succede a Roberto.

Quando i bambini fanno la nanna, ognuno a modo proprio

Scende la sera e tutti i bambini vanno a fare la nanna. Ognuno di loro dorme in un modo del tutto unico e personale. C’è chi ospita nel suo letto peluche e pupazzi. Chi si addormenta fra i libri e chi con la musica. Qualcuno dorme rannicchiato, qualcun altro al rovescio e qualcun altro, invece, abbracciato.
Insomma, sono proprio tanti e speciali i bambini della nanna. Questo è un libro per augurare a tutti loro una buona nanna.

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“I bambini della nanna” è un delizioso racconto in rima sul tema della nanna, scritto da Lucia Panzieri, illustrato da Samantha Enria, per Lapis (2006). Un libro per la mamma e il papà che vogliono accompagnare i bambini nel momento dell’addormentamento. Le tavole descrivono il testo e lo arricchiscono di ironia. É facile immedesimarsi in questi bambini e ritrovare nei loro tanti modi di prepararsi al sonno, anche quelli dei nostri bambini ma non solo… Probabilmente ci ritroviamo anche le abitudini di noi grandi. Le illustrazioni di Samantha Enria, ricche di dettagli, rendono pienamente la vitalità e la tenerezza dell’infanzia. Un mondo ovale che ripercorre dolcemente le scene della quotidianità attraverso l’uso di colori  e tonalità rassicuranti e le espressioni divertenti dei personaggi.

I numerosi rituali scelti dai bambini per cadere nel mondo dei sogni, hanno un aspetto confortevole. Il racconto trasmette al bambino la fiducia di restare ben ancorato al mondo reale e la serenità nel potersi abbandonare, lasciare andare e, infine, addormentarsi.

Quando i bambini iniziano a usare il vasino

Arriva quel giorno in cui la mamma compra un paio di mutandine e un vasino. Questo racconto parla di un bambino di nome Luca ed è dedicato a un’esperienza che accomuna tutti i bambini della sua età. Luca vuole sentirsi grande, così va subito in bagno per provare a far pipì nel suo vasino nuovo di zecca. Ma niente, la pipì non arriva!
Non è ancora il momento, suggerisce la mamma proponendogli di andare a giocare un po’.
Luca si distrae. Ora è impegnato a costruire una torre altissima. All’improvviso, la tanto attesa pipì sta proprio cominciando a… scappare! Le mutandine nuove sono ora tutte bagnate. Un piccolo necessario incidente che aiuterà il bambino a capire quando è il momento giusto per andare a fare la pipì.

“Luca usa il vasino” è una tenera storia dedicata al passaggio dal pannolino al vasino, un’esperienza tipica raccontata ai bambini attraverso un linguaggio diretto e strettamente legato alla loro quotidianità.
Le mutandine nuove, provare a sedersi sul vasino, farsi la pipì addosso, cambiarsi i vestiti che si sono sporcati, riprovare ancora, osservare, sentire, salutare la pipì e la popò che spariscono nel water, tirare lo sciacquone e pulirsi; una serie di situazioni  e di rituali comuni ai bambini di due-tre anni.

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Il raggiungimento del controllo sfinterico, uno dei momenti più delicati e impegnativi dell’età evolutiva, avviene gradualmente e con sostanziali differenze da bambino a bambino. Soltanto quando il trattenere e il rilasciare la pipì e la popò diventano atti volontari, il bambino/a può iniziare a sedersi sul vasino e provare a rimanere un po’ di tempo senza il pannolino. Così facendo comincia pian piano, senza forzature, ad abituarsi a questa nuova condizione. Questo racconto di Pauline Oud, amatissima illustratrice olandese, fa parte di una serie di libretti, dal formato piccolo e maneggevole, che descrivono alcune situazioni comuni della prima infanzia.

In tutte le storie il personaggio principale è sempre un bambino, Luca, oppure una bambina, Sara (Kas e Saar, nella versione originale) e la narrazione è ricca di dialoghi fra piccoli e grandi. “Luca usa il vasino” è un invito ad accompagnare pazientemente e serenamente il bambino durante l’esperienza di crescita dalla quale si libererà del pannolino. La mamma della storia appare tranquilla e rassicurante. Ha un atteggiamento accogliente, é disponibile a spiegare al piccolo ciò che sta accadendo e non rimprovera mai il figlio, neanche quando, distratto dal gioco, si lascia scappare la pipì addosso. La mamma convince il bambino a sedersi sul vasino con l’espediente del “diventare grandi”. E i bambini amano sentirsi grandi.

Quando i bambini imitano tutto ciò che fanno i grandi

Piccolo Coniglio imita tutto quello che fa papà Coniglio. Al mattino si veste come lui, mette la maglia e poi le calze… Ma il Piccolo Coniglio è dispettoso e infila il calzino nell’orecchio. Si siede a tavola con papà Coniglio perché vuole mangiare proprio come lui e, quando il padre legge il giornale, anche lui vuole vedere le figure. Vuole fare tutto, proprio come un grande. Ripete ogni cosa che vede fare tranne quando arriva il momento di andare a dormire. Attraverso l’esempio papà Coniglio riuscirà a convincere il piccolo a fare la nanna, proprio come un grande.

come un grande

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“Come un grande!” è un racconto dedicato ai meccanismi di apprendimento attraverso l’osservazione e l’imitazione delle azioni. Verso il secondo anno di vita questo processo diventa evidente nel gioco simbolico o di finzione, attraverso il quale i bambini riproducono le azioni, i comportamenti osservati e i momenti della quotidianità. Il ritmo narrativo segue le illustrazioni, permettendo facili associazioni tra parola denominante e oggetto denominato. Le immagini sono bidimensionali e rappresentano unicamente i personaggi (papà Coniglio e piccolo Coniglio) e i loro oggetti, posti su uno sfondo monocromatico. Una storia particolarmente apprezzata dai bambini tra il primo e il secondo anno di vita poiché si immedesimano nel bisogno di fare da soli, proprio “come un grande”! Il formato cartonato rende particolarmente adatto il libro per le prime e per l’approccio con le pagine.

Quando i bambini osservano l’oggetto e il suo contrario

“Il mio ippopotamo” è un voluminoso albo cartonato che racconta gli opposti ai bambini, attraverso immagini semplici e stilizzate (36 pp). Janik Coat realizza figure “sagomate” per questo viaggio alla scoperta di uno stato e del suo contrario: piccolo/grande, lontano/vicino, davanti/dietro, pieno/vuoto, opaco/trasparente, liscio/ruvido e via dicendo. Attraverso un ippopotamo rosso, i bambini vengono a contatto con i rudimenti della prospettiva e delle proporzioni, le relazioni tra gli oggetti e i concetti di forma e di spazio.

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Questa scoperta è guidata dalle immagini e dalle descrizioni pronunciate durante la lettura ad alta voce. Le categorie di opposti possono essere viste, osservate ed anche toccate, poiché il libro contiene pagine tattili. Nella versione originale l’autrice crea un gioca con la parola ippopotamo che diventa “ippo-opposti” (Hippopposite). Una piacevole lettura accompagnata dal 1° anno di vita.

Quando tutti i bambini sono proprio come… tutti i bambini

Puoi essere nato lontano oppure vicino, in città oppure in un prato. Puoi nasconderti coperto da un piumone o avere il raffreddore. Puoi vivere in un paese freddo oppure in uno molto caldo. Eppure, anche tu, come tutti i bambini, hai dieci dita alle mani e dieci ai piedini! Una bellissima storia che affronta il tema dell’educazione interculturale attraverso la tenerezza dei bambini.

Cosa c’è di più dolce delle dita paffute dei bambini? É davvero difficile resistere alla morbida buffezza delle loro manine e dei loro piedini. Fox e Oxenbury – definite da Publishers Weekly come due titani dei libri per l’infanzia – hanno sicuramente centrato l’obiettivo nel trasmettere al lettore la gioia che i bambini sanno portare in ogni angolo del mondo, al di là delle diversità etnico-culturali. Saper vivere in società multiculturali diventa di fondamentale importanza in vista di un futuro in cui le differenze cessino di essere un ostacolo per trasformarsi in risorsa. Allora avremmo conquistato la vera intercultura.

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L’idea della diversità viene trasmessa presto dagli adulti ai loro bambini. Dunque, se liberarsi da fuorvianti pregiudizi è faticoso per noi grandi, l’impegno deve diventare quello di non trasmetterli alle nuove generazioni. Il racconto utilizza una semplicissima argomentazione per parlare di uguaglianza, il fatto che tutti noi, ovunque nasciamo, siamo molto simili: abbiamo dieci dita alle mani e dieci ai piedini. Così, con una semplicità talvolta disarmante, l’autrice presenta al lettore un prezioso messaggio di umanità e tolleranza. L’aria familiare di questo adorabile e multietnico gruppetto di bambini accompagna i piccoli in quella che possiamo definire come una lettura-coccola. Un perfetto racconto della buona notte, ben ritmato, che fa uso di parole semplici e familiari, pronto a diventare una filastrocca da cantare anche in assenza del testo.

Quando il fratellino maggiore rivuole il ciuccio

Nel momento in cui il maialino Benny osserva com’è beato il suo fratellino con il ciuccio in bocca, gli vien voglia di averne nuovamente uno anche lui. La mamma però, in tutta risposta, gli dice di essere ormai diventato grande. Non contento Benny afferra lesto il ciuccio del neonato e scappa via con il maltolto tra le labbra. Lungo la strada i passanti lo osservano stupiti mentre fugge con il ciucciotto e, all’improvviso, tre bulli maialini iniziano a prendersi gioco di lui. Fortunatamente il signor cane arriva in soccorso del maialino e rimprovera i tre prepotenti. All’improvviso Benny sente il fratellino piangere e corre a più non posso per riportargli il ciuccio rubato.

La storia del maialino Benny racconta come “diventare grandi” significhi talvolta dover rinunciare a quelle cose “dei piccoli” che danno un senso di protezione e conforto. Capita spesso che l’arrivo di un fratellino o di una sorellina scombussoli il presente del fratello maggiore, facendo desiderare un imminente ritorno al recente passato: avere gli stessi oggetti ed essere trattati nuovamente come al tempo in cui erano molto piccoli. Per questo si tratta di un percorso di crescita da accogliere pazientemente attraverso il dialogo.

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Quando il fratello o la sorella maggiore riprovano quelle cose che utilizzavano quando erano piccoli, si accorgono presto come il loro effetto non è più lo stesso e che dopotutto non non è poi così male diventare grandi. Spesso si crede che “Anch’io voglio il ciuccio!” sia dedicato agli argomenti che ruotano intorno al ciuccio; in realtà si tratta di un racconto che affronta il tema della gelosia, il sentimento manifestato dal bambino quando arriva in famiglia un nuovo fratellino/sorellina. La vicenda di Benny ripercorre l’esperienza di un fratello maggiore in erba (lo è appena diventato). Benny si trova a fare i conti con un sentimento del tutto naturale e lecito. La gelosia nell’infanzia dopotutto non è altro che la capacità che hanno i bambini di amare e la loro sensibilità verso i cambiamenti. Il nostro compito è quello di accogliere questi turbamenti, senza reprimerli.

Un libro sorprendente dove i personaggi, maialini e altri animali antropomorfi, comunicano le espressioni tipiche dei bambini, i loro sentimenti e le fragilità. Nel suo percorso Benny lascia la sicurezza della sua casa per andare da solo per la strada. Fa una cosa “da grandi” pur serrando un oggetto “da piccoli” tra le labbra. Proprio per questo viene deriso da alcuni bambini e accade quello che non ci augureremmo mai: un episodio di bullismo. I tre maialini più grandi hanno un atteggiamento da veri gradassi finché un adulto interviene (per fortuna) in difesa di Benny. Ora anche loro sembrano piccoli e spaventati.

Quando un bambino non vuole andare a dormire

É proprio difficile andare a nanna! Un bambino come tanti non vuole dormire. Desidera giocare ancora con l’orsacchiotto. Ma l’orso, quello vero, sta dormendo! Al calduccio, nella sua tana. Quindi è meglio giocare con il pinguino, pensa il bambino. Vive al freddo, sarà difficile che si addormenti. Non è così! E’ coricato nella sua tana, sotto la neve, dove riposerà per sei lunghi mesi. Allora è meglio giocare con un animare notturno, come il pipistrello.
Eh già, proprio lui! Ama così tanto dormire da essere capace di farlo addirittura a testa in giù! Che noia, dormono proprio tutti questi animali! Quando si dorme non succede nulla di speciale, pensa il bambino.
Ne sei proprio sicuro? Ha inizio ora il suo viaggio nel mondo dei sogni, dove scoprirà che dormire può essere davvero piacevole…

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Il racconto “A tutta nanna” fa parte della collana I nidi della casa editrice Sinnos, dedicata alla primissima infanzia (0-6). È un libro cartonato pensato per accompagnare i più piccoli nel momento della nanna, un libro della buonanotte. Un semplice racconto che porta il bambino a immedesimarsi nel protagonista che desidera continuare a giocare piuttosto che andare a letto. La storia è semplice e scorrevole, costruita sotto forma di dialogo tra adulto e bambino.
Una conversazione diretta e immediata, durante la quale il bambino cerca di portare avanti le sue motivazioni al non voler dormire mentre l’adulto gli racconta tutte le cose che può fare durante il sonno e le infinite possibilità che regalano i sogni.

Come succede spesso nei dialoghi quotidiani, l’adulto risponde ai perché del bambino utilizzando comparazioni e similitudini. In questo libro racconta alcune abitudini degli animali, i quali, al contrario di quel che pensa il bambino, sono dei veri amanti del sonno. L’orso, il pinguino e anche il pipistrello, hanno le loro particolari abitudini per riposare. Un invito per i piccoli lettori ad entrare nel mondo dei sogni, un luogo dove tutto diventa possibile, come nella fantasia.