Un albero triste e cupo, senza foglie né radici, vagava solitario piangendo lacrime di resina.
Gli abitanti di quella valle ne erano spaventi. Erano convinti che il suo lamento poteva trasformarli in roccia e per questo si tenevano alla larga da lui. Quel povero albero invece aveva bisogno di essere ascoltato e di ritrovare le sue radici. Una notte, una bambina di nome Amali, guardando fuori dalla finestra si accorse del triste albero e si avvicinò a lui per accarezzarlo delicatamente.

Amali aveva molte cose in comune con l’albero. Quel contatto riportò la sua mente indietro nel tempo, ad un’altra notte, quella passata sul barcone, in fuga dal suo paese natio. Si ricordò delle lacrime di sua madre, del caldo, del profumo di spezie e di fiori di cacao, del vento, della libertà, dei colori del deserto e della paura.

Poi pensò alle sue nuove radici, alla neve e all’effetto che producevano il colore della sua pelle e il suono del suo nome. Si ricordò della sua nuova amica Sara. Le sue paure erano ora diverse… non prendevano più tutta la pancia. Dedicò all’albero le parole che suo padre le disse sul barcone: “Guarda il Cielo. Il cielo è uno solo e abbraccia tutti i posti e tutti i paesi del mondo”. Il mattino dopo, al suo risveglio Amali vide che l’albero non c’era più. Al suo posto c’era un bellissimo ramo fiorito.

Diventa sempre più complicato riuscire a proteggere adeguatamente i bambini dal flusso di informazioni e di immagini, spesso al di sopra delle loro potenzialità comprensive ed emotive. Per tutelare il diritto a vivere l’incanto dell’infanzia e preservarli quindi da argomenti fuori dalla loro portata è bene non abbassare la guardia, nemmeno nelle cosiddette fasce protette.

D’altro canto, eventi, realtà difficili e situazioni spinose ci circondano continuamente e i piccoli sono osservatori sensibili e curiosi. Per questo motivo ci domandiamo quale sia il modo più adatto per parlar loro dell’esistenza di alcune realtà difficili e drammatiche, senza turbarne la preziosa spensieratezza.
Da sempre, la narrazione e la lettura di fiabe e racconti hanno permesso di rivelare ai bambini i problemi e la fallibilità degli esseri umani in un modo che risulta per loro accettabile. Bruno Bettelheim, nel suo noto saggio “Il mondo incantato”, scrisse a tal proposito:

“Ècaratteristico delle fiabe esprimere un dilemma esistenziale in modo chiaro e conciso. Questo permette al bambino di afferrare il problema nella sua forma più essenziale, mentre una trama più complessa gli renderebbe le cose confuse.”

Amali e l’albero è una fiaba coinvolgente e delicata che racconta al piccolo lettore il dramma dell’immigrazione forzata, proiettandolo simbolicamente nell’esistenza infelice di un albero senza radici.
Giocando proprio sul modo comunemente usato per descrivere le proprie origini, le radici, l’albero porta con sé le sofferenze e le angosce di Amali, una bambina immigrata da un paese caldo e profumato ma non più sicuro. Per milioni di bambini l’incanto dell’infanzia finisce troppo presto e la loro sopravvivenza è costantemente minacciata da guerre e abusi.

La voglia di costruire una nuova vita al riparo dalla guerra, spinge intere famiglie a staccare le proprie radici dal paese natio per fuggire, emigrare, con la paura nella pancia e la speranza nel cuore.
I bambini, come gli adulti, si ritrovano in un luogo lontano e sconosciuto. Il viaggio e l’arrivo sono spesso momenti disagevoli  e drammatici. In questo nuovo paese cercano di ricostruire le loro radici per iniziare una vita diversa e, dunque, rifiorire.

Le illustrazioni dai toni caldi di Paolo Domeniconi rendono ancor più suggestivo e poetico il testo scritto da Chiara Lorenzoni. Nel racconto, le emozionanti descrizioni del prima e del dopo la migrazione conducono il lettore nel vortice di sensazioni provate dalla stessa protagonista. Una storia che offre una chiave importante, un messaggio di umanità e di uguaglianza letto nelle parole del papà di Amali:

“Guarda il cielo, Amali. Il cielo è uno solo e abbraccia tutti i posti e tutti i paesi del mondo. Guarda le stelle, brillano allo stesso modo sopra le teste di tutti.”

L'albo è stato realizzato in collaborazione con Amnesty International Italia, per promuovere il diritto di accoglienza e protezione dei minori che arrivano ogni giorno in Europa.