Tra i libri disponibili al nido d’infanzia in cui lavoro, ce n’è uno intitolato Che brutte abitudini, Pierino! Ho iniziato a leggerlo ai bambini ed è diventato immediatamente uno dei loro preferiti. Un racconto spassoso, scritto è illustrato dall’autore inglese David Roberts, che firma i disegni dell’intera serie Dirty Bertie. In questo albo viene affrontato l’argomento delle buone maniere in un modo straordinariamente simpatico e coinvolgente.
Bertie, da noi Pierino, è un bambino che ha una propensione verso tutto quello che ad altri genera sentimenti di ripugnanza. Nel racconto quindi si parla di “schifezza”, così come questa è percepita dal bambino e da chi ha il compito di educarlo. “Schifezza” è anche una di quelle parole considerate tabù nell’infanzia, nonostante l’ilarità che suscita nei piccoli. Quante volte, infatti, diciamo loro che non è educato dire “mi fa schifo”?


In copertina appare un buffo bambino trasandato con le dita nel naso. Ma è solo l’inizio. Aprendo il libro si scopre che di schifezze ce ne sono a bizzeffe. Pierino non ha, nel modo più assoluto, paura di sporcarsi. Come molti bambini piccoli, è fortemente attratto da ciò che è appiccicoso e imbrattante. Da questo, la lettura diventa un momento importante per il piccolo lettore che può rivedere e riflettere i propri vissuti. Nel racconto Pierino mangia cibo per cani, raccoglie le cose da terra come un lecca-lecca dal marciapiede, cattura vermi per spaventare la sorella, fa la pipì nel giardino e mangia le sue caccole del naso.
La famiglia è esasperata. Ogni membro cercherà di indirizzare il bambino verso le buone maniere, ammonendolo su ciò che si fa a ciò che non si può (davvero) fare.
Osservando le tavole, troviamo molti dettagli che coinvolgono i bambini piccoli. Il ritmo narrativo è lineare e piacevole, mentre il testo è breve e scorrevole con parole che indicano i rumori delle azioni. Suoni e onomatopee arricchiscono la lettura fino all’ultima pagina quando, con un soddisfatto “GNAM”, Pierino mangia (no, ti prego!) la sua caccola.
Un racconto, dunque, che accoglie i bambini nella loro spontaneità e che, nello stesso tempo, li conduce a comprendere quali sono le richieste dei grandi, i divieti e i “no” mossi soprattutto da motivazioni igieniche e del buon costume.