Gli abitanti di Maranabó, una città costruita sull’acqua, utilizzavano lunghi trampoli per spostarsi da una parte all’altra. Maggiore era la capacità di stare in equilibrio, più lunga era la struttura dei loro trampoli e minore era il rischio di bagnarsi. Fra questi abitanti viveva Leopoldo, un ragazzo amante del cielo e delle nuvole. Era lui a possedere i trampoli più alti, costruiti con il legno di un robusto pioppo rosso. Ma a furia di stare tanto in alto, Leopoldo aveva perso interesse per quello che accadeva sotto di lui.
Amava vagare con il naso all’insù e seguire le nuvole. Aveva un’unica amica, una gazza di poche parole.
Quando gli abitanti di Maranabò allestirono i preparativi per la festa annuale, dedicata alla notte più lunga dell’inverno, Leopoldo, come sempre, aveva la testa fra le nuvole e non si accorse di coloro che lo chiamavano per aiutare nei preparativi. I festeggiamenti erano iniziati e anche la sua amica gazza decise di scendere in città per parteciparvi.
Il ragazzo si trovò completamente solo e si sentì triste. Così, dall’alto dei suoi trampoli, iniziò la lenta discesa per raggiungere gli altri. Era ancora sopra le teste dei suoi concittadini quando cominciò a udirne le voci: la festa era terminata, non c’era più legna da bruciare per ravvivare il fuoco.
Le persone rientravano nelle loro case tristi e sconsolate. All’improvviso si sentì nuovamente l’odore della legna che arde. Gli abitanti tornarono in piazza e ripresero entusiasti i festeggiamenti.
Ora era Leopoldo a trovarsi più in basso di tutti. Stava festeggiando anche lui e danzava felice a pelo d’acqua. Donando gran parte del suo prezioso legno per riaccendere il fuoco della Grande Festa, aveva trovato un posto speciale nel cuore della gente.

“Con la testa fra le nuvole” rientra tra quei racconti che sono a metà strada tra il testo narrativo e quello poetico. La trama diventa poesia quando è in grado di liberare il lettore dalla ricerca di un qualche significato ma, nello stesso tempo, ne suggerisce diversi e infiniti.
Le illustrazioni, invece, diventano poesia perché sono delicate, suggestive ed anche curate nel dettaglio come già avevamo apprezzato ne “Il grande libro dei mestieri” dello stesso autore.

Leopoldo, il protagonista, si trova letteralmente “con la testa fra le nuvole”: è talmente in alto da non riuscire più a sentire ciò che succede tra la gente.
Potremmo pensarla anche metaforicamente: è talmente immerso nei suoi pensieri da non riuscire più a percepire le voci degli altri. Quando arriva al limite di questo isolamento decide di scendere dal suo mondo incantato. Il ritorno alla realtà sarà lento e faticoso. Rinunciando alla vita solitaria spensierata e “asciutta”, che faceva tra le nuvole per riprendere posto nella sua fantasiosa città, si sentirà nuovamente felice.

Una storia sopra le righe, o meglio, sopra le acque. Un racconto da leggere ai propri bambini (dai 3-4 anni in su) per il piacere di immaginare una città completamente costruita sull’acqua (come una Venezia surreale), nella quale gli abitanti, per evitare di bagnarsi, usano dei trampoli talmente lunghi e sottili da sembrare quasi più pericolosi dello stesso finire in acqua!

CURIOSITÀ: C'è una pagina celata circa a metà libro. Sollevando il foglio dal basso verso l'alto si scopre l'illustrazione di Leopoldo che ascolta i mormorii della gente.