La recensione di oggi è davvero speciale. Ho letto l’albo di Lisa Biggi insieme a mio figlio Claudio. Poi abbiamo conversato sulla storia…

Che cos’è la felicità?

Oggi è il giorno delle pagelle, così ho aperto il registro elettronico per vedere quella di mio figlio. La felicità per Claudio era compresa nella frase “ammesso alla classe quarta”. Il fatto di avercela fatta stava sviando la lettura del giudizio finale scritto dalle maestre. In una parte hanno indicato una delle maggiori difficoltà emerse durante l’anno scolastico. La classe terza è quella dove, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a… essere interrogati (sul serio).

Riuscire a esporre gli argomenti con sicurezza è forse il più grande scoglio degli studenti alle prime armi con lo studio. Le insegnanti ribadiscono la necessità di una figura adulta (starete mica pensando a me?) che sostenga l’allievo quando deve studiare e ripetere, in modo che poi a scuola ci vada ben preparato. Sigh, ci sarà da lavorare sodo e succederà la sera quando indosso il più scomodo sfinimento della giornata. Eppure, vorrei che mio figlio trovasse un metodo di studio valido e si sentisse a suo agio nelle interrogazioni (per quanto sia possibile esserlo). A cena, questa sera, ne abbiamo parlato a lungo. Ho coinvolto anche il fratello dal momento che a settembre inizierà la prima. Meglio portarsi avanti.

La chiave è forse questa: APPASSIONARSI agli argomenti di cui si parla

Allora gli ho proposto un’interrogazione per ogni racconto che leggerà durante l’estate.

«Ieri sera hai letto il libro della strega, come lo racconteresti se si trattasse di un’interrogazione a scuola?»

«Che è un libro bellissimo!»

«Ma no! Non è sufficiente dire che è bellissimo per far capire di cosa stai parlando».

«Emh… C’è una strega…».

«Non iniziare con “c’è” però! Potresti invece cominciare a descrivere il libro in maniera più “sofisticata”, tipo: il racconto “Felicità ne avete?” è scritto da Lisa Biggi ed è illustrato da Monica Barengo. A questo punto potresti approfondire alcune informazioni sugli autori. Ad esempio, lo sapevi che l’illustratrice è della provincia di Torino?»

«Come te, mamma!»

«Sì, come me. Per questo, nel realizzare le ambientazioni delle tavole, ha tratto ispirazione dai paesaggi piemontesi, soprattutto del canavese, che è la zona in cui risiede. Disegnando i luoghi pre-montani dona al lettore alcune suggestioni paesaggistiche di un Piemonte trasformato in fiaba.»

Fabio, il fratellino che ascoltava con attenzione, esordisce con una domanda che, con molta probabilità, gli frullava in testa già dalla sera prima: «Ma mamma, la strega è brava o è cattiva

«Hai fatto una domanda fondamentale, però, prima di poter rispondere, dovremmo riuscire a raccontare la storia dall’inizio. Dunque, questa signora – che è chiaramente una strega – abita in una casetta di legno situata ai margini di un bosco. É una donna solitaria e parecchio scorbutica. Possiede un potere particolare e molto potente…»

«Possiede il potere di rubare la felicità».

«Esatto Claudio! Riesce a intercettare la felicità anche se è parecchio distante. Una volta acchiappata, si spiccia a infilarla in uno dei tanti nodi dei suoi lunghi capelli. Cosa crede sia la felicità questa strega che vive nel bosco?»

«Crede che siano quelle cose che hanno gli animali».

«Certo, infatti intende rubare proprio la felicità che appartiene alle creature del bosco. Le autrici quindi raffigurano la felicità attraverso oggetti semplici, cose raccolte nella natura: muschi, foglie, licheni, funghi, fiori, radici, cortecce, ghiande, insetti… Potrebbero sembrare robe di poco conto eppure simboleggiano qualcosa di significativo. Il fatto che la strega crede di appagare il suo desiderio di felicità appropriandosi di cose “materiali”, significa che investe il senso della felicità nell’avere piuttosto che nell’essere. Eppure la presunta felicità, una volta annodata, diventa qualcosa di effimero, che svanisce presto. Come quando si raccoglie un fiore credendo di poter trattenere la sua bellezza».

«E invece ci rimane tutta la bruttezza», aggiunge Claudio.

«E la strega continua ad essere infelice, nonostante tutte le cose che ha tra i capelli. Quindi, che cosa succede?».

«Succede che gli animali la invitano a una festa».

«Frena, frena. Stai correndo troppo. Ecco perché vanno male le interrogazioni».

«Giusto! Succede che gli animali le fanno delle trappole».

«Quasi… Allora, succede che gli animali del bosco sono arcistufi della burbera strega e dei suoi saccheggi. Quindi si riuniscono per trovare una strategia. Vogliono proprio mandarla via da lì. Iniziano a farle dispetti e a tenderle trappole. La strega si arrabbia molto. Gli urla contro con tono minaccioso e non manifesta nessuna intenzione di andarsene. Poi, finalmente, arriva la svolta. Il tasso pensa a un’idea diversa, che consiste nel recapitarle l’invito per una festa».

«Dove c’è il ballo!», aggiunge Fabio facendo un saltello e un giro su se stesso.

«Sì ma, prima del ballo, succede qualcos’altro d’inaspettato. Quando la strega riceve l’invito e, sospirando, lo tiene tra le mani, emerge la sua fragilità, la parte umana e sensibile. L’essere stata considerata non le è affatto indifferente. Però, con quei precedenti, non può che essere diffidente verso il gesto inatteso. Siamo a un bivio: c’è una parte di lei che vorrebbe rifiutare, convinta che si tratti solamente di uno scherzo. L’altra parte invece, facendosi sempre più insistente, la porta a desiderare di andare alla festa».

«Allora si pettina e si lava», sottolinea Claudio.

«Già. Si lava con acqua e sapone e poi, con il pettine, scioglie tutti i nodi. Appare ora come una signora graziosa e riservata. Cosa succede? Tolti i nodi, perso il potere. Come farà adesso a catturare la felicità?».

«Eh, non la prende più», afferma Claudio sollevando le spalle.

«Non può più rubarla, però magari ora ha la possibilità di sentirla davvero la felicità, quella vera. Il racconto termina in maniera splendida, con uno finale sospeso. L’epilogo è come se volasse via leggero, tra i rami degli alberi del bosco. Quindi Fabio, com’è infine la strega?».

«Per me è brava».

«Anche per me», aggiunge Claudio.

Approfondimenti:
Chi ha visto Monica Barengo? Intervista di Davide Calì, Roba da disegnatori (Morena Forza) , 20 aprile 2018
"IN CONVERSATION WITH: MONICA BARENGO", intervista di Martina Varnier, Polpettas, 2 marzo 2015

Le inconfondibili tonalità seppia di alcuni titoli editi da Kite: