Il ranocchio Kra, annoiato e privo di idee, è seduto davanti alla sua abitazione nel profondo della palude. Remando sopra una foglia galleggiante, arriva dal fiume l’amico Kro. “Vuoi salpare con me?”, chiede allegramente alla sua simile. Kra, seppure annoiato, è terribilmente fifone e tentenna nel dare una risposta affermativa alla proposta dell’amico.

Kro riesce a convincerlo e i due si avviano lungo il fiume. Il paesaggio umido e nebbioso nasconde numerosi pericoli ed ostacoli, Kro e Kra li affrontano e superano grazie soprattutto all’ottimismo del primo. Quindi riparano l’imbarcazione danneggiata, affrontano la tempesta, superano una folata di vento – forte come un uragano – e fanno rientro a casa volando appesi ad un paracadute improvvisato. La cena è sul fuoco e le tute stese ad asciugare. In pigiama, comodi e al sicuro sulle loro sedie a dondolo, possono finalmente godere del meritato riposo.

L’avventura delle ranocchie Kro e Kra (all’origine Kwik e Kwak), assume un senso diverso, più profondo, dopo aver esplorato la biografia di Nikolai Popov, autore e illustratore dell’albo. L’artista di Saratov (Russia) ha vissuto la sua infanzia ai tempi del secondo conflitto mondiale. Come tutti i bambini cresciuti in periodo di guerra, non poteva capire fino in fondo la gravità di quel momento storico-sociale. Ricorda il rumore delle sirene, i nascondigli sotterranei che proteggevano lui e i suoi cari durante i bombardamenti e la voglia di tornare a giocare con gli amici della sua età.

Raccoglievamo sulla strada le schegge lasciate dall’esplosione delle bombe.

Ai loro occhi sembravano davvero piccoli tesori da collezionare. Poi una di queste, la più brillante, esplose improvvisamente tra le mani di un amico, lasciandolo paralizzato per il resto della vita. Queste orribili immagini vissute con lo sguardo dell’infanzia, la lettura dei grandi della letteratura e l’attività artistica, hanno influenzato e rinforzato la posizione di Popov sull’insensatezza del conflitto bellico. (Fonte: Popov web site)

La storia raccontata nel suo precedente libro intitolato Perchè, riflette il ricordo di un’infanzia vissuta tra i resti della guerra, la distruzione, il disaccordo e l’inutilità di tanta sofferenza. Uno dei due protagonisti è una rana, un anfibio, come i due amici dell’albo Uguali ma diversi. L’abbinamento dei ricordi dell’autore al sangue freddo che caratterizza l’animale rappresentato nell’albo, è significativo. Esistono situazioni nelle quali avere sangue freddo può fare davvero la differenza e aiutare alla sopravvivenza e alla ricostruzione della propria vita.

Sul tratto artistico, colpisce particolarmente la neutralità emotiva che appare nei volti dei personaggi. Come se le espressioni del viso non seguissero in maniera incisiva l’articolazione narrativa ma rimanessero appese in una sorta di ingenuità fanciullesca, forse proprio quella che ha provato l’autore quando era piccolo. Se osservate ad esempio la tavola in cui Kra vola dall’imbarcazione e sbatte la testa contro un tronco, capirete ciò che voglio dire. I colori e gli acquerelli riportano ad ambientazioni paludose e umide e le proporzioni dei personaggi trovano equilibrio nella natura che li circonda.

Kro e Kra potrebbero simbolizzare un possibile dualismo interiore dell’individuo. La prudenza di Kra è in contrasto con l’essenza spericolata di Kro. La voglia di vivere, di divertirsi e di sfuggire alla noia, motiva Kra a seguire l’amico (o forse l’altra parte di se stesso) e ad assumersi il rischio che altro non è che la vita stessa.
In quel pomeriggio insieme, Kro insegnerà a Kra non solo a non aver paura ma soprattutto ad affrontare gli imprevisti con ottimismo.
La morale è scritta nell’ultimo passaggio del racconto:

“Ricorda sempre: L’ottimismo è magia… il pessimismo, invece, è una cattiva compagnia”.

Kro e Kra si ritrovano, nell’epilogo, davanti al fuoco, arricchiti l’uno dalla presenza dell’altro. La storia è scritta in rima, le frasi sono brevi e dialogate. Leggere il racconto prima di proporlo ai piccoli ascoltatori aiuta a trovare il giusto ritmo soprattutto per il fatto che i versi non terminano sempre nella stessa pagina e questo potrebbe influenzare la scorrevolezza della lettura.