Una carrellata di storie alquanto sottosopra. Troverete una nonna sul trattore, professioni e mestieri senza maschie e femminile, un bambino dai lunghi capelli, un principe fuori luogo, un gruppo di ragazzini che prende in giro le ragazzine, un compleanno fantastico e una bambina che… prende il volo. Questi sono solo alcuni dei titoli proposti dalla collana Sottosopra (EDT-Giralangolo edizioni), un progetto editoriale nato nel 2014 che vuole offrire, attraverso la narrazione, nuovi orizzonti per le future generazioni. Sono albi di gran qualità, mai pedanti, spesso ironici. La lettura come formazione umana, diventa un’opportunità per slegarsi dai condizionamenti sociali e per costruire il proprio personale progetto di vita.

Il trattore della nonna, Anselmo Roveda, Paolo Domeniconi (2014)

La nonna e il nonno vivono immersi nella natura insieme ai loro animali. La mattina si svegliano al canto del gallo, fanno colazione insieme e si dedicano ai lavori. Prima, però, la nonna si prepara: un tocco di lucidalabbra e gli stivali ai piedi. Ora è pronta per guidare la Signora Berta, il suo trattore rosso fuoco. Quindi si reca in garage, recupera l’Amico Tamagnùn, il carro a rimorchio, e via per la campagna.

Giunta alla collina, raccoglie fichi, mele e pere. Insieme al gatto fa una piccola pausa per la merenda, poi prosegue verso il bosco alla ricerca di funghi e mirtilli. Intanto il nonno si occupa delle faccende domestiche: lava i piatti, prepara la marmellata di prugne, inforna la crostata di ciliegie e mette i panni in lavatrice. Il nonno è inoltre un amante delle tecnologie: usa il microonde, cerca le ricette su internet, manda le email e chiacchiera con gli amici via radio CB. Arriva il tardo pomeriggio quando la nonna rientra. Finalmente è il momento di gustare la deliziosa crostata preparata dal nonno.

La collana di albi illustrati Sottosopra edita da EDT-Giralangolo è stata per me una fantastica scoperta. Le storie per bambini pubblicate raccontano società auspicabili, in cui ognuno è libero di seguire la propria ambizione. L’intento, come detto nell’introduzione, è quello di rompere gli stereotipi legati al genere, attraverso una narrazione attenta, comprensibile e spiritosa, capace di mostrare possibili realtà alternative. In questo racconto, il nonno e la nonna di questo racconto svolgono le attività che più amano, poco importa se queste siano consuetamente attribuite all’altro sesso. La nonna non rinuncia alla sua femminilità. Le piace la campagna e la vita all’aria aperta. Dunque, non rinuncia nemmeno a questa.

Nel racconto Il trattore della nonna è proprio la signora che si dedica alle attività tipicamente considerate maschili e viceversa. Il testo è accompagnato dalle splendide e tondeggianti illustrazioni di Paolo Domeniconi. I disegni catturano l’attenzione di bambini anche sotto ai tre anni poiché raffigurano soggetti e oggetti vicini alla loro realtà (i nonni, gli animali, la frutta, gli elettrodomestici, il trattore, la cucina con i suoi attrezzi…).

I piccoli nominano, osservano, riconoscono, riproducono versi e rumori, e il libro diventa così una piacevole esperienza. Il linguaggio e la lunghezza della storia, scritta da Anselmo Roveda, è adatto ai bambini sopra ai tre anni. Con qualche accorgimento narrativo – senza snaturare l’originale – può essere letto ai bambini un po’ più piccoli così da accompagnarli, fin dai primi anni, nella direzione auspicata dell’educazione all’uguaglianza e alla non discriminazione, indispensabile attivatore del cambiamento sociale.

Sembra che il terzo anno sia il più cruciale per la formazione dell’identità di razza e di genere e per l’accettazione delle diversità. Certamente già a tre anni i bambini hanno già assorbito molti degli stereotipi culturali e di genere attraverso la televisione, i giornali e le pubblicità e tramite gli adulti che li circondano.

Jackson, 1980; Milner, 1983 in E. Goldschmied, S. Jackson 1994

Il grande libro dei MESTIERI, Éric Puybaret, (2014)

Una fila di animali ammalati, domestici e selvatici, attende di essere visitata dal veterinario e dalla veterinaria di fiducia. Poi, girando pagina, si finisce lontano, lontano, tra le stelle e i pianeti dell’universo. Ed ecco il cosmonauta, un’unica parola per maschi e femmine che identifica questi esperti navigatori dello spazio. Andiamo avanti. Ecco una scuola. A insegnare in questa struttura senza finestre ci sono maestri e maestre di bambini attenti e distratti.

Torte giganti e ciuffi di panna vengono preparati dai pasticcieri e dalle pasticcere di un movimentato laboratorio. Lo stupore dei loro clienti è davvero garantito. Il viaggio alla scoperta dei mestieri e veramente lungo. Poliziotti e poliziotte inseguono e acciuffano banditi; aviatori e aviatrici si lanciano fra aeroplani e macchine volanti; ballerini e ballerine si esibiscono sul più importante palcoscenico; capitani e capitane viaggiano per gli oceani sulla loro gigantesca nave; i vigili del fuoco sono intenti a domare un grosso incendio; venditori e venditrici propongono deliziosa frutta e verdura; velocissimi piloti di auto da corsa gareggiano su strade di montagna. Infine, esploratori ed esploratrici vanno, come i nostri bambini, “alla scoperta di tutti i mestieri del mondo”.

Il grande libro dei MESTIERI è un fantastico albo, illustrato magistralmente dall’artista Éric Puybaret. Ogni tavola del libro (stampata su due pagine) è un vero e proprio “racconto nel racconto” ricco d’intelligenti dettagli, personaggi da scoprire e azioni da svelare. I piccoli si divertono a guardare e riguardare le immagini del libro. Aprono casualmente una pagina per rimanere incantati davanti all’interpretazione fiabesca dei mestieri, fatta dall’autore. La scoperta delle professioni da parte dei bambini è un percorso graduale. Durante il gioco simbolico, caratterizzato dall’imitazione dei gesti degli adulti, possiamo osservarli mentre, oltre a ripetere,  ricreano altre, nuove ed originali azioni.

Cercare di non trasmettere eccessivamente le nostre opinioni, credenze e stereotipi, è un impegno educativo molto serio, che sarà sicuramente ripagato dall’eccezionale creatività dei bambini. Le nuove generazioni hanno la possibilità di crescere con meno influenze sociali delle precedenti. Potranno scegliere di svolgere il mestiere che preferiscono senza incombere in qualsiasi stereotipo o pregiudizio. Questo messaggio è il valore aggiunto rintracciabile nei bellissimi albi per l’infanzia della collana Sottosopra – Giralangolo edizioni – diretta da Irene Biemmi, dedicati all’identità di genere e al superamento degli stereotipi.

Lunghicapelli, Benjamin Lacombe (2016)

Loris è un ragazzo dai lineamenti delicati e la chioma che arriva alle spalle. Adora i suoi capelli, ama sentirli svolazzare al vento. Per questo lo chiamano Lunghicapelli, anche se, chi non lo conosce, finisce per scambiarlo per una ragazza. Ogni volta che succede Loris prova un grande fastidio e, per reazione, pesta i piedi. Come se queste persone non avessero mai visto un maschio portare i capelli lunghi!

Eppure, Loris, di uomini con i capelli lunghi ne ha un elenco molto lungo. Le avvincenti storie di Tarzan, Sansone, degli indiani d’America, del re Sole, d’Artagnan, Conan, Thor, Sandokan e Capitan Harlock, fanno parte delle sue passioni. Inoltre, conosce un uomo davvero speciale che porta i capelli lunghi come lui. È un musicista di flamenco. È il suo papà. Gli ha trasmesso la stessa passione per la musica e la chitarra.
Succede così che, quando suona, nessuno fa più caso al delicato aspetto di Loris.

Lunghicapelli è un racconto che scorre veloce come il vento tra le ciocche, per accarezzarci nel profondo di noi stessi e invitarci a spostare lo sguardo oltre agli schemi e ai condizionamenti. Benjamin Lacombe è un’artista sublime, conosciuto per il suo stile eccentrico e per l’espressività malinconica che dona a personaggi e atmosfere dei suoi racconti.

Nei suoi libri, il tema della diversità è ricorrente. In questo, in particolare, le tavole illustrate appaiono più eloquenti del testo che le accompagna. È facile immaginare una possibile lettura “in solitaria” di un piccolo lettore, intento a sfogliare una pagina dopo l’altra e a perdersi nei dettagli dei disegni. Una lettura delle immagini dalla quale certamente potrà cogliere l’emotività del personaggio principale. La storia di Loris offre al lettore la possibilità di immedesimarsi con il protagonista*, nel suo desiderio di sentirsi libero e diverso dagli altri. È un racconto che incoraggia a considerare l’altro nel profondo del suo essere, superando i pregiudizi legati all’aspetto esteriore.

Esistono infiniti modi di essere maschio e altrettante modalità di essere femmina. È stato infatti osservato che si manifestano differenze di comportamento più marcate fra bambini delle stesso sesso che fra quelli del sesso opposto, soprattutto durante la prima infanzia (E. Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, 1973). Nonostante questo, ancora oggi parecchi genitori esprimono la loro preoccupazione su quella che sarà l’identità di genere del proprio figlio, inconsciamente condizionati dagli aspetti legati all’uno o all’altro sesso che le convenzioni sociali hanno nel tempo diffuso e dalle quali sembra quasi impossibile liberarsi.

Ed ecco come questo bellissimo può rivolgersi anche ai grandi. A loro hanno resta la responsabilità di formare le future generazioni, aprendo una riflessione sulla necessità di lasciare il bambino libero di ricercare ed esprimere la propria identità, così come desidera, salvaguardando la stima di sé. Nel racconto vediamo Loris identificarsi con il proprio padre. L’imitazione di chi si ama è il punto di partenza della lunga ricerca di sé che accompagna ognuno di noi durante l’intera durata della vita.

L’edizione originale di Lunghicapelli è stata selezionata nel 2008 per “La Semaine des librairies Sorcières” (“Longs cheveux,” B. Lacombe). Lo stesso autore dichiara nella dedica a inizio libro: “E un pensiero va a chi si riconoscerà in questa storia.

Il principino scende da cavallo, Irene Biemmi, AntonGionata Ferrari (2015)

Le giornate del Principino, un bambino minuto ed esile, non sono per nulla facili. Il suo status regale gli impone di rispettare una disciplina poco affine ai “reali” desideri di un ragazzino. Infatti, essendo il figlio del re, deve comportarsi sempre a modo, indossare abiti scomodi e pomposi e mascherare emozioni e fragilità. In occasione del suo compleanno, papà re e mamma regina gli regalano Fulmine, un gigantesco cavallo dal manto nero.

A passeggio, sopra la sella (faticosamente conquistata) del mastodontico destriero, il Principino dovrà mostrarsi agli abitanti del regno così che questi possano conoscere il futuro regnante, provarne timore e rispetto. Purtroppo le uscite obbligate gli provocano un disagio tale da riscuotere tutt’altro sentimento nei sudditi: sono spaventati dal grosso cavallo e indispettiti dal comportamento schivo del bambino.

Un giorno, il Principe bambino incontra una vivace ragazzina dagli occhi scintillanti. Dopo un primo battibecco, questa mostrerà al protagonista un mondo spensierato e un modo di essere diverso da quello a cui era stato da sempre abituato. L’epilogo, il giovane principe si sente, finalmente, “alla giusta altezza”.

Il Principino scende da cavallo è un’altra novità della collana, rivolta alla pubblicazione di storie illustrate che hanno come soggetto la libera ricerca della propria espressione e identità. L’avventura del Principino racconta la fatica di un cambiamento che, con un po’ di coraggio, si rende necessario per non dover rinunciare a vivere pienamente i propri giorni.

Il destino del protagonista sembra segnato ancor prima della sua nascita. La rigidità del ruolo imposto dall’alto si sgretola nel momento in cui il protagonista, attraverso l’incontro con una bambina dalla personalità schietta e frizzante, scende da cavallo e ritorna coi piedi per terra. Può finalmente assaporare ciò che significa essere se stessi e, liberatosi dalle convenzioni e dai cliché, può sentire l’entusiasmo per le cose che fa.

Un racconto adatto ai bambini dai 4 anni, per lo stile narrativo caratterizzato da vivaci descrizioni ben particolareggiate, e per gli inserti a carattere didattico (nella storia vi sono alcuni intermezzi illustrati), dedicati a un propedeutico apprendimento dell’alfabeto e che hanno come soggetto le avventure del protagonista. La tematica trattata è vicina e comprensibile ai bambini frequentanti un contesto scolastico, ed è orientata a sostenere e incoraggiare l’unicità del singolo bambino.

Piccole pesti, Manuela Olten (2014)

Certo che le bambine sono proprio un po’ noiose. Non fanno altro che stare a vestire e svestire le loro barbosissime bambole. Poi hanno anche paura del buio. Non vanno mai a dormire senza il loro pupazzo preferito. Non sono come noi maschi che siamo molto più coraggiosi e non abbiamo paura dei… Fantasmi? Al pronunciare questa parola, i due spavaldi ragazzotti non sembrano più tanto sicuri di voler stare da soli, al buio. E se in fondo le bimbe non fossero poi così diverse dai maschietti?

L’autrice ci racconta come le differenze fra maschi e femmine sui giochi, sulle paure (del buio, dei fantasmi, ecc…) e sui bisogni di rassicurazione non sono poi così grandi, ammesso che esistano. L’argomento differenze di genere è trattato in maniera concisa ma incisiva, con parole e ripetizioni che arrivano al centro della domanda e offrono lo spunto per parlarne con i nostri piccoli.

Le espressioni dei protagonisti, due scatenati tipi dall’aspetto beffardo alla Beavis and Butterhead (certamente addolciti), accompagnano il tono scanzonato di un racconto sicuramente ricco di ironia ma, che alla fine, conduce l’ascoltatore ad un’importante riflessione.

Un compleanno nella giungla, Simona Miola, Daniela Volpari (2016)

Durante i festeggiamenti per i suoi cinque anni, i nonni regalano a Beatrice l’abito da esploratrice che tanto desiderava. La bambina è entusiasta e lo indossa subito, senza nemmeno terminare la sua fetta di torta. Infila nella borsa gli strumenti necessari per affrontare qualsiasi imprevisto e saluta nonni e genitori. S’inoltra in quella che è per lei la giungla più selvaggia, cioè il giardino di casa. Nel corso di questa avventurosa traversata (in cui infine giungerà al giardino dei vicini), la fantasia di Beatrice occupa il posto della realtà. La quotidianità del suo ambiente si trasforma in un luogo esotico e tropicale.

C’è una grossa scimmia che fa ripetuti agguati alle sue spalle. Porta occhiali enormi e le offre una fetta di torta. Beatrice si arrampica sull’albero più alto, scruta l’orizzonte e vede alcuni indigeni raccolti intorno al buffet. Somigliano davvero tanto ai suoi cari. Tra foglie ed erba alta, la bambina incontra creature potenzialmente feroci, come un coccodrillo che fugge al suo attacco sparendo in una minuscola fessura del muro, poi una grossa tigre che “miagola” assonnata. Fantasia selvaggia e confortevole realtà si intrecciano nel magico gioco della coraggiosa Beatrice.

Cosa potrebbe desiderare una bambina come regalo per il suo quinto compleanno? Quando scopre il dono ricevuto dai nonni, Beatrice ha gli occhi che brillano di gioia. Ciò che trova nel pacco, una tuta da safari, non si limita ad essere un oggetto qualunque. Con quell’abito indosso, Beatrice scopre l’immensa piacevolezza del gioco libero all’aria aperta e della costruzione fantastica. “Un compleanno nella giungla” è un incantevole albo illustrato, scritto da Simona Miola e disegnato dal meraviglioso tratto di Daniela Volpari (precedentemente apprezzato in Amelia che sapeva volare).

Il racconto, vincitore della 3° edizione del premio Narrare la Parità, propone l’immagine di una bambina che si arrampica sugli alberi, che sa cos’è un kriss e che non è condizionata dai giochi “in rosa”.

Nelle azioni e nelle espressioni di Beatrice, ritroviamo l’intensità, la serietà e il totale coinvolgimento che manifestano i bambini presi dai loro giochi preferiti. La protagonista è completamente assorta in un gioco di fantasia che si conclude quando lei stessa, sdraiata sul prato, decide che l’impresa è compiuta. La lettura del racconto offre ai piccoli ascoltatori un modello alternativo di bambina, inserendosi a gran titolo tra i racconti ad alta voce che sfidano il superamento degli stereotipi di genere che hanno invaso per troppo tempo la letteratura per ragazzi. La narrazione è originale e ricca di colpi di scena.

Propone termini che arricchiscono il lessico dei bambini, pur mantenendo un linguaggio semplice e adeguato all’età del lettore. I colori caldi, i dettagli della natura e i numerosi richiami al mondo dell’infanzia, sono altri elementi che rendono questo libro un dono speciale, da regalare in occasione del compleanno – magari il quinto – di una bambina… o di un bambino. Ah, il kriss… Adesso siamo tutti curiosi di sapere cos’è.

Amelia che sapeva volare, Mara Dal Corso, Daniela Volpari (2015)

Amelia è una bambina di dieci anni piena di sogni e di interessi. Adora correre nei prati dietro la casa dei nonni, raccogliere fiori e insetti e, soprattutto, provare a volare. Proprio così, Amelia ama sentire l’aria tra i capelli e nei polmoni, vedere il mondo dall’alto e sentirsi libera. Accompagnata e sostenuta dalla famiglia, Amelia si prepara costantemente per realizzare il suo sogno: volare e diventare pilota.

Ancora giovanissima si sperimenta in mille avventure, crea rudimentali velivoli e rampe di lancio, osserva con occhi desiderosi gli aerei… quelli in alto, già in volo. Conserva un diario vicino al suo letto nel quale raccoglie ritagli di giornali. Si tratta di immagini di donne straordinarie che svolgono professioni considerate prevalentemente maschili. Sarebbe fantastico un giorno, pensa la ragazzina, vedere anche la sua foto in quelle riviste.

Sicuramente, questo racconto entra a pieno titolo nella collana Sottosopra di EDT-Giralangolo. La storia di una bambina (e poi donna) che riuscì a modificare un destino, altrimenti scritto al “femminile”, grazie alla sua grande determinazione nel perseguire i propri interessi e le proprie passioni. Le ambientazioni dinamiche e gli orizzonti incurvati, illustrati da Daniela Volpari, sono in grado di far sentire al lettore il vento tra i capelli e l’aria sulla pelle.

La narrazione è semplice e diretta, composta da frasi incisive che arrivano subito al punto ma comunque capaci di suggerire spunti e significati, e di far immedesimare il lettore nei pensieri della protagonista. È un racconto per bambini tratto da una storia vera, quella di Amelia Earhart (1897-1937), la prima donna aviatrice che intraprese l’attraversata in solitaria dell’Oceano Atlantico.

Accompagnato dall’adulto nella lettura, il bambino/a (età consigliata 4-5 anni) potrà conoscere la storia di questa vivace bambina che amava dedicarsi a passioni e giochi che, soprattutto alla sua epoca, non contemplavano il genere femminile. Amelia trascorreva molto tempo all’aria aperta, tra insetti e arrampicate, giocava alla caccia con un fucile, indossava i calzoni, si sbucciava le ginocchia, aveva i capelli corti, fabbricava e costruiva velivoli che poi provava a fare funzionare.

Amelia ebbe la fortuna di poter contare sul sostegno dei suoi genitori e di alcuni parenti. La famiglia, oltre a incoraggiare la sua attitudine, accolse il desiderio di sperimentare e raggiungere un ambizioso sogno, quello di diventare pilota. Così Amelia poté percorrere il suo cammino, senza condizionamenti e pregiudizi, anche se questo gli costò, infine, molto caro.