Le avventure della piccola principessa accompagnano le nostre letture dal 1986 con la pubblicazione della prima storia, I want my potty. Una serie definita da The Guardian come “divertente e una manna dal cielo per i genitori”. Dai leggeri acquerelli di Tony Ross è stata prodotta una serie animata con la protagonista degli albi illustrati e gli altri personaggi della famiglia reale (“Ciao Principessa”). Nei racconti di questa scatenata Little Princess i piccoli lettori rivedono loro stessi mentre affrontano alcuni di quei tipici momenti della crescita.
“Voglio la mia pappa”, Tony Ross, Lapis, 2011
Voglio, voglio, voglio, è tutto ciò che grida di continuo la principessina. “Devi dire per piacere!” è ciò che invece le rispondono gli adulti. Confrontandosi con i suoi mentori, la piccola impara che a usare l’educazione ci si guadagna e, soprattutto, che si viene ascoltati. Quando poi, durante una passeggiata, incontra il bestione, è solerte a insegnargli a sua volta le buone maniere, ora che le ha ben afferrate.

“Voglio la mia pappa” è uno dei titoli della celebre collana “Storie di una Principessina” realizzata dall’illustratore britannico Tony Ross. Ciascun racconto offre una piacevole storia a cui fare appello per sostenere e rivedersi in una determinata fase, o momento, relativo all’educazione dei bambini. Nelle avventure la Piccola Principessa è alle prese con le mani sporche, con il vasino, con l’arrivo del fratellino, con il ciuccio e, in questo particolare racconto, con le buone maniere.
Un’avventura attraverso la quale imparerà come e quando utilizzare le paroline magiche: “per favore” e “grazie”.
Imparerà anche a gestire la sua opposizione (capricci), capendo come questa non sia il mezzo adatto per ottenere ciò che vuole. Riuscirà infine a governare rabbia e frustrazione, sperimentando come le buone maniere siano il modo più efficace per ottenere attenzione e rispetto.
Quando la principessina esce in giardino, a un certo punto della narrazione, è come se entrasse nel mondo fantastico. Qui incontrerà qualcuno, un essere irreale, con il quale far pratica degli insegnamenti ricevuti. Il finale sarà, come sempre, originale e spiritoso.
“Non voglio lavarmi le mani”, Tony Ross, Lapis, 2001
La Principessina non riesce proprio a credere che bisogna lavarsi le mani tutte quelle volte. Dopo aver giocato, prima di mangiare, dopo aver accarezzato Poldo, dopo essersi seduta sul vasino e persino dopo aver starnutito! Perché è necessario lavarle così tanto, si chiede la Principessina. Così la tata le racconta di orribili germi e batteri, ancora più brutti dei coccodrilli.





Un altro racconto della collana realizzata dall’illustratore britannico Tony Ross . Sono storie semplici e immediate, fantastiche per raccontare ai bambini il loro mondo, dal punto di vista di una protagonista molto simile ai piccoli lettori. Tra il primo e il secondo anno di vita i bambini imparano a lavarsi le mani con maggiore autonomia e accuratezza. Il contatto con l’acqua è apprezzato dai più piccoli. Quasi tutti i bambini starebbero ore ed ore a bagnarsi e immergersi. Ma può succedere che, quando è vissuto come una continua richiesta da parte dell’adulto e non è più un gioco libero, non ne abbiano sempre così tanta voglia.
In questa storia della principessina si condivide con i bambini l’importanza del lavarsi le mani. Un libro che ho letto parecchio ai miei figli, non tanto perché imparassero le nozioni d’igiene ma piuttosto perché a loro divertiva un sacco. Quando arrivavamo a leggere parte in cui la tata usa la metafora dei coccodrilli per spiegare i germi e i batteri alla principessina loro la ripetevano a menadito mostrando le loro mani (non sempre pulite!). Proprio come la piccola protagonista che si guarda le mani, le sventola all’aria e dice:
“Qui non ci sono coccodrilli, guarda!”
Alla fine del racconto la principessina corre a lavarsi le mani meglio che può.