Quel che mi ha da sempre affascinato nel lavoro con i bambini piccoli è il continuo impegno a guardare gli oggetti e le cose del mondo come se fosse una delle prime volte che li si incontra. Non a caso la pedagogista Elinor Goldschmied suggeriva di rovistare tra i cassetti di casa, nei quali sicuramente si celano oggetti di uso comune ma che, per un bambino piccolo, diventano veri e propri tesori che sostengono l’evoluzione del suo pensiero, inizialmente strettamente sensoriale e poi, via via, sempre più simbolico.

Un gioco fantastico che fanno spontaneamente i bambini quando restituiscono quella possibile vita nascosta agli oggetti, anteponendo il loro caos creativo alla presentazione ordinata che viene data dall’adulto e dall’educatore. Il significato, preesistente, anticipato, è lì per essere scoperto anche se spera di essere smantellato e ricreato. I lavori di Marianna Balducci sono di quel genere che fanno in qualche modo esclamare: “Toh, ma tu guarda!”.

Un’autrice che ama restare a stretto contatto con il suo pubblico (#chidisegna) e che riesce a incrociare, in un piacevole e armonico legame, disegno e immagine fotografica. “Il viaggio di Piedino” e “Il sogno di Ditino” (testi di Elisa Mazzoli) sono tra i libri che abbiamo scelto per approcciare i piccolissimi del nido alle prime letture ad alta voce.

Ma torniamo ai nostri oggetti di uso comune, ormai stanchi di essere trattati sempre allo stesso modo. Ecco come nasce la loro nuova vita.

L’autrice ha dichiaratamente tratto ispirazione da Bruno Munari, in particolare, da uno dei suoi lavori più celebri, le Macchine Inutili. I suoi amabili disegni approfondiscono e rendono ancora più curiose le storie di questi oggetti dall’aspetto un po’ vintage. I testi ricalcano la grazia che aveva Gianni Rodari nel raccontare storie buffe e nonsense con arguzia e alto livello stilistico.

“C’era una moka che faceva un caffè molto particolare: invece di tenere svegli, faceva addormentare”.

Questo libro illustrato è come un carburante per la fantasia. Quattordici racconti che ruotano attorno alle bizzarrie di selezionati oggetti. Tra i tanti c’è il temperino che aguzza l’ingegno, i vecchi pennini abbandonati sul foglio bianco, il matterello che impasta un marito alla signora Lucilla, un cavatappi che spicca il volo. Il cavatappi diventa un velivolo allo scopo di stappare il cielo (non pioveva più!) ed è pilotato da una certa Amelia (piccola dedica ad Amelia Earhart, pioniera dell’aviazione femminile). Delle altre storie lascio a voi la scoperta…

Ci tengo a concludere con un’interessante opportunità per i fan delle opere di Marianna Balducci. Sul sito della casa editrice e anche qui è possibile acquistare in catalogo le splendide fin art dell’autrice.