Rieccoci alla rassegna “libresca” serale. Un nuovo appuntamento alla scoperta delle letture che fanno amare la lettura. Questa sera, ti anticipo, sarà una recensione veloce (scusa, ho le palpebre calanti) ma non per questo meno interessante in merito al racconto scelto. Beh, se anche tu hai già sonno come me, direi che l’annunciata brevità è un’ottima notizia.

Per fare alla svelta sono andata sul sicuro e ho scelto una delle autrici italiane più note nel panorama della letteratura dell’infanzia. Sto parlando di Beatrice Alemagna, bolognese di nascita poi trasferita a Parigi, ha all’attivo oltre 30 libri tradotti in numerosi paesi. Le sue opere sono oltremodo distinguibili. Nonostante l’uso di diverse tecniche e materiali possiede un tratto fortemente riconoscibile. Saranno le tonalità cupe, le linee che sembrano sempre un po’ sperimentali, i giochi di prospettiva, le espressioni dei suoi personaggi… eppure, anche senza leggere il nome dell’autore in copertina, è facile riconoscere quando si tratta di un suo racconto.

In tre diverse occasioni ho raccontato, tra le pagine del blog, alcuni dei suoi albi illustrati. Puoi infatti già leggere le recensioni di Le cose che passano (2019), La bambina di vetro (2020), Mio amore (2020) Un grande giorno di niente (2016) .Per questa sera invece ho scelto il suo secondo titolo, pubblicato un anno dopo al grande successo di Che cos’è un bambino? (2008) Si tratta di Nel paese delle pulcette (2009), un albo formato cartonato ma con un aspetto morbido come la lana, che riesce a far sorridere e riflettere genuinamente.

Un racconto dedicato ai lettori più piccoli, con paragrafi brevi che descrivono in maniera lineare la scena. La storia è ambientata in un “paese”, un vecchio materasso abbandonato in fondo al giardino, abitato da una tribù di minuscole pulcette. L’autrice ha realizzato le scene e i personaggi con materiali come la lana cotta, i ritagli di stoffa e altri inserti da merceria che compiono i numerosi dettagli.

I personaggi, le pulcette, sono numerosi ma ben definiti. La loro presenza è geniale: come i fiocchi di neve (e gli esseri umani) non ce n’è una uguale all’altra e con questo escamotage Beatrice Alemagna riesce a raccontare in modo schietto e originale un tema complesso come quello della discriminazione data dalla diversità.

Durante la lettura ad alta voce amo soffermarmi con i bambini in una delle scene iniziali, quella dove le pulcette sono ancora solamente abbozzate e stazionano ognuna in un buchino (il loro personale appartamento) della coperta. A questo punto, chiedo ai piccoli ascoltatori di cercarle insieme a me.

nel paese delle pulcette beatrice alemagna

Tra le tante pulcette, è il compleanno di quella grassa, quella che abita il buco al centro del materasso, che pensa bene di invitare tutte le altre concittadine a partecipare alla sua festa. La pulcetta bianca e grassa prepara ogni cosa, anche deliziose torte alla polvere di materasso! Ma quando arrivano le invitate, ecco, lei resta molto delusa a causa del loro aspetto… così diverso dal suo. 

nel paese delle pulcette beatrice alemagna

Ovviamente le altre pulcette, che erano così felici di partecipare alla festa, ci rimangono malissimo e non gliela mandano di certo a dire! Da questo punto in poi ogni pulce è inquadrata per intero o in primo piano e le loro espressioni sono a dir poco realistiche ed esilaranti. I piccoli animaletti iniziano a prendersi in giro l’uno con l’altro o a difendere le proprie caratteristiche uniche fino ad arrivare alla più sensata delle conclusioni:

Perché nel paese delle pulcette, come in tutti gli altri paesi del mondo, non si può scegliere: si nascecome si nasce, uno diverso dall’altro.

Beatrice Alemagna

In epilogo, le pulcette stabiliscono che il loro aspetto non è qualcosa per cui hanno colpa. Tanto vale lasciar perdere e… festeggiare!

Hai mai utilizzato questo racconto come spunto per realizzare un laboratorio con i bambini?