Ah la felicità! Non è proprio a portata di tutti. Eppure i moscerini sembrano sempre soddisfatti. Per questo motivo, i personaggi del racconto si domandano il perché… Perché i moscerini sono sempre felici?
Pagina dopo pagina, inseguendo il loro disallineato volo, vengono date alcune spiegazioni.
Il clima è torrido e loro non patiscono il caldo, il vento spazza via ogni cosa e loro rimangono compatti nel gruppo, la folla di gente è fastidiosa e loro non sono affatto seccati, il rumore è assordante e loro? Come a non sentirlo! Quando sono stanchi si riposano, si godono i concerti, vanno dove vogliono e non temono la solitudine… Sarà per questo che sono sempre felici? Non resta che chiedere ai diretti interessati.
Che terribile caldo in questi giorni. Al fatto che i moscerini fossero felici non ci avevo davvero mai fatto caso. A ben pensare, la domanda di mio figlio (il maggiore) è sempre stata: “Perché i moscerini vogliono entrarti tutti in bocca?”. Al contrario e con stupore, Marco Viale, autore ligure di questo originale racconto, ritrova il lato spiritoso di questi minuscoli insetti.
In Perché i moscerini sono sempre felici? esplora il concetto di felicità – una delle maggiori questioni filosofiche – seguendo il valzer di questo piccolo sciame a forma di nuvoletta puntinata. Un divertente gioco narrativo nel quale l’autore affibbia ai moscerini una serie di “disagi” e “bisogni” fisici, sociali, ambientali e personali. Situazioni che allontanano ciascuno di noi dallo stato di quiete e dalla sensazione di felicità. In alcuni passaggi, durante la lettura, il racconto si “mette in pausa” per tornare alla domanda iniziale: “Sarà per questo che sono sempre felici?”.
Dopodiché la storia riprende e vengono vagliate ulteriori ipotesi. Nessuna delle risposte date risulta però sufficientemente esaustiva. Ed ecco che “tutti” – lettori compresi – pongono la domanda agli stessi moscerini. Ma questi, dopo un paziente ascolto, proseguono il loro volo collettivo, poco curanti del dubbio amletico che li ha visti coinvolti. Ovviamente se ne vanno felici!



La storia potrebbe concludersi così, con l’immagine buffa della nuvoletta di moscerini che poco si preoccupa di comprendere l’origine di tanta felicità. Ma, giunti all’ultima pagina del racconto, scopriamo che l’autore offre una soluzione, ingenua e profonda, ai piccoli lettori. Una risposta senza sovrastrutture, proprio come sanno essere loro. Un libro da non perdere seppure devo confidarvi che questa sera la domanda di mio figlio, sempre il maggiore, è stata: “Perché le zanzare vogliono il nostro sangue?”
Ecco, mi auguro con tutto il cuore che queste non siano felici come i moscerini.