Rosita è una bimba di 5 anni, ha la pelle scura e tante piccole treccine. Sua mamma è una giovane donna che cuce gli abiti da sé, suo padre è un uomo alto ed elegante. Le caratteristiche fisiche di Rosita sono così distanti da quelle del suo papà e della sua mamma che capita che la gente osservi curiosa la variegata famiglia. Sono sguardi che non turbano la serenità della bambina. Le sue giornate trascorrono simili a quelle di un qualsiasi coetaneo.


Rosita passa molto tempo con l’amica Melissa. Un pomeriggio, mentre giocano a fare le mamme con tanto di pancione, l’amica riflette sul fatto che Rosita non sia mai stata dentro la pancia della mamma. La bambina è improvvisamente turbata, vuole capire com’è possibile nascere senza passare dal grembo materno. In lacrime confida ai genitori ciò che è successo quel pomeriggio con Melissa. Così questi le raccontano la storia delle sue origini e le parlano della sua mamma biologica. Rosita scopre di avere quattro genitori e che ognuno di loro ha compiuto un gesto d’amore nei suoi confronti. Sente di essere una bambina davvero speciale.

“Bimba mia, ora ti racconterò una bellissima storia… sei pronta?”

Rosita” è semplicemente un racconto. Un semplice racconto che parla di adozione. È una storia, tra le tante possibili, di una bambina che non viene cresciuta dai genitori biologici. Una storia che nasce dalla penna di un autore che scrive con il cuore, ispirato dai sentimenti gentili, quelli che andrebbero sempre trasmessi ai piccoli lettori.

L’autore è Pimm van Hest, che ho scoperto dopo aver letto il racconto “Ti dono il mio cuore” e ho conosciuto grazie all’intervista dedicata a questo incantevole albo. Attraverso “Rosita” si occupa di un argomento molto vicino al suo vissuto, in quanto lui stesso è diventato, da qualche anno, papà adottivo di una splendida bambina. Pimm van Hest racconta l’adozione in maniera didascalica e lineare, senza l’uso di metafore o allusioni.

Questo realismo è completato dalle tavole di Nynke Talsma, illustratrice olandese di libri per bambini e libri educativi. Ho già incontrato il suo stile in “Mi chiamo Nina e vivo in due case“, il racconto di Marian De Smet anch’esso dedicato a una situazione familiare diversa da quella classica, in questo caso la protagonista è una bambina che vive la separazione dei suoi genitori.

Un titolo sicuramente da avere a disposizione nelle scuole per raccontare e riflettere sui tanti modi di essere famiglia.