Genitori separati legati da un filo rosso e la loro bambina che vive tra le due case. I due papà della famiglia omogenitoriale di Fiammetta. Sono due racconti di un nuovo progetto editoriale strillato da un orango rosa. Ve li presento in questo articolo.
“Il mio filo rosso”, Séverine Vidal, Louis Thomas, La Margherita edizioni 2019
Un lungo filo rosso è l’escamotage usato dalla bambina, protagonista del racconto, per congiungere la vita trascorsa con il papà a quella passata con la mamma. I genitori abitano vicino, in case diverse. Quando la figlia è con il papà, non c’è la mamma e viceversa.
La bambina porta con sé nello zainetto un gomitolo immaginario che srotola e riavvolge tra una casa e l’altra. Sul filo scorrono i diversi momenti con i genitori. Le corse con il papà, i canti, le risate e gli abbracci con la mamma, le chiacchiere, le cene.
Il filo rosso è sottile, richiede molto equilibrio. Ci si deve esercitare parecchio per diventare un’esperta funambola. Talvolta poi il filo si spezza e fa un po’ male. Un nuovo nodo, in quel caso, risolleva la situazione. Il gomitolo diventa pieno di nodi e di speranze. Tra queste, vedere la mamma e il papà tornare a parlarsi in maniera amichevole. Talvolta succede. In quei brevi momenti la bambina è in mezzo a loro e li tiene per mano. È lei il filo rosso fra i due genitori.




In questa terza vacanza da genitore separato ho portato in valigia l’albo illustrato di Séverine Vidal e Louis Thomas. I bambini l’hanno intravisto tra i giochi e i compiti delle vacanze. Non so cosa proveranno nell’ascoltare un racconto così vicino alla loro esperienza. Leggerlo per me, il genitore, è stato, per citare una frase del racconto: “come un boccone andato di traverso che rimane in gola”.
In poche pagine l’autrice riporta le dinamiche e le emozioni della separazione dei genitori con il linguaggio diretto, quello espresso dal vissuto di una bambina. Lo fa come se avesse posto uno specchio davanti a una famiglia, una delle tante, riorganizzatasi dopo la separazione dei genitori. La bambina, figlia, racconta i suoi stratagemmi per districarsi in un tempo diviso tra le due persone per lei più importanti. Un tempo che si divide oppure che si raddoppia, come sottolinea l’autrice nell’epilogo rassicurante e realista. Si duplicano le esperienze, le situazioni, gli stili genitoriali, gli spazi e molto altro.
Genitori e figli imparano a destreggiarsi in questa nuova circostanza per trasformare una situazione dolorosa in una possibilità e, auspicabilmente, in risorsa. Si diventa equilibristi tra i frequenti saluti, il mancarsi, le parole di troppo e quelle dette troppo poco. Fa un po’ male eh. Lo spiega anche la giovane protagonista quando racconta: “sento male qui, proprio sotto l’osso che si alza e si abbassa quando respiro”.
Alcune ricerche hanno concluso che nei figli di genitori separati vive a lungo la speranza che il papà e la mamma ritornino insieme. Quando mi ci sono trovata, ho parlato ai bambini di quanto stesse accadendo fra me e il loro papà, cercando le parole più oneste e comprensibili. Volevo evitargli quella sensazione di vuoto o di smarrimento data da un vissuto non elaborato. Le parole aiutano a creare i nodi sul proprio filo rosso e a capire gradualmente le situazioni reali, senza false illusioni. L’autrice riprende questo pensiero laddove la protagonista immagina i genitori ridere davanti a un caffè, anche se non torneranno mai più insieme. Poi immagina la sua vita, il suo futuro, al di là delle scelte dei genitori.
“Il mio filo rosso” è uno dei due illustrati che inaugurano la collana L’orango rosa, dedicata ai temi sociali e di attualità, tra cui parità di genere, famiglie allargate, omogenitorialità, guerra, accoglienza, integrazione, comprensione della diversità e questioni ambientali. Ecco i primi due imperdibili titoli:
“I due papà di Fiammetta”, Émilie Chazerand, Gaëlle Souppart, La Margherita 2019
Fiammetta ha due papà molto affettuosi. Per distinguerli li chiama Papà e Papullo.
È una bambina serena. Poi un giorno, a scuola, Cecilia dice apertamente alla classe dei suoi papà. I compagni, inizialmente sorpresi, non risparmiano le prese in giro e i commenti. A questi la povera Fiammetta non trova il coraggio di rispondere. Rientrando a casa, non volendo far preoccupare i genitori, la bambina decide di non dire nulla di quel che era successo la mattina. Fiammetta pensa e ripensa l’accaduto. I suoi papà non sono affatto strani come affermano i compagni. Non le sembrano malati, anzi. Si prendono cura di lei, l’aiutano nei compiti, le leggono le favole, giocano, chiacchierano e fanno mille cose insieme. Ecco perché è sempre solo uno dei due ad accompagnarla a scuola o alle feste. Fanno questo per non metterla in imbarazzo. Se soltanto potesse essere libera di stare con entrambi anche in queste occasioni.
Quando Fiammetta torna a scuola è ancora preoccupata per i fatti successi il giorno prima. Poi incontra Cecilia in cortile, è in lacrime. La compagna le confida della dipartita del padre e di come lei e sua madre siano rimaste sole. Probabilmente è meglio avere due papà che non averne proprio. Sorridono così le due bambine, sancendo in quel momento la loro amicizia.




Ho impiegato molto tempo a decidere come presentare il racconto di Émilie Chazerand. Un tema complesso sul quale si ha sempre il timore di scivolare nel buonismo. Un argomento del resto che divide ancora oggi nettamente le opinioni. A ben guardare però questo racconto non si pone l’obiettivo di discutere sul diritto alla genitorialità delle coppie omosessuali. È invece una storia semplice, didascalica e lineare; rivolta ai bambini, interessati più di tutto a conoscere il loro mondo, a comprendere la realtà e le sue infinite sfumature. I due papà di Fiammetta racconta una delle tante realtà esistenti, partendo dal vissuto e dalle emozioni di una bambina. Una storia che invoglia chiunque a mettersi dalla parte dell’altro e di accoglierlo.
L’autrice presenta il suo libro usando poche ma efficaci parole:
“Una breve storia per affrontare il tema dell’omogenitorialità in dolcezza… (promesso, si PUÓ assolutamente parlare di questo tema ai più piccoli!) (Anzi DOVREMMO… ma è un altro argomento…)”.
La storia di Fiammetta suggerisce quindi ai piccoli lettori quanto la vita sia imprevedibile e come valga invece la pena essere aperti verso il prossimo per rimanerne positivamente sorpresi.
Comunque, secondo me a casa di Fiammetta ci si diverte un sacco.
Con “Il mio filo rosso” questo è il nuovo titolo della collana L’orango rosa, dedicata ai temi sociali e di attualità, tra cui parità di genere, famiglie allargate, omogenitorialità, guerra, accoglienza, integrazione, comprensione della diversità e questioni ambientali.