Le suggestioni di un racconto nato dai ricordi dell’infanzia di Nadia Al Omari e del compagno Richolly Rosazza. Vi parlo oggi di questo albo illustrato ricco di incanto e di mistero. Venite a scoprirlo con me…

Le ispirazioni del racconto

Come nasce l’idea di una storia? Me lo chiedo ogni volta che, davanti a un nuovo racconto, constato quanto sia infinita la fantasia e la possibilità di immaginare altri scenari. Forse tutto inizia da un’idea minuscola, minuscola che però, caspita, sa farsi sentire; da una suggestione, da un profumo, da un immagine o da un ricordo. Oppure solo da un mucchietto di parole e frasi che ronzano in testa per giorni e giorni.

Allora oggi ti propongo una nuova storia per la fascia di età 6+, realizzata dalla coppia di autori Nadia Al Omari e Richolly Rosazza, già incontrati nella presentazione dell’albo illustrato L’ospite (Kite 2020). La bambina protagonista di questo recente albo illustrato, entra in scena con un’immagine che rievoca la figura di Cappuccetto Rosso. Similmente al personaggio delle fiabe, viene mandata dalla madre a compiere una commissione. Qui termina l’analogia con la vicenda narrata dai fratelli Grimm. La bambina in questione dovrà attraversare il paese per raggiungere l’abitazione di zia Chapiquita e comprare le uova delle sue (presunte) galline.

Durante il tragitto era inevitabile che la bambina (come lo sarebbe stato per qualunque altro bambino) non si fermasse un istante ad ammirare la vetrina del negozio di giocattoli del signor Franchino. In questa scena, insieme alla protagonista, resta per un attimo sospesa anche la narrazione. Un’interruzione non casuale in un racconto che vuole far emergere le atmosfere dell’infanzia per lasciarsi ispirare da quei ritmi che continuamente saltellano tra realtà e fantasia. Ed è proprio saltellando tra le pozzanghere che la protagonista arriva davanti la porta di casa della zia Chapiquita.

Ora ci si aspetterebbe di conoscere una tipica zietta di campagna, di quelle che preparano torte di mele e gnocchi alla domenica. Niente di più lontano.

Ecco apparire la zia Chapiquita

In paese si vociferava che quella strana signora fosse una strega. In effetti il suo comportamento e la sua casa offrivano parecchi indizi a conferma di quelle dicerie. Prima di mandarla dalla zia, la madre esortava la protagonista a non dar retta alle malelingue: erano soltanto tutte storie (da qui nasce il titolo dell’albo). Ma il limite tra la normalità e l’assurdo correva su un filo sottile. Dopotutto Chapiquita le offriva le caramelle e la merenda. Non fanno così tutte le zie?

Eppure la gente la vedeva uscire presto, al mattino, per andare nei boschi a raccogliere piante di ogni tipo. Erano quelle che la bambina trovava poi appese in casa, un po’ ovunque, come se servissero per preparare qualche misteriosa pozione (e se la zia avesse il potere di trasformare qualcuno in un corvo o in un gatto nero?).

Mentre Chapiquita andava a prendere le uova, la bambina assaporava la merenda offerta, osservando ogni angolo bizzarro di quella casa. Una parte di lei era piuttosto preoccupata perché le tante stranezze presenti nelle stanze nutrivano ampiamente la sua immaginazione. L’altra parte, invece, era completamente affascinata dalle atmosfere e dai tanti profumi. Nadia Al Omari descrive con minuzia ogni oggetto, gesto e odore presente nella vicenda. Si sofferma su alcuni passaggi che sembrano superflui ma che raccontano ciò che i bambini notano con interesse:

«Io guardavo quelle dita nodose che facevano rotolare ogni uovo nella carta e poi la ripiegavano formando un pacchettino.
Nei fogli più grandi ci stavano due uova disposte una dopo l’altra in direzione diagonale. Tre uova insieme mai.
Memorizzavo ogni gesto, così quando giocavo al mercato con mia sorella potevo ripetere tutto alla perfezione».

Tutte… curiosità!

Ora un piccolo gossip. Richolly Rosazza e Nadia Al Omari sono una coppia non solo artistica ma anche nella vita. Da tre diversi punti di partenza e suggestioni nasce la loro collaborazione nei racconti Legami, L’ospite e Tutte storie. Lo stile di Richolly Rosazza si distingue per l’abilità con cui l’artista introduce un’infinità di soggetti fantastici all’interno delle tavole che, per la rappresentazione dei paesaggi e dei dettagli, appaiono comunque pervase di realismo.

Intervistato da #noitralerighe, l’autore conferma le influenze che hanno avuto nel suo percorso alcuni grandi pittori olandesi come Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel Il Vecchio, oltre alla cultura artistica andina, luogo delle sue origini. Tra i tanti piccoli esseri antropomorfi che compaiono nelle tavole di “Tutte storie” c’è un richiamo ai personaggi del racconto Legami, la favola che i due autori hanno dedicato alla genitorialità e che hanno realizzato in occasione della nascita della loro primogenita.

Ritornando alla domanda di apertura, l’origine di Tutte storie è stata una telefonata da parte della madre di Richolly Rosazza, che informava della morte di un’anziana vicina di casa alla quale la famiglia era affezionata. L’episodio ha rievocato i ricordi dell’infanzia dell’illustratore che, in un dialogo, si sono uniti a quelli della compagna Nadia AL Omari ad esempio quando, da bambina, andava a prendere le uova a casa di una vecchia signora del paese: «Gli stessi odori, le stesse immagini, gli stessi pensieri volanti e fantastici dei bambini. E così è nata una storia che mi sono divertita molto a scrivere, che mi ha fatto saltare di nuovo tra le pozzanghere delle piccole strade del mio paese e che credo abbia divertito Richolly a disegnare i dettagli del suo mondo andino e leggendario». Dunque, una nuova domanda in conclusione. Quanti di voi si ricordano il confine tra realtà e immaginazione, vissuto nella propria infanzia?

Approfondimenti:
L'intervista agli autori dell'Associazione Tra le righe, #noitralerighe L'AUTORE SI RACCONTA! 17 aprile 2021 (sito della libreria).