Difficile non amare i libri di Beatrice Alemagna, l’originalità del suo stile artistico e l’approccio narrativo da sempre dalla parte dei piccoli lettori. Pensate che desiderava diventare illustratrice e scrittrice di racconti da quando aveva appena 8 anni. Dopo gli studi di progettazione grafica e comunicazione visiva a Urbino e i primi lavori a Parigi come illustratrice di manifesti nel Centre Georges Pompidou, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Beatrice Alemagna ha illustrato “A sbagliare le storie” di Gianni Rodari e “Lotta” di Astrid Lindgren ma, la maggior parte del suo lavoro letterario è composta dai racconti scritti e illustrati interamente da lei. Tra i tanti (al fondo dell’articolo ho riportato la bibliografia), oggi vi parlo di “Un grande giorno di niente”, un albo del 2016 ancora profondamente attuale nel fotografare le abitudini dei bambini e dei ragazzi dei nostri giorni.

Lo sguardo sullo schermo

“Un grande giorno di niente” ha un curriculum degno di nota. Il racconto ha ricevuto il Huckepack Prize nel 2019 (Germania), la medaglia d’oro dell‘Original Art exhibition della Society of illustrator nel 2017 (U.S.A.), il Grand prix de l’illustration Moulins nel 2017 (Francia) e il Landerneau Prize come miglior libro dell’anno nel 2017 (Francia). É stato selezionato dal NY Times & NY city Library tra i dieci migliori libri per bambini nel 2017 (U.S.A.) ed è vincitore dell’English Association Book award nel 2018 (Inghilterra).

Il pluripremiato racconto esordisce con un’immagine piovosa e panoramica. Un bambino e la sua mamma raggiungono la casa di villeggiatura che si trova immersa nel verde della foresta. Una volta dentro, la madre si precipita a lavorare al computer mentre il figlio si fionda sul divano per dedicarsi al videogioco installato sul telefonino. In questo scorcio di realtà ormai fin troppo comune, il lettore può iniziare a percepire una certa agitazione. Quando un adulto ha bisogno di concentrarsi su altro, schermi e cartoni animati fanno parecchio comodo per tenere figlio o figli tranquilli. Eppure, come succede a tanti genitori, anche la mamma del racconto sa che il tempo in cui un bambino può tenere lo sguardo incantato su un dispositivo non deve diventare illimitato. Quindi, inizia a sentire un’agitazione interiore, è richiamata dalla sua coscienza genitoriale e, sicuramente, questo sentimento le impedisce di procedere nel suo lavoro. Così si volta verso il figlio e, nervosa, lo rimprovera: «Smettila con quel gioco! Devi proprio stare lì tutto il giorno a non far niente?». Poi va verso di lui, gli strappa il telefonino dalle mani, scuotendolo dall’ipnosi del gioco. Il ragazzino riprende il telefono, indossa l’impermeabile ed esce di casa.

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Da qui inizia la sorprendente avventura tra gli incanti della natura. Prima di proseguire con il racconto, mi frulla in testa una riflessione in merito al giudizio che diamo abitualmente all’uso della tecnologia. A ben guardare, da sempre anche se con modalità diverse, le persone hanno trovato nei media quella sorta di attrattiva che corrisponde alla possibilità di evadere dal momento presente per entrare in contatto con altre realtà lontane o anche fantastiche. Ancor prima della televisione, è piuttosto comune ritrovare l’immagine di un padre di famiglia con lo sguardo fisso sulle notizie di un giornale e che quindi manca di relazionarsi con gli altri membri seduti alla sua stessa tavola. Così è stato anche con i gazzettini alla radio, il “zitti tutti che devo ascoltare” e le immagini della televisione. Certo è che, da quelle prime interferenze dei mezzi di comunicazione di massa alla vita analogica dell’essere umano, ci siamo fatti un po’ prendere la mano. Ma l’intento, anche narrativo, è di andare oltre alla determinazione moralistica e quindi alla sentenza di ciò che è giusto e di ciò che invece non lo è. Il racconto di Beatrice Alemagna diventa una fotografia che racconta le abitudini odierne, la presenza dei dispositivi elettronici nella vita dei più giovani e i sentimenti di responsabilità genitoriale ed educative. Nessun giudizio, solo l’offerta di un’opportunità. Come a dire, guarda quante scoperte potresti fare tu, in prima persona.

Lo sguardo sulla natura

Fuori di casa al protagonista succede qualcosa di inaspettato. Un fatto che farebbe imprecare anche un santo: il cellulare, cadendo di mano, affonda nell’acqua. Dal punto di vista artistico, le tavole che seguono diventano sensazionali. Le tecniche che caratterizzano i disegni di Beatrice Alemagna (acquerello, collage e pastello) s’incrociano con la descrizione di una natura paludosa e dai toni caldi. Giochi prospettici, dinamismo delle scene, luoghi nascosti, allegorie e similitudini di forme, rendono il tutto un intenso percorso che riconduce alla filosofia dell’Outdoor education, dove il punto cruciale è il ritrovato contatto con la natura e la possibilità di farne esperienza diretta cogliendo le opportunità offerte dal vivere qualche necessario rischio (concetto ben distinto da quello di pericolo).

Il protagonista del racconto ruzzola, cade, si bagna, scivola, si perde, si spaventa, si ferma, si siede, osserva, trova, assaggia, tocca, sente. Poi torna a casa. Si toglie l’impermeabile arancione fluorescente, lo stesso che ha evidenziato il suo passaggio nella natura. Ritrova la sua mamma che, sorridente, si siede accanto a lui per sorseggiare una cioccolata calda. Ritrova anche il suo papà (figura citata un paio di volte nel corso del racconto) nel suo riflesso in uno specchio. Così finisce il suo grande giorno di niente.

Invece siamo rimasti a guardarci. A guardarci e ad annusare il profumo della nostra cioccolata calda. Nient’altro. In quel magico, incredibile giorno di niente.

Beatrice Alemagna

I racconti di Beatrice Alemagna

2008 Che cos'è un bambino?, Topipittori
2009 Nel paese delle pulcette, Phaidon
2009 Un leone a Parigi, Donzelli
2010 Storia corta di una goccia d'acqua, Donzelli
2011 Le pulcette in giardino, Phaidon 
2012 La vicina delle pulcette, Phaidon 
2014 I cinque malfatti, Topipittori 
2014 Piccolo grande Bubo, Topipittori 
2015 Il meraviglioso Cicciapelliccia, Topipittori 
2015 Mancopersogno, Topipittori 
2016 Un grande giorno di niente, Topipittori 
2017 Buon viaggio piccolino, Topipittori 
2018 Il disastrosissimo disastro di Harold Snipperpot, Topipittori 
2019 Le cose che passano, Topipittori 
2020 La bambina di vetro, Topipittori 
2020 Mio amore, Topipittori 
2020 La gigantesca piccola cosa, Donzelli 

Racconti illustrati da Beatrice Alemagna

2015 Astrid Lindgren, Lotta Combinaguai, Mondadori 
2018 Astrid Lindgren, Lotta Combinaguai sa fare tutto, Mondadori 
2020 Gianni Rodari, A sbagliare le storie, Emme Edizioni

Le interviste a Beatrice Alemagna

"Un grande giorno di niente", Topipittori
"Beatrice Alemagna dans l'univers d'Astrid Lindgren", Versant Sud