Sapete che cosa succede domani? Esatto. É L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA!
Questo pomeriggio ero talmente entusiasta dell’evento che, per l’ultima volta dell’anno, ho svuotato lo zaino, l’ho ripulito per bene, l’ho liberato dalle cartacce e, infine, ho messo i libri per il dì successivo. Assaporavo quella beata aria di libertà, di vacanza… Oh, che leggerezza finalmente! É stato bellissimo. Poi mi sono ricordata.

Mannaggia, lo zaino è di Claudio, mica il mio. Suo è anche l’ultimo giorno. Uff, ho bruscamente smesso di vagheggiare. A me tocca ancora e ancora lavorare. Super-uff. Comunque non dite alle maestre che la cartella l’ho sistemata io (mi scriverebbero la nota sul diario per sovradosaggio materno). Ok, ok, ho realizzato che, oltre all’avere un figlio da collocare, per me non cambia praticamente nulla. Ritornata in me, ho condiviso alcuni buoni propositi per l’estate con il vero studente.
«Claudio, mi raccomando, quest’anno non finire con il ridurti a fare i compiti l’ultimo di agosto».
«No mamma, ti prometto giurin giuretto che li finisco TUTTI il nove giugno così poi sono libero-oh-oh-oh».
«Tranquillo, può andar bene anche… il dieci».
«Ok mamma, sarà fatto!», pollice insù.

Se c’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore, è che Claudio, oltre al riposo, possa sfruttare la pausa estiva per fare scorpacciate di belle storie. Dunque ho letto un racconto che sono sicura che lo coinvolgerà. L’editore Sabir ha da poco pubblicato (25 marzo u. s., collana “Contaminazioni”) un libro destinato ai lettori dagli otto anni in su. L’ho letto tutto d’un fiato. Benché mantenga la semplicità della narrativa per ragazzi, il modo in cui l’autore ha sistemato i vari colpi di scena all’interno della narrazione, impedisce a chi legge di staccare gli occhi dalle pagine. Quindi, se conoscete dei giovani lettori quasi in vacanza, vi consiglio di continuare a scorrere questo articolo e di scoprire la strana storia di Sciroppo.

In copertina ci sono due grandi occhi che emergono dal centro di una cornice floreale. Un anticipo al bizzarro mistero che il lettore scoprirà durante la lettura. L’autore del libro è Giuseppe Viroli, attore teatrale e fondatore del teatro Distracci di Cesena. Oltre agli impegni del palco, Viroli è autore di racconti per bambini ed è da tempo impegnato nelle scuole in alcuni progetti di teatro per l’infanzia e di lettura ad alta voce. Si può osservare l’influenza del teatro nello stile narrativo scelto per questo racconto, in particolare nell’ampia presenza del discorso diretto, nel modo in cui entrano in scena i vari personaggi e nella scansione degli eventi, guidata dai titoletti posti sui paragrafi.

Durante la lettura “scopriamo le carte” di Guendalina Passeri, l’illustratrice che ha realizzato le immagini dei personaggi del racconto. Qua e là, tra le pagine, compaiono delle figurine. In calce c’è la didascalia che riporta il nome del protagonista raffigurato, oltre ad alcuni decori bucolici.

Il fosso che si trova dietro la casa dell’autore ha ispirato i luoghi delle vicende del racconto, come lui stesso indica tra le dediche del libro:

Al fosso dietro casa, alla vita nascosta
e fantastica che mi piace immaginare.

Nelle prime battute compare Serse, il viziato gatto di Ugo, un giovane uomo d’affari. Trovandosi in procinto di partire per un business in California, Ugo affida il coinquilino a quattro zampe all’amico Oreste. Questo vive in una città vicina e, indovinate cosa scorre dietro la sua villetta? Proprio un fosso!
Serse è un gatto prezioso, razza Lebowski. Per questo Ugo, prima di partire, fa mille raccomandazioni all’amico: può mangiare solo scatolette di un certo tipo, non deve mai uscire di casa, ha paura di tutto, e via dicendo.

Sappiamo però che se Oreste avesse tenuto Serse sotto controllo, non sarebbe di certo successo nulla di interessante da raccontare. Invece alcune cose accaddero e cambiarono la linea degli eventi. L’amico di Ugo aveva un segreto che teneva nascosto in una scatola in soffitta. Si trattava di una creatura misteriosa, né umana né animale. Un essere troppo curioso per rimanere immobile dentro il cartone. Per questo, all’improvviso, Serse si trovò davanti a due grandi occhi che lo fissavano. Provò qualcosa di molto più grande della solita paura: un inesprimibile terrore. Assorto nella disperata fuga, l’animale si accorse solo dopo di essere uscito dalla villa. Così si ritrova per la prima volta fuori casa ed é completamente solo.

Il desiderio di tornare indietro è in conflitto con la paura di incontrare nuovamente l’essere che è riuscito a spaventarlo così tanto. Inizia a vagare. Fa alcuni incontri. Compaiono animali del bosco, clan di gatti e animali “diversi”. Spuntano nella narrazione anche nuovi personaggi umani che intervengono ad arricchire l’intreccio. Troveremo Serse, il gatto protagonista, compiere un incredibile ritorno alla natura selvaggia, assopita dalla vita in appartamento. Ma soprattutto conosceremo Sciroppo e poi anche Sciroppa (la versione femminile), due pupazzi di gomma che, per un misterioso effetto chimico, si ritrovano improvvisamente a vivere.

«Oreste dice che io chiamo Sciroppo. Dice che io
giocattolo, quando lui bambino. Bambolotto Sciroppo.
Quando lui grande, tutti giochi in cantina. E ora, dice
lui, trova me “vivo”. Parola che no capisce ben bene.
Tu sa?»
«Mah. Credo che se uno è vivo si muove, pensa,
eccetera. Credo che sia così».
«Ah. Allora io, che prima era bambolotto…»
«Ancora non eri vivo».
«Sicuro?» nella sua testa, si sentivano frullare i
pensieri «Oreste dice che io prima non vivo e adesso
vivo e dice “non capisco. È come sogno”. Senti, Serse: cos’è “sogno”?»
«Oh, non so. A volte Ugo urla di notte, poi dice “che
brutto sogno”. È come qualcosa che accade mentre
dormi».

Concludo specificando che “Sciroppo” è un libro ad alta leggibilità grazie all’utilizzo del carattere certificato EasyReading® Font.

Approfondimenti:
Pagina del Teatro Distracci
Immagini di "Sciroppo" dal sito di Guendalina Passeri
Flyer del libro
La recensione di "Una stanza tutta mia", un albo scritto e illustrato da Guendalina Passeri