Vi racconto di Claudio e, poi, di Virginia, due bambini di epoche diverse che a 8 anni hanno iniziato a chiedersi se Babbo Natale esista oppure no. A seguire, vi svelo tre incantevoli illustrati editi da Edt-Giralangolo (2020), che ci accompagnano nell’incanto, nell’immaginazione e nella condivisione. Proprio come vorrebbe la miglior tradizione del Natale.
Ma Babbo Natale esiste. sì o no?
Nella precedente carrellata di letture sotto l’albero, se vi ricordate, ho raccontato come quest’anno il Natale abbia un sapore diverso per mio figlio Claudio. Tutto è cominciato lo scorso dicembre. Claudio aveva 8 anni e, rispetto agli anni passati, iniziava a emergere in lui un nuovo approccio di pensiero. Notavo che, per quanto volesse ancora credere nella magia delle storie legate al Natale, l’incalzante razionalità sgomitava con la necessità di rimanere in quell’incanto che tanto amava. Accanto a lui, suo fratello Fabio non si poneva il minimo dubbio. Mentre guardavano insieme i film o i cartoni animati dedicati all’immaginario di Babbo Natale, sentivo Claudio che si ripeteva un gran numero di “Come fa?” – i classici “come fa a entrare in casa senza camino”, “come fa a vivere per così tanti anni”, “come fa a raggiungere tutti i bambini del mondo” – ai quali cercava di rispondersi nella maniera più logica possibile pur di non smontare ciò che fino a quel momento era stata un’assoluta certezza. Si trovava pienamente in grande conflitto con se stesso.
Ripenso malinconicamente a quando, nel 2017, eravamo andati a visitare il “Sogno del Natale”, il villaggio allestito nella reggia di Venaria Reale (TO), in cui si poteva spedire la letterina, vedere la fabbrica dei giochi, provare i lettini degli elfi e, infine, conoscere un realistico Babbo Natale. Ai tempi, Claudio si era addirittura convinto di essere arrivato fino al Polo Nord! Beh, di freddo devo ammettere che ce n’era abbastanza.
Mi arriva un nuovo spunto: la storia di una bambina, Virginia O’Hanlon di Manhattan che, alla medesima età di Claudio, chiese al padre, il dottor Philip O’Hanlon, se Babbo Natale esistesse davvero. Proprio come Claudio quando arrivò da me per dirmi: “Mamma, adesso me lo devi dire però. Babbo Natale esiste, sì o no?”. Vi svelerò come ho risposto a Claudio (e come, diversamente, Philip rispose a Virginia) nel prossimo appuntamento di letture sotto l’albero. Ora, invece, vi racconto di questi splendi albi illustrati che seguono tre logiche (o magie?) del Natale: l’incanto, l’immaginazione e la condivisione.
L’incanto di un fiocco di neve
Benji Davies firma questo albo dal sapore natalizio, con il suo indimenticabile stile pittorico che sa trasmettere le sensazioni climatiche, forse inglesi come la sua origine. Un’avventura che ha genesi nel cielo più alto, dove in una notte d’inverno, nasce un piccolo e candido fiocco di neve. Claudio e Fabio lo vedono nell’illustrazione e dicono inteneriti: “Oh, com’è carino”. Già, lo è proprio! L’autore gli disegna occhietti, naso e bocca, oltre alle guanciotte azzurre. Ecco la storia. Nella sua prima e ultima esperienza, il grazioso fiocco di neve scende dal cielo, mentre in una piccola città tra le colline c’è una bambina di nome Noelle, che sta facendo ritorno a casa in compagnia dell’amato nonno, detto nonnino. Alla figura del nonno di Noelle, Benji Davies lascia una dedica a inizio libro.
Nelle immagini panoramiche, scorgiamo il piccolo fiocco di neve che tenta, mentre scende giù dal cielo, di trovare il posto migliore sul quale potersi posare. Il vento gli è da guida e, nel contempo, allunga la sua discesa. Apriamo la tavola in cui è rappresentata la città in penombra, con le vetrine accese. Mi fermo, invito i bambini a guardare la maestria pittorica. Gli chiedo (provate a rispondere anche voi!): “Osservate le strade, vi sembrano asciutte o bagnate?”, “Da cosa capite che anche l’aria e umida?”, “Guardate l’ombra di Noelle e del nonno davanti alla vetrina, come ha fatto ad essere così preciso, l’illustratore, nel distinguerla dalla luce gialla?”



Dopo il dialogo sulle tecniche artistiche, voltiamo pagina. Noelle ammira una vetrina in cui è allestito il più bell’albero di Natale mai visto. Ne vede molti altri di alberi finché non adotta il suo: un ramo trovato lungo il percorso. Intanto, il fiocco di neve continua la sua discesa. Incontra tanti altri fiocchi simi a lui (tutti carini, dicono Claudio e Fabio) e viaggia al loro fianco. L’autore precisa: ogni fiocco era diverso.
La bambina addobba il suo ramo in compagnia del nonno e della mamma. Tutto infiocchettato, lo appoggia fuori, sul davanzale della finestra e va a dormire. Forse state già immaginando il finale, dunque mi fermo qui. Vi lascio al piacere del risveglio dopo un’intensa nevicata notturna.
Se i confini non esistono, bisogna saper guardare oltre
“Oltre” è l’albo di Allegra Agliardi, illustratrice e grafica di Milano, vincitrice nel 2009 del premio come giovane illustratrice dell’anno, al Festival dell’Illustrazione di Pavia. Nel retro della prima di copertina, il libro si apre con un’esplosione di colori. Questi definiscono un occhio e suggeriscono l’infinito di ciò che possiamo guardare, oltre al nostro sguardo. Il testo è composto da frasi brevi nelle quali il tempo verbale (che suggerisce l’azione) è evidenziato, per essere letto con maggior veemenza. Una frase, poi uno spiraglio da cui guardare, infine un panorama. Così prosegue questo originale racconto che invita il lettore a restare in contatto con tutto ciò che accade intorno per essere partecipe delle infinite possibilità che la vita offre.
Le prime tavole sono dedicate agli eventi concreti, le sensazioni piacevoli dell’immaginarsi a compiere le cose che, ogni giorno, accadono sul nostro pianeta. A un certo punto l’autrice offre al piccolo lettore le lenti di un binocolo molto speciale per vedere quello che ancora non riesci a vedere. Da qui s’inizia a giocare con la fantasia, con l’immaginazione, con ogni cosa che supera i confini… Proprio come, per tornare all’argomento iniziale, l’esistenza di Babbo Natale.



Tutto ciò che bisogna fare è seguire l’invito di entrare… in una storia.
Senza lampo né maltempo, possiamo stare insieme?
Infine, vi presento un albo davvero molto particolare, l’ultimo di questa carrellata. L’autrice è la francese Eléonore Douspis, grafica freelance che dedica il suo tempo libero all’illustrazione di libri per l’infanzia. La sua formazione in ambito di design e grafica è evidente anche nei suoi albi illustrati, formati da pitture vettoriali ordinate e pulite. Nonostante l’aspetto lineare, il racconto “Senza lampo né maltempo” trasmette diversi livelli di significati emotivi. Partendo da uno spunto metaforico, rappresentato dall’incessante pioggia che, inspiegabilmente, si manifesta solamente all’interno della casa della famiglia protagonista del racconto, la lettura suggerisce una miriade di riflessioni esistenziali.
La famiglia cerca di adattarsi alla pioggia dentro casa, i due bambini hanno l’aria triste e desolata. Fuori di casa splende il sole, la gente è ignara di ciò che gli sta succedendo. A scuola, i due bambini si isolano. Quella pioggia per loro è un segreto da tenere celato al gruppo dei pari. Dentro casa la situazione peggiora drasticamente. L’umidità fa apparire muffe, oltre a flora e fauna palustre. La vegetazione continua a espandersi così tanto da non riuscire più a essere contenuta dalle mura di casa. Diventa quindi impossibile nascondere il segreto.



Il risvolto è positivo. I bambini, anziché giudicare, si entusiasmano di quella situazione tanto bizzarra e entrano in quella casa come se entrassero in un parco avventura. I bambini non credono ai loro occhi. Non hanno mai visto un simile spettacolo! Le mura scricchiolano, la luce entra. La solitudine e l’isolamento cessano di esistere.