Se ami perderti nelle narrazioni aperte a diversi percorsi interpretativi devi certamente soffermarti su questo racconto di Catarina Sobral, pluripremiata autrice e illustratrice portoghese dal caratteristico tratto bidimensionale. Il libro in questione è Senza, un silent book pubblicato per la prima volta in Portogallo nel 2014 da Pato Lógico Edições (titolo originale Vazio). Il racconto è compreso nella collana Imagens Que Contam (2013) nata come uno “spazio di libertà creativa” dove agli autori è stato chiesto di proporre storie narrate solo attraverso le immagini e con un’unica parola per rappresentare il titolo (puoi esplorare qui gli altri libri della collezione). Senza è approdato quest’anno in Italia grazie a Kite Editore. Se ricordi, era stato annunciato da Valentina Mai ancor prima della Fiera di Bologna come albo ‘senza’ frase sulla quarta di copertina… Ora puoi comprenderne il motivo.

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Oltre alla struttura dell’albo, quell’unica parola – ‘senza’ – non indica tanto l’assenza di altre espressioni scritte tra le pagine ma vorrebbe forse suggerire al lettore, piccolo e grande che sia, il percorso del personaggio del libro, con il quale potremmo facilmente ritrovare una qualche familiarità.

Il protagonista del silent book in questione è una vera sagoma. No! Non intendo dire che fa molto ridere. Ok, certamente la sua andatura riflessiva e malinconica fa sorridere, ma ciò che voglio dire è che lui, Mr Vazio (così è soprannominato dalla sua mamma di matita), è proprio una sagoma in senso stretto. Poi, intorno alla sua figura si muove un mondo che si colora e si riempie di continuo.

senza catarina sobral

Al contrario, il signor Senza rimane bianco e vuoto. Ho una mia interpretazione di pancia arrivata dopo la prima lettura del libro e legata al concetto di permeabilità emotiva. Mr Vazio è continuamente attraversato dalle situazioni che vive. Sembra non riuscire a porre dei confini tra la sua interiorità e il mondo esterno. A causa di questo costante sconfinamento si percepisce vuoto, svuotato, senza se stesso e privato della sua più autentica identità. Non dev’essere per nulla facile per lui riergere i confini originari, eppure sembra provarci. Lo vediamo imbottirsi di esperienze e di oggetti allo stesso modo in cui Giacomino di cristallo si colmava di visibili pensieri. Ogni cosa, però, lo riempie in modo effimero, incapace di dargli quel senso di pienezza che ciascuno cerca nella propria esistenza.

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A un certo punto, il buffo percorso del signor Senza giunge all’epilogo, all’attesa scena in cui è attraversato (letteralmente) da un inaspettato incontro. Pare che i due, simili tra loro, si intreccino nell’istante prima di riallontanarsi. Sembra anche che, questa volta, non sia stato un semplice riempirsi, bensì un inizio di trasformazione. Ma nulla di ciò che è accaduto ha un’interpretazione certa, uguale per tutti i lettori. Il messaggio finale è libero, possibile e da amplificare.

«Scrivere di Senza a distanza di sette anni è un esercizio curioso. Invece di citare le mie motivazioni per farlo, preferisco dirvi quello che ho imparato dai lettori: che il signor Vuoto è invisibile e cerca il suo lato femminile. O anche: che il colore non ha importanza, né che siamo diversi, ma che ci piacciamo. Che l’incontro con la signora Vuota lo ha cambiato ma non sono rimasti insieme (forse è sua sorella!). O forse finiranno insieme… Che sia un libro sull’uguaglianza, sulla salute mentale o solo una storia d’amore, non lo so. Ho già dimenticato le mie motivazioni.»

Catarina Sobral (traduzione dall’originale pubblicato nel sito dell’editore)

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Un albo che invita alla lentezza, a soffermarsi sulle scene per cercare il proprio filo conduttore tra le tracce lasciate dall’autrice e i propri pensieri. Alcune tavole risultano essere particolarmente ironiche, come la scenetta in cui il signor Senza è dal dottore e appare completamente vuoto dietro al macchinario per le radiografie. Poi, l’immagine del paesaggio innevato nel quale della sagoma bianca, totalmente mimetizzata, restano soltanto le impronte.

Il linguaggio narrativo e artistico di Catarina Sobral è sicuramente distinguibile e affascinante, per questo motivo ho voluto dedicare le ultime righe dell’articolo all’approfondimento dell’autore. Come da lei dichiarato nel sito ufficiale, ha finora illustrato tredici libri e ne ha scritti dieci. La prima casa editrice che ha portato i suoi libri in Italia è La Nuova Frontiera Junior con all’attivo sei titoli. Eccoli in questa sintetica carrellata: Cimpa la parola misteriosa (2014), un albo che introduce alla grammatica attraverso un divertente espediente, Mio nonno (2015), racconto con il quale ha vinto il Premio Internazionale di Illustrazione alla Fiera del libro di Bologna nel 2014, Tanto tanto grande (2017), attraverso un forte richiamo alla metamorfosi kafkiana viene narrato il cambiamento dovuto alla crescita, Ma come è sparito così? (2019), una favola ecologista in cui il mondo sparisce all’improvviso, Impossibile (2020), un racconto sull’origine dell’universo. Le opere di Catarina Sobral sono tradotte in diversi paesi e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Attualmente l’autrice vive e lavora a Lisbona ed è impegnata nella produzione di un programma radiofonico per bambini.