Sono la mamma di un bimbo di 25 mesi dal carattere gioioso e pieno di curiosità, già abbastanza padrone del linguaggio e quindi molto chiaro nel farci capire le sue emozioni.
Da qualche mese, come penso sia fisiologico, è entrato nella fase dei capricci.
Io e mio marito siamo sempre piuttosto fermi quando c'è da rimproverarlo, ma abbiamo notato una sua reazione anomala alla nostra rabbia: si mette a ridere!
A volte penso che ci stia prendendo in giro, o forse che il nostro essere dispiaciuti non lo tocchi nemmeno un po'. Poi però, a distanza di ore o anche giorni dal capriccio, lui ci ripete esattamente i rimproveri che gli abbiamo fatto. Questo significa che li ha ascoltati...
Allora, come interpretare le sue risate? Soprattutto, come è meglio comportarsi?

La tua domanda invita a riflettere non solo sul comportamento attuato dal bambino di fronte a un rimprovero ma anche sulle nostre aspettative riguardo alla sua risposta. Intorno ai due anni i piccoli possono reagire in maniera molto diversa davanti a una sgridata. Proviamo a capire come e perché.

Quali sono le possibili reazioni di un bambino di fronte al rimprovero?

  • Talvolta i bambini non manifestano una reazione evidente, anzi, sembrano piuttosto indifferenti ed é probabile che proseguano nel fare ciò che ha causato il nostro diniego.
  • Diversamente hanno una reazione esagerata: strillano, si buttano a terra, gettano qualcosa per aria, si contorcono, ecc…
  • Altre volte invece hanno una reazione consona alla situazione. Si fermano ad ascoltare l’adulto, lo guardano negli occhi o tengono un po’ la testa e lo sguardo abbassati, hanno il labbro inferiore che sporge, appaiono dispiaciuti e in ascolto, scoppiano in un pianto liberatorio.
  • Può capitare che presentino una reazione inadeguata alla situazione, come quando esprimono un’emozione diversa da quella che ci si aspetterebbe in quella data circostanza. Succede, ad esempio, quando i bambini rispondono al rimprovero con la risata.

Alcune di queste reazioni sono più auspicabili di altre, benché tutte siano comunque normali. Le differenze possono dipendere dal temperamento del bambino o essere conseguenza di un particolare vissuto emotivo o momento di crescita.
Inoltre, ciò che al bambino arriva dalla sgridata potrebbe non coincidere con le nostre reali intenzioni.
Da una parte quindi c’è l’adulto che dirige un rimprovero allo scopo di fermare un comportamento inadeguato o pericoloso e che vorrebbe fare capire al bambino il motivo. Dall’altra parte c’è il bambino che non sempre è in grado di comprendere quella reazione così come viene vissuta dall’adulto. Oltretutto, potrebbe ancora non essere capace di cogliere il fatto che non viene messa in discussione la relazione con l’adulto ma l’azione concreta che ha appena compiuto.
Per questo motivo non bisogna dimenticare di rassicurare e sostenere il bambino al fine di agevolarlo nel riuscire a distinguere il rimprovero scaturito da un singolo episodio, dalla temuta “rottura di un legame”.

Immagine tratta dal sito Plurielles.fr

Come interpretare le sue risate?

Facciamo un passo indietro per vedere come, all’incirca verso il 3° mese di vita, il neonato inizi a sorridere all’adulto, rispondendo al suo sguardo. Ciò che incoraggia questa nuova scoperta “sociale” risiede proprio nell’aver provocato il sorriso su quel volto che ha per lui un interesse speciale.
Il bebè dunque sorride per far sorridere. Questa azione/reazione intenzionale gli procura benessere.

Ridendo in reazione alla sgridata, un bambino potrebbe cercare di riproporre quel setting iniziale nel quale “io rido e quindi tu ridi”. In tutta risposta al volto arrabbiato tenterebbe, in questa maniera, di riconquistare l’adulto, non riuscendo quindi a cogliere che il rimprovero sia riferito all’azione e non alla rottura di un legame.
Questa chiave di lettura può aiutarti a non pensare che tuo figlio ti stia, in qualche modo, prendendo in giro e può, per questo, suggerirti di iniziare una strategia educativa che possa sostenerlo durante il suo percorso di maturazione emotiva, anche quando la sua espressione “monella” indurrebbe a dare tutt’altra interpretazione.

Fino al 7°-8° anno di vita, i bambini necessitano che sia l’adulto a offrirgli una possibile lettura delle emozioni, non essendo ancora in grado di razionalizzarle in maniera autonoma.
La maturazione della regolazione emotiva avviene gradualmente tramite un processo di identificazione, proprio quello che sta sperimentando il tuo bambino quando ripete, a distanza di tempo, i vostri rimproveri. Li sta interiorizzandoli attraverso il gioco simbolico.

“I giochi di fantasia di un bambino di due anni rivelano la capacità di assimilare e interpretare il comportamento e il significato degli eventi che lo circondano.”

Tratto da Il bambino da 0 a 3 anni, T. Berry Brazelton

Come è meglio comportarsi?

Continuate a gestire il rimprovero con fermezza, per evitare di dare al bambino un messaggio confuso e incoerente. Dunque chiarite quali rimproveri siano realmente necessari per la sua crescita e la sua sicurezza.

“I bambini di questa età sono in genere impulsivi, attivi esigenti e curiosi. Tutti attributi che, a seconda del punto di vista, possono essere considerati qualità o difetti. Un bambino che tira fuori tutte le pentole, le allinea sul pavimento di cucina e le percuote con mestoli e cucchiai può essere visto come un batterista in erba con un fantastico senso del ritmo, uno scienziato che esplora le caratteristiche degli oggetti che si scontrano, una piccola peste rumorosa, un bambino disordinato che non sa come vanno usate le cose e così via. Il nostro punto di vista può variare in funzione di diversi fattori.”

Tratto da “I no che aiutano a crescere”, Asha Phillips

Ponete attenzione al tono corporeo, alla postura e all’espressione del volto, in modo che il bambino possa comprendere quale sia la mimica e l’emozione di una persona arrabbiata.

Guardatelo negli occhi durante il rimprovero e, se lui non fa altrettanto, chiedeteglielo. Se necessario, avvicinatevi e parlategli tenendolo per le spalle. In questo modo il bambino capirà che non state giocando e che gli state domandando di ascoltarvi con serietà.

Utilizzate le parole più chiare e semplici che vi vengono in mente e pronunciate frasi brevi. Specificate a quale comportamento è riferito il vostro rimprovero così da poter distinguere l’azione dalla persona.
Chiarite che la relazione tra di voi non corre alcun rischio, anche esprimendo i vostri sentimenti, come ad esempio: “La mamma ti vuole bene ma non è affatto contenta quando strappi i libri”.

Immagine tratta dal sito mrprintables.com “Learning about Emotions: Make a face! DIY Toy”

Evitate di dare lunghe spiegazioni durante il rimprovero, lasciatele per un secondo momento. Quando sarete più tranquilli, potrete riparlarne per rielaborare insieme l’esperienza. Ad esempio, se il bambino tenta di correre/scappare in mezzo alla strada e non vuole darvi la mano, sicuramente la sgridata dovrà essere secca e concisa: “Devi darmi la mano!”

Successivamente, durante una passeggiata serena, mostrandogli la strada, potrete spiegargli: “Hai notato come vanno veloci le auto, se scappi via dalla mamma diventa davvero pericoloso. Per questo, quando attraversiamo o camminiamo lungo la strada, voglio che ci teniamo per mano”.

Parlategli delle emozioni. Fatelo attraverso racconti, giochi e immagini. “Com’è la tua faccia quando è arrabbiata?”, “Com’è quando è felice?”, “E quando ti faccio il solletico e ridi?”, e così via.

Potreste utilizzare delle immagini di facce che ricalcano le espressioni (come le famose emoticons) per giocare con vostro figlio. In questo modo, sperimentando le emozioni durante il gioco, il bambino sarà facilitato nel comprenderle e gestirle in maniera sempre più adeguata (un esempio si trova in queste immagini tratte dal sito mrprintables.com).