Torno a scriverle per una questione che mi preoccupa un po'. Mia figlia di 16 mesi dice "mamma", "papà" (da poco, e a volte scambia nomi tra mamma e papà quando ci chiama) "nonna", "no", "co", il suo nome, a volte quando le va di dirlo, due volte ha anche pronunciato la r e la t. Chiama solo mamma o papà proprio per chiamare.
Se vuole l'acqua per esempio si fa capire ma non prova a dire nulla. Per il resto non mi sembra mostri interesse nel ripetere le parole.
Forse solo "miao" ma perché rimaneva incuriosita dalla mimica della mia bocca e ripeteva: miaaaa miaaaa.
Io le ho sempre parlato molto, chiamo tutte le cose con il loro nome ed infatti lei capisce tutto. Proprio tutto, anche parole che magari non usiamo spesso, tipo "cesto dei panni sporchi". Se le diciamo di portare panni nel cesto va diretta. È molto partecipe quando le diciamo di aiutarci a stendere panni, a cucinare, a prendere la camicia per il papà che va a lavoro. Ma non parla.
So che ogni percorso è soggettivo ma c'è qualcosa che posso fare? A volte quando le dico come si chiama questo o quello inizia a stranirsi come non le andasse ed allora smetto di chiederlo. Anche se non lo faccio in modo pressante lo inserisco sempre nelle conversazioni o mentre leggiamo libri.
Scusi della confusione con cui ho scritto ma volevo rendere l'idea. Sono un po' preoccupat.

Leggendo ciò che scrivi, la prima cosa su cui ho riflettuto è che in realtà la tua bambina comunica parecchio e in modo adeguato per la sua epoca di sviluppo.
La frase “Ma non parla” racchiude la naturale aspettativa di un genitore verso il realizzarsi di alcune tappe dello sviluppo. Queste emozioni non sono certamente aiutate quando subentra la comparazione con i figli degli altri. Come hai affermato tu stessa, il ritmo di crescita varia notevolmente da bambino a bambino e non dobbiamo fare altro che sostenerlo e rispettarne i tempi.

Il linguaggio interiore. Durante i primi due anni di vita, e anche un pochino oltre, osserviamo soprattutto la competenza linguistica, ovvero il possesso della capacità comunicativa, piuttosto che l’esecuzione, ovvero la tanto attesa produzione delle parole. I bambini imparano a parlare in quanto coinvolti in una relazione con qualcuno che si rivolge a loro “parlando”, perché sono immersi in un contesto linguistico e poiché sono geneticamente predisposti a farlo. L’acquisizione del linguaggio passa attraverso la comprensione dello stesso e prosegue con la comunicazione pre-linguistica, come i gesti, le espressioni facciali, le posture, e via dicendo. Dobbiamo semplicemente fidarci delle loro competenze.

"Ripete miaaaa miaaaa"

L’imitazione dei suoni è una pratica particolarmente piacevole per i bambini che si approcciano ai primi rudimenti linguistici. Alcuni suoni o rumori sono apprezzati dai piccoli di ogni tempo, come, ad esempio, i versi degli animali, il trattore, il treno, le campane e tante altre onomatopee.
A tal proposito puoi giocare con lei facendole ascoltare questo tipo di parole, usando immagini, libri, filastrocche o esperienze dirette (come può essere la visita in una fattoria). Attendi che sia lei ad aver voglia di ripetere i suoni ascoltati, senza chiedere o insistere affinché lo faccia. Quando pronuncia spontaneamente un suono (ad esempio vede un gatto per strada, lo indica e inizia a imitarne il verso), rinforza la sua azione ripetendo dietro di lei la parola che ha pronunciato (“miao” è il gatto!).

"Capisce tutto. Tipo cesta dei panni sporchi"

La tua bambina ha compreso che esiste un legame tra suono e oggetto e che alcune parole possono essere utilizzate per indicare e ottenere qualcosa. È in grado di ricevere piccole consegne, come il portare la camicia al papà, sa esprimere i suoi bisogni facendoti ad esempio capire quando ha sete (in questo senso ogni volta che indica l’acqua puoi sostenere la produzione linguistica suggerendole la parola “acqua”) ed è capace di richiamare l’attenzione dell’adulto anche quando non usa l’appellativo corretto. È piuttosto comune che un bambino piccolo utilizzi la parola “mamma” per rivolgersi all’adulto che in quel momento si sta prendendo cura di lui, prima ancora di imparare a chiamarlo col nome appropriato. Ben presto la tua bimba parlerà talmente tanto che ti troverai a dirle di stare un po’ zitta!
Per finire, ti suggerisco un simpatico albo illustrato che racconta in maniera metaforica il viaggio di un piccolo coniglio verso l’acquisizione del linguaggio. Si tratta di “Caccapupù” , scritto e illustrato da S. Blake, ne ho parlato anche qui sul blog.

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