Essere genitore di più figli significa imparare a sostenere il rapporto tra fratelli, considerando questa relazione come una di quelle fondamentali durante lo sviluppo dell’individuo. Nell’articolo rispondo alla domanda di una mamma.
Ciao Ester, torno a scriverti per chiederti sei hai una bibliografia di riferimento sul tema dei fratelli e sorelle su come coltivare al meglio questo splendido rapporto. Penso possa essere utile per me aver più spunti possibili per i miei due bimbi. Figlia di 5 anni e fratello di 2 anni. Grazie tanto!
Grazie a te per l’occasione offerta dalla tua lettera. Trovo sia complesso rispondere in maniera sintetica a un argomento che, per quanto possa apparire specifico, è in realtà piuttosto generico e influenzato da numerose variabili (la tipologia di famiglia, il genere, la differenza di età sono alcuni esempi che modificano significativamente le dinamiche del rapporto tra fratelli). Ciononostante è stata ampiamente dimostrata l’importanza di questo legame (o legami) nel crescere i figli, anche se ancora oggi, quando si parla di relazione tra fratelli, si allude perlopiù alle dinamiche legate ai sentimenti di gelosia e di rivalità. Questo succede anche all’interno degli argomenti trattati nei libri che sviluppano questa tematica.
La tua richiesta rivolta al come poter coltivare al meglio questo splendido rapporto, rompe invece con lo schema che vede quale principale preoccupazione, il bisogno di mantenere la quiete domestica e di contenere gli sbalzi emotivo-umorali dei bambini.

Ho consultato alcuni testi che trattano il rapporto tra fratelli e ho trovato un saggio che reputo molto valido, edito da Astrolabio (Ubaldini Editore 2010): “FRATELLI E GEMELLI. L’amore tra fratelli, rivalità e gelosia, i gemelli: affrontare le difficoltà“.
Si tratta di uno dei titoli della collana dedicata ai genitori “Cento e un bambino”, diretta da Emanuela Quagliata, psicoanalista e specialista dell’età evolutiva. L’analisi sviluppata nel libro ruota intorno alle seguenti domande: “É inevitabile che la nascita di un fratello sia vissuta in modo catastrofico, con sentimenti di rivalità e gelosia? Cosa possono fare i genitori per rafforzare le relazioni positive tra i figli?”. Queste ispirano gli argomenti trattati nei cinque capitoli che raccolgono i contributi degli esperti Miriam Chachamu, Prophecy Coles, Allessandra Gibba Marsoni, Emanuela Quagliata, Marguerite Reid e Margaret Rustin. Il capitolo primo è dedicato all’importanza dell’amore fraterno (non più posto in secondo piano rispetto alla rivalità), la complicità, il sentimento della compagnia e l’importanza di questa presenza nello sviluppo psicologico dell’individuo. Nel capitolo secondo, viene analizzato il condizionamento genitoriale nel rapporto con i figli (sentimenti inconsci), essendo stati a loro volta fratelli, sorelle o figli unici. Il terzo capitolo tratta invece un argomento più doloroso, quello della morte perinatale e sulle possibili conseguenze nell’essere nato dopo un fratello che non è sopravvissuto. Il quarto capitolo è dedicato ai fratelli gemelli e all’attenzione verso la formazione della loro reciproca individualità. Infine, il quinto capitolo è scritto con un taglio pratico e propone strategie per gestire le situazioni, talvolta critiche, tra fratelli.
Sperando che tu possa trovare utili spunti per il tuo compito genitoriale, aggiungo un passaggio che T. Berry Brazelton scrisse nel suo libro “Il bambino da 0 a 3 anni” e che mi ha supportato in alcuni aspetti del rapporto con i miei figli:
I genitori spesso si chiedono come riuscire a trattare i bambini allo stesso modo. La risposta è semplice: non è possibile. Ogni bambino ha una personalità diversa e necessita di un approccio diverso. Tuttavia può essere faticoso cercare di cambiare marcia con ciascuno di loro. Parlare delle loro differenze in modo aperto ma senza tono di giudizio può davvero fare la differenza nei rapporti. Per esempio si potrebbe dire a uno dei due “Con te devo parare a bassa voce”, e all’altro “Con te devo sempre parlare in tono arrabbiato”. Questo può dare loro un’idea di se stessi.
Quando i bambini tormentano i genitori dicendo “Sei sempre più gentile con lui che con me”, si può loro rispondere “Siete persone molto diverse, il che è una grande cosa. É necessario trattarvi in modo diverso. Quando parlo forte con te è per farti ascoltare, ma ti parlo con lo stesso affetto anche se con un tono più elevato”. Se non ci si lascia intrappolare nel senso di colpa per i diversi sentimenti che si nutrono per ciascuno dei figli, allora i bambini non ne avranno sentore.T. B. Brazelton