Ciao! Innanzitutto vorrei dirvi che questa pagina è bellissima, con post davvero interessanti e utili! Complimenti!
Vi scrivo per sapere se gentilmente potreste essermi di aiuto: sono un'educatrice alle prime armi.
Con i bambini mi rapporto facilmente e il lavoro è fantastico, ma rapportarsi con i genitori è un po' più difficile, soprattutto quando accadono episodi di morsi, graffi, bernoccoli. Avreste qualche libro da consigliarmi a riguardo?
Vi ringrazio in anticipo! buona giornata!

Il rapporto con i genitori dei bambini è forse uno degli aspetti più delicati e complessi del lavoro educativo. Fin dai primi contatti con le famiglie è importante instaurare una relazione positiva, aperta e accogliente, nell’ottica di offrire un servizio capace di sostenere i genitori, impegnati nella crescita del loro bambino. L’atteggiamento empatico e professionale, la capacità di ascolto e la disponibilità a dare informazioni semplici e chiare, sono elementi che favoriscono la fiducia da parte delle famiglie nei confronti del personale del nido.

Si tratta del costante impegno (professionale) dell’astenersi dal giudicare e del cercare, invece, di conoscere, osservare e capire; di accogliere il bambino con la sua famiglia, la quale rappresenta uno dei principali tasselli della sua evoluzione e formazione. Questo significa evitare di tentare di comprendere quel determinato bambino attraverso pregiudizi e critiche, bensì tramite il confronto con genitori e colleghi in modo da poter individuare le strategie che meglio favoriscono la crescita del piccolo e il suo benessere.
Cercare di non cadere nella critica e di non sminuire le azioni e le decisioni dei genitori fa davvero la differenza. Al contrario si perde di vista il reale obiettivo del lavoro educativo che richiede invece rispetto e accoglienza verso le scelte, gli stili e l’unicità della famiglia che entra a far parte del servizio. Nell’organizzazione quotidiana legata alla partecipazione delle famiglie al nido, uno degli sforzi più importanti è rappresentato dalla necessità di far conciliare il rispetto delle regole della struttura con la maggiore flessibilità richiesta dai genitori per far fronte alle singole esigenze organizzative.

Organizzare incontri e colloqui con i genitori per fornire informazioni su quello che accade al nido, sicuramente rassicura i genitori, portandoli alla conoscenza di alcune dinamiche derivanti dalle prime esperienze di socializzazione tra pari. Gli si racconterà di come, frequentando il nido, i bambini possono essere protagonisti di alcuni piccoli incidenti quali graffi, morsi, ecc…, della normalità di questi avvenimenti, del fatto che siano tipici dell’età evolutiva e superabili senza particolari traumi.
Quando accadono episodi di aggressività tra pari, come il morso, non sempre l’educatore può rendersene conto in tempo da fermare l’aggressione. Nel momento in cui interviene probabilmente il bambino/a ha già morso il suo compagno. Dunque la strategia educativa non è indirizzata principalmente a bloccare il gesto ad ogni costo ma a sostenere il bambino che si trova in questa fase, affinché possa superarla positivamente.


Quando ormai il morso è avvenuto, l’educatrice si preoccupa di consolare il bambino/a che l’ha subito ma anche di accogliere il bambino/a che dal quale è iniziato. Va posta attenzione a condannare l’azione e non la persona (dicendo, ad esempio: “Hai fatto una cosa brutta al tuo amico”, invece di: “Sei un bambino cattivo!”).
L’osservazione dei comportamenti, delle dinamiche di relazione e dei fattori ambientali, è uno strumento fondamentale per progettare attività e momenti che mirano a scoraggiare questo tipo di atteggiamenti, aiutando il bambino/a a indirizzare il surplus energetico verso altre mete.
I genitori vanno sempre informati con franchezza sull’accaduto. È necessario rassicurarli e raccontare la modalità di intervento scelte dal personale educativo di fronte a questi episodi. Bisogna comprendere il loro stato d’animo quando vedono il segno lasciato dal morso sopra la delicata pelle del bambino/a ma anche quando vengono a conoscenza che è stato il loro figlio/a a far male a un compagno/a.

È decisamente utile cercare la loro collaborazione e disponibilità nel seguire una linea educativa comune tra nido e casa. I bambini si mostrano generalmente sensibili e interessati a riascoltare i loro vissuti emotivi. Dunque mamma o papà possono riprendere l’argomento in un secondo momento, sottolineando l’inaccettabilità del gesto: “Ho saputo che oggi all’asilo hai morso un tuo amico. Probabilmente eri arrabbiato ma è una cosa che non si fa”.

A tutela della privacy raccontiamo ai genitori l’accaduto senza dire il nome dei bambini coinvolti, anche quando avranno imparato a parlare e, con molta probabilità, saranno loro stessi a dire “Tizio mi ha morso!”.

Ecco alcuni strumenti bibliografici per il lavoro educativo al nido d’infanzia:

– “Il lavoro con i genitori“, in “Persone da zero a tre anni. Crescere e lavorare nell’ambiente del nido”, E. Goldschmied, S. Jackson, 1996, ed. junior, pp. 210-228.

– “Il rapporto tra educatori e genitori“, di A. Bonomi, in “Manuale critico dell’asilo nido“, Bondioli, Mantovani, Franco Angeli, 2013, pp. 199-214.

– “L’approccio persona chiave per i genitori, in particolare per le mamme“, in “Persone chiave al nido“, a cura di B. Ongari, ed. junior, 2012, pp. 52-55.

– “Diventare famiglia“, di L. Resuccia Saitta, in “Attaccamento e inserimento. Stili e storie delle relazioni al nido“, S. Mantovani, L. Resuccia Saitta, C. Bove, Franco Angeli, 2003, pp. 71-83.

-“Mordere“, in in “Persone da zero a tre anni. Crescere e lavorare nell’ambiente del nido”, E. Goldschmied”, S. Jackson, 1996, ed. junior, pp. 234-236.