Sono tanti i nonni di oggi. Nonni a tempo pieno, nonni part time e nonni sporadici; nonni anziani, nonni giovani e nonni giovanili; poi ci sono i nonni in pensione e i nonni lavoratori; i nonni vicini e quelli lontani.
Sul versante nipoti, se un tempo avevano soprattutto esperienza di nonni “nella memoria”, le statistiche odierne confermano che attualmente la gran parte di loro ha nonni ancora in vita – spesso tutti e quattro – grazie all’aumentata longevità.
Diventare nonni oggi
Diventare nonni è un’esperienza sperata e attesa da molti di coloro che, in coppia e non, si trovano con figli ormai cresciuti e indipendenti. Nella nostra società, i nonni sono divenuti una risorsa e un sostegno talmente fondamentale nella cura dei nipoti, che la loro presenza e vicinanza (o, al contrario, assenza/lontananza) è considerata da diverse neo-famiglie una condizione che influenza perfino la decisione di generare o meno una nuova vita:
“Non abbiamo fatto il secondo figlio perché qui siamo soli, senza nessuno che ci aiuta e i nonni sono lontani.”
I nonni, un ruolo fondamentale
La nonnità assume quindi nuovi significati e non può essere negata o respinta. Ha bisogno di essere valorizzata anche quando deve fare i conti con il continuo ripensamento di ruoli e delle rispettive responsabilità. I benefici derivanti dal poter contare sui nonni non riguardano la sola organizzazione familiare.
Se da un lato si tende a dare maggiore ascolto ai bisogni informativi e di sostegno che partono dai nuovi genitori, dall’altro lato ci sono anche i nuovi nonni i quali, sempre più coralmente, cercano occasioni per confrontarsi e aggiornarsi sulle tematiche educative e sugli aspetti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’attenzione all’educazione familiare deve dunque tenere conto anche di queste figure, protagoniste e presenti nella vita dei nuovi bambini.

Alcuni progetti, organizzati ad esempio da strutture pre-scolastiche e scolastiche, sono spesso occasioni che consentono ai nonni e alle nonne d’incontrarsi, di parlare dei loro nipotini, di confrontarsi, di condividere stili e soluzioni, di raccontarsi e di tornare, nuovamente, a quando si era bambini, rievocando canzoni, storie, filastrocche e giochi dell’infanzia (Biagi, 2014).
La minore responsabilità dei nonni
Essendo i genitori i primi responsabili verso i figli, i nonni rappresentano figure complementari e distinte. Questa «minore responsabilità» non dovrebbe relegarli nel solo compito di custodia, relativo cioè alla cura fisica e materiale dei nipoti, dal momento che sono i nonni stessi a dichiararsi soddisfatti e impegnati nello svolgere anche uno specifico ruolo educativo (Di Sandro 2013, p. 98).
Scrive A. Oliviero Ferraris: «il contatto con le nuove generazioni aiuta a vivere meglio: obbliga ad aggiornarsi, a tenere in allenamento la mente, consente di coltivare nuovi e diversi legami affettivi». Ed è soprattutto attraverso i nipoti più grandi che i nonni hanno l’opportunità di essere informati sulle novità sociali e tecnologiche, rimanendo così meno a rischio di emarginazione. I giovani assumono il ruolo di formatori delle generazioni precedenti, vivendo uno scambio che diventa utile anche alla loro formazione umana.

Quale valore assumono i nonni per i nipoti?
Per quei bambini e figli di genitori spesso in apprensione verso un probabile rischio di un’eccessiva esposizione al vizio? Le complessità e le difficoltà dei rapporti tra adulti non riguardano certamente i sentimenti dei bambini; per loro contano sia i nonni sia i genitori, tutte figure speciali dalle quali ricevere e offrire affetto incondizionato.
Partiamo dall’importante presupposto che considera il bambino/a come un individuo competente sotto diversi aspetti della persona. Dobbiamo fidarci, relativamente alla nostra discussione, della sua competenza sociale, ovvero dell’innata capacità di intessere relazioni significative con le diverse persone con cui interagisce. Il bambino è, fin da molto piccolo, in grado di distinguere i partner sociali e di formare relazioni diversificate e specifiche a seconda del contesto e dell’interlocutore.
Non bisogna sottovalutare l’importanza che assume per un bambino il poter vivere e relazionarsi con persone differenti (Bottigli, 2013) dal momento che sono queste le occasioni che ha di sperimentare modelli e immagini di adultità da cui, in futuro, potrà prendere spunto.
Ad esempio, la memoria di un nonno tenero, affettuoso e “materno” è sicuramente un fattore positivo all’educazione di genere di quei nipoti che hanno potuto conoscere nuovi modelli maschili e femminili nei quali potersi identificare.
Il nonno è il ponte tra le generazioni
La terza generazione riceve dai nonni l’importante passaggio di informazioni legato alla memoria storica della famiglia. Raccontando ai nipoti l’altra infanzia, quella dei loro genitori, diventano il ponte narrativo tra le generazioni. I piccoli amano ascoltare com’erano, alla loro età, gli adulti ai quali sono legati: “Dai racconti dei nonni i bambini incominciano a intuire di far parte di una storia, che persone care hanno parzialmente scritto e che ora tocca a loro continuare a scrivere da protagonisti. I nipoti di solito sono contenti di sfogliare a casa dei nonni album di fotografie che ricordano i momenti importanti della vita dei loro genitori e dei loro nonni; manifestano particolare interesse ad ascoltare storie di vita familiare e a conoscere come erano i propri genitori da piccoli”. (Zanniello 2013).

Avere a che fare con i propri nonni è, per il bambino, un’opportunità di costruire il senso della propria identità. L’atteggiamento propositivo dei genitori, quando sostengono la frequentazione serena tra nonni e nipoti, può fare la differenza. Lo sviluppo della personalità, del senso di sicurezza e di autostima del bambino vengono sicuramente arricchiti da questa relazione affettiva e coinvolgente.
Si dovrebbe ricreare idealmente un “focolare domestico” dove vi sia l’occasione di un incontro tra le due famiglie: “un pranzo festivo presso la casa dei nonni oppure le visite dei nonni a casa dei nipoti; le passeggiate familiari della domenica mattina; l’aiuto dei nonni nel fare i compiti; la compagni serale di un nonno quando papà e mamma devono uscire, e così via. Le relazioni dei nonni con i nipoti a volte vanno costruite, nel senso che bisogna creare intenzionalmente occasioni per stare insieme.” (Zanniello 2013).
La presenza dei nonni
Un altro punto di vista importante relativo alla presenza dei nonni nella vita dei piccoli consiste nella possibilità offerta ai figli delle coppie impiegate per molte ore al giorno di evitare i rischi di un’istituzionalizzazione precoce, causati dalla frequenza prolungata e quotidiana di contesti extra familiari. La loro disponibilità consente di ripristinare l’equilibrio tra il tempo trascorso all’interno di una struttura per l’infanzia e quello passato nel calore di un ambiente domestico e, anche, all’aria aperta (al parco, a passeggio, all’orto, …).
Quest’ultimo aspetto rende i nonni promotori della sempre più necessaria Outdoor Education (l’approccio educativo che riporta l’accento sui benefici psico-fisici offerti dal vivere e il giocare all’esterno). I nonni possono realmente essere i garanti dello spazio e del tempo del gioco (Iozzelli 2013). Si tratta di un tempo rilassato, ricco di partecipazione e piacevolezza. Da una recente ricerca sul ruolo educativo dei nonni è stato osservato come il voler condividere esperienze, giochi e attività con i propri nipoti sia un desiderio sentito e vissuto con entusiasmo.
I nonni piacciono così, capaci di essere più che di dire: nonni e nipoti sono in grado di comprendersi all’interno di una relazione significativa fatta anche di una componente non verbale dove i tempi, le pause, gli sguardi e l’empatia, diventano unici e irrinunciabili.
Immagine in copertina tratta dal sito Bimbo In Viaggio
Bibliografia: Attias-Donfut C., Segalen M. (a cura di), Il secolo dei nonni. La rivalutazione di un ruolo, Armando ed., Roma 2005. Biagi R. (a cura di), Al nido arrivano le nonne e i nonni, in “Bambini” anno XXIX n. 1, pp. 42-45, ed. Junior, Bergamo 2014. Bottigli L., Le storie dei nonni e delle nonne, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 79-85. Corica F., Nonni. Istruzioni per l'uso, Sovera ed., Roma 2010. Catarsi E., Pedagogia della famiglia, Carocci editore, Roma 2008. Di Sandro E., Nonni e nipoti oggi. Una ricerca nell’Empolese Valdesia, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 87-102. Dozza L., Frabboni F., Lo sguardo dei nonni. Ritratti generazionali, Franco Angeli, Milano 2012. Iozzelli S., Essere nonni: una presenza di cura, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 69-78. Lo Sapio G., Lei c'era. Il rapporto insostituibile tra nonni e nipoti, Armando Editore, Roma 2007. Macario G., Quando nasce un bambino… nascono anche quattro nonni, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 103-110. Mietkiewicz M-C., Schneider B., Des «nouveaux grand-parents» et grand-parentalité: entre prescriptions normative set ouvertures, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 7-20. Sarsini D., Essere nonni oggi: uno sguardo pedagogico, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 63-67. Stramaglia M., La nonnità in una prospettiva di genere maschile, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 35-52. Vegetti Finzi S., Nuovi nonni per nuovi nipoti. La gioia di un incontro, Mondadori, Milano 2008. Winnicott D. W., Il bambino, la famiglia e il mondo esterno (trad. it.), Ed. Scientifiche MA.GI, Roma 2005. Zanniello G., La funzione educativa dei nonni, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2-2013, pp. 21-33.