Il momento del pasto costituisce uno degli aspetti più significativi della vita al nido. Questo, oltre a soddisfare un’esigenza fisiologica e il bisogno primario di ricevere nutrimento, diventa parte fondamentale del progetto pedagogico e del percorso di crescita del bambino.

L’esperienza di un nido francese

Quando il pranzo si svolge in un ambiente collettivo come quello del nido, entrano in gioco dinamiche organizzative e sociali. Le attese e i bisogni dei bambini si confrontano – talvolta si scontrano – con l’organizzazione degli adulti e della struttura. Il rischio di diventare una corsa al tempo, nella quale i ritmi necessari ai bambini diventano meno prioritari, invita l’adulto a porre una continua riflessione su questo significativo momento della giornata.

L’esperienza di un nido d’infanzia della città di Parigi ha portato il gruppo educativo a redigere il progetto pedagogico Il Bambino al nido: principale attore del suo pranzo, con l’obiettivo di rimettere al centro il bambino durante il tempo dedicato al pranzo. L’équipe educativa si é riunita più volte in corso d’anno per redigere le basi del projet pédagogique. Durante questi incontri sono emersi alcuni principi pedagogici riferiti ai bambini che frequentano il nido. Questi sono divenuti parte della metodologia e del pensiero esplicitato nel progetto educativo. In particolare:

  • Sostenere la conquista dell’autonomia;
  • Porre particolare attenzione al ritmo e alle potenzialità proprie di ogni bambino;
  • Favorire la percezione dell’Io e la construzione dell’identità attraverso esperienze sensoriali e motorie;
  • Accompagnare lo svilippo linguistico;
  • Contribuire alla socializzazione a piccoli passi;
  • Favorire un’adeguata professionalità del personale nel rispetto del bambino e delle famiglie.

Pappa al nido
Immagine tratta dal sito Maman… What else?

Per rispondere a questi principi il momento del pasto è stato riorganizzato con l’obiettivo di offrire un ambiente sereno, comprensivo e piacevole, nel quale il bambino possa sviluppare la fiducia nelle sue potenzialità e la possibilità di esprimere liberamente i propri bisogni.

Inoltre si è cercato di dare spazio all’esperienza del bambino, relativamente alla scoperta di nuovi sapori e consistenze, all’associazione di gusti, odori e colori, alla possibilità di poter mangiare da solo, in un primo tempo utilizzando le mani per poi arrivare gradualmente all’uso delle posate.

L’équipe ha condiviso l’importanza di tener conto dei bisogni del bambino nel momento in cui inizia a mangiare da solo come, ad esempio, quello di poter toccare il cibo con le mani e di “sporcarsi”. Poco per volta, di pari passo con l’affinarsi delle sue abilità motorie, il bambino viene invitato all’uso del cucchiaio e della forchetta.

piatto pappa

Autonomia nella scelta: IL PIATTO A TRE SCOMPARTI

Al fine di unire queste esperienze con la conquista dell’autonomia si è deciso di proporre a ciascun bambino (dai 15 mesi in poi) un unico piatto, organizzato a tre scomparti, nel quale vengono serviti nello stesso momento i diversi alimenti che costituiscono il pranzo (pasta, carne o pesce-verdure, formaggio-frutta).

Il bicchiere d’acqua viene dato insieme al piatto in modo che il bambino possa fare le sue scelte secondo un ordine deciso autonomamente da lui anziché dall’adulto. Quando il bambino ha finito il proprio pasto è libero di alzarsi e di andare a giocare tranquillamente. Nel frattempo gli altri bambini hanno la possibilità di terminare serenamente il loro cibo.

pappa nido
Immagine tratta da Ville d’Annecy

Verifica del progetto

Il pranzo è diventato un momento piacevole e tranquillo durante il quale il bambino può mangiare in autonomia, ascoltando i propri bisogni. L’adulto non esercita pressioni sul bambino ed è maggiormente disponibile, potendo rimanere seduto a tavola con il gruppo di bambini. Il metodo ha permesso l’instaurarsi di una relazione adulto-bambino complice e serena.

L’educatrice accompagna il bambino nella scoperta degli alimenti e dei sapori; lo invita ad assaggiare, pur rispettando i suoi gusti e la sua scelta di non mangiare alcuni alimenti. Il bambino viene sempre ascoltato sia se chiede un bis, sia quando non vuole mangiare. Non esiste più quel rapporto di forza tra adulto e bambino affinché quest’ultimo assaggi un alimento prima di passare a un altro o di lasciare il tavolo.

Questa dinamica che si creava svalorizzava uno degli obiettivi del pranzo, cioè quello di instaurare, ricordiamo, un momento conviviale sereno e condiviso. Inoltre alcuni bambini si precipitavano a terminare un alimento per esser sicuri di esser serviti per primi, dando l’impressione di vivere il pasto sotto forma di “gara”.

Stokke Tripp Trapp - La Chiocciola

Ora i bambini sono maggiormente sereni in quanto sanno che la stessa quantità è proposta a tutti, nello stesso momento. Mangiano tranquillamente e hanno compreso che potranno avere dell’altro cibo qualora lo desiderassero (seguendo le tabelle alimentari). Nella scelta di poter offrire dei bis ai bambini abbiamo deciso di mettere nel piatto piccole porzioni. Un piatto troppo pieno può scoraggiare un bambino che ha già poca fame o poca curiosità verso il cibo.

consulenza-pedagogica

Inoltre i bambini che lasciano la tavola perché hanno finito il pasto (senza aspettare la fine di tutti) non disturbano gli altri che stanno ancora mangiando. Sappiamo quanto la temporalità (il prima e il dopo) sia ancora una nozione molto vaga per un bambino del nido. Costringerlo a restare a tavola può diventare un’attesa interminabile e significa non tener conto dell’importanza che ha il movimento in questa fascia di età.

L’atmosfera positiva creata da questa nuova organizzazione ha fatto avanzare l’idea di proporre ai bambini più grandi (2-3 anni) di servire (seguendo una rotazione settimanale) i piatti, i bicchieri, le forchette, i cucchiai e le bavaglie: la fiducia verso le loro competenze incoraggia i bambini a eseguire quei piccoli compiti che rinforzano la sicurezza di sé.

piatto pappa

Attività ludiche proposte al nido per coinvolgere i bambini e le famiglie:

  • una volta al mese l’educatrice propone l’attività Pâtisserie in cui i bambini (un piccolo gruppo a rotazione) sono chiamati a indossare retina e grembiule per preparare biscotti, dolci, ecc. Le ricette proposte sono semplici, adatte ai “piccoli cuochi”. Vengono scritte e consegnate ai genitori.
  • gli operatori in cucina hanno creato delle foto plastificate che ritraggono gli alimenti del menù del giorno (sono state ritagliate le immagini degli alimenti dei giornalini dei supermercati) da mostrare al bambino prima del pasto. In questo modo il bambino può riconoscere ed esprimere i propri gusti attraverso il linguaggio e vedere gli alimenti al loro stato naturale.
  • nel giardino del nido abbiamo dedicato un area orto dove i bambini sono coinvolti nella piantagione di pomodori, carote e radicchi, la cui cura fa parte delle attività ludiche presenti tutto l’anno.

A cura di Alessandra Casigli

Alessandra Casigli, éducatrice de jeunes enfants (Comune di Parigi).
BIO: Ho maturato cinque anni di esperienza negli asili fiorentini, dieci nelle strutture parigine (asili, centri di accoglienza ragazze madri con difficoltà economiche e sociali, giardini dell'infanzia Montessori e progetti pedagogici per gli asili a domicilio) e sono mamma di due bambine. Ho vissuto, con la mia famiglia, diversi cambi di casa e abbiamo modificato alcune abitudini alimentari. Mia figlia maggiore ha usato fino ai tre anni il piatto a scomparti, con il pasto servito per intero, sotto gli occhi stupiti e dubbiosi dei familiari. A poco a poco tutti hanno potuto constatare il piacere e la tranquillità con cui mia figlia passava dalla frutta alla pasta. Non nascondo che all'inizio la bimba cominciava sempre dal dolce ma si è presto resa conto che, avendolo mangiato per primo, poi doveva comunque assaggiare e mangiare il resto. Quando andiamo fuori o a pranzo dai familiari non porto mai un piatto a scomparti. Rispetto le abitudini di chi ci ospita. Chiedo solo di tenere da parte il piatto del primo o del secondo in modo tale che la mia bambina possa avere la scelta di ritornarci a mangiare un po'. Ciò che reputo importante è la fiducia resa al bambino nel gestire il suo pasto. La frutta e l'acqua sono importanti come le altre pietanze e non constituiscono un premio da meritare. (A. Casigli)
Riferimenti bibliografici (alcuni titoli tradotti dal francese):

  • BUZYN E., Mamma, papà, lasciatemi il tempo di sognare. Gioco, fantasia e creatività nello sviluppo del bambino.
  • DAVID M., Il bambino dalla nascita ai 2 anni
  • DAVID M., G. APPELL, Una relazione educativa insolita: Loczy
  • DOLTO F., L'immagine inconscia del corpo. Come le relazioni affettive determinano la percezione che il bambino ha di sé
  • FREUD S., Tre saggi sulla teoria sessuale. Al di là del principio del piacereGOLSE B., Lo sviluppo affettivo e intellettivo nel bambino
  • LE BRETON D., Il sapore del mondo. Un'antropologia dei sensi
  • JANUSZ KORCZAK, Come amare il bambino
  • JANUSZ KORCZAK, Il diritto del bambino al rispetto
  • MONTESSORI M., Il segreto dell'infanzia (La mente del bambino; Il metodo della pedagogia scientifica)
  • VALPIANA T., PARONA M., Pranzetti e merende. Tante buone ricette dallo svezzamento ai 6 anni
  • WINNICOTT D. W., La famiglia e lo sviluppo dell'individuo (Il bambino e il mondo esterno; Gioco e Realtà, Sviluppo affettivo e ambiente: studi sulla teoria dello sviluppo affettivo; Il bambino e la famiglia; I bambini e le loro madri; Il bambino, la famiglia e il mondo esterno)
  • Articoli:
    Direzione Istruzione Asili Nido e Servizi Complementari, Comune di Firenze, «Un Menu per tutti. L'alimentazione al nido: un pranzo a misura di bambino».
    SCHUHL C., «Les repas en crèche. Observations et innovations autour du repas», Métiers de la Petite enfance, mai 2013.
    MAUVAIS P., «Savoir dire non ou du bon usage des règles et des limites».
    TARDOS A., «Regole e limiti negli asili nido: acquisizione dei comportamenti sociali»TARDOS A., «Regole e limiti negli asili nido: acquisizione dei comportamenti sociali»