Avrei voluto parlare delle attività per bambini sulla natura, proseguendo il percorso sul metodo Montessori, ma mi rattrista il fatto che, oggi e in futuro, i bambini non abbiano l’opportunità di esplorare la natura senza imbattersi in una marea di rifiuti. Per questa ragione, ho deciso di fare una breve pausa dalle proposte di gioco e di raccontarti le nostre passeggiate ecologiche sul lungo mare.

Raccogliere i rifiuti dalla spiaggia dà un senso liberatorio e, al contempo, un gran senso d’impotenza. Se da una parte ci si ritrova con i sacchi pieni di cose gettate, dall’altra parte non si smette di considerare che c’è ancora un mondo completamente sommerso da discariche a cielo aperto. Ti senti proprio una piccola goccia nell’oceano, eppure, continui a raccogliere che, in fin dei conti, male non fa.

pulire le spiagge volontariato

La gente spesso t’ignora, e mi sta bene che ci sia chi voglia godersi le vacanze steso beato sotto l’ombrellone. Il fatto è che non so come si possa stare realmente bene continuando a sdraiarsi tra i rifiuti. Alcune persone ci hanno fermato per ringraziarci e condividere i loro gesti ecologici. Questo è già un buon segno.

Quest’estate eravamo nelle Marche. Sulla spiaggia di Grottammare abbiamo incontrato alcuni volontari del progetto “Riprendiamoci la spiaggia. La pacchia è finita”. Ci siamo attrezzati per compiere, a nostra volta, delle passeggiate ecologiche. Secondo un’indagine di Legambiente (Beach litter) sui nostri litorali ci sono ben 8 rifiuti ad ogni passo, l’84% dei quali è composto di plastica.

Quando vengono coinvolti nelle tematiche ambientali, i bambini mostrano un interesse innato per l’ecologia. Durante le lunghe passeggiate chiacchieravamo parecchio. Parlavamo di natura e di come gli esseri umani, in pochi anni, avessero così profondamente inquinato la terra. Si chiedevano come mai i fumatori non riuscissero proprio a comprendere quanto fossero fastidiosi quei mozziconi abbandonati sulla spiaggia (beh, io stessa ho iniziato a ripulire il pezzo di spiaggia in cui mi sdraiavo perché odiavo stendere l’asciugamano sopra i resti delle sigarette).

Abbiamo camminato per chilometri e i bambini avrebbero voluto continuare anche quando era il momento di ritornare indietro. Durante il tragitto abbiamo trovato davvero di tutto: bottiglie di plastica, pezzi di palloncino (probabilmente quelli che lasciamo volare in cielo), bottiglie di vetro, giocattoli, giochi da spiaggia, stoviglie usa e getta, sacchi e sacchetti, polistirolo, cannucce, lattine, contenitori di plastica…

Liberare la spiaggia da tutti quei rifiuti è stato davvero catartico. Ci si sente meglio al pensiero che magari qualche animale non avrebbe corso il rischio di ingerirli. Pensare invece a tutta la nostra incuria, al consumo esagerato di oggetti usa e getta, al fatto che tre bambini, al posto di raccogliere pattumiera abbandonata, avrebbero potuto osservare la natura; fa davvero male al cuore.

L’unica certezza è che cresceranno con una sensibilità ecologica certamente maggiore delle generazioni precedenti.

Il kit che abbiamo organizzato per partire in spedizione nelle passeggiate ecologiche è davvero semplice: guanti in lattice e sacchetti. Nel coinvolgere i bambini bisogna avere l’accortezza di non lasciarli mai andare in avanscoperta. Nonostante i guanti, per la loro sicurezza, non tutto può essere raccolto.

Scrivimi se desideri avere altre informazioni o per raccontarmi la tua esperienza ecologica.