Giocare, l’esperienza più naturale al mondo. Le teorie sull’argomento presentano ancora numerose lacune e interruzioni, seppure, il punto di partenza condiviso dagli studi è certamente questo: il gioco si presenta come un comportamento spontaneo, necessario e con un’evoluzione progressiva, è intrapreso fin dalla nascita per orientarsi nel proprio ambiente. Azioni correlate al gioco sono presenti nei cuccioli del regno animale così come nei bambini.

Il senso del gioco nel primo anno

Nel corso del primo anno di vita il termine “gioco” coincide con l’esplorazione degli oggetti, dell’ambiente e delle persone. Il bambino osserva e intraprende un’operosa interazione con il mondo circostante, ripete gesti, movimenti e manifesta soddisfazione in ciò che fa. Lo psicologo Jean Piaget, studioso dello sviluppo mentale del bambino, ha descritto come, nell’età evolutiva, il processo di assimilazione aggiunge esperienza agli schemi mentali precedentemente acquisiti. Se ci pensiamo, nel solo anno dopo la nascita il bambino raggiunge competenze straordinarie.

C’è chi ancora reputa necessario dover “stimolare” il bambino durante la crescita o, ancor peggio, dovergli insegnare il movimento che è alla base della nostra vita sulla terra. Emmi Pikler spiega invece come lo sviluppo del bambino sia già parte del suo patrimonio innato e come il piccolo sia in grado di raggiungerlo autonomamente. E’ sufficiente dargli tempo.

Nel prendersi cura della crescita del neonato si dovrebbero sostituire i verbi come stimolare, insegnare, sollecitare, spingere, incoraggiare, spronare, con questi altri: sostenere, accompagnare, predisporre, osservare, agevolare, favorire. Un piccolo cambiamento di vocabolario capace di generare una grande trasformazione nell’approccio educativo.

Come educatrice mi trovo continuamente a riflettere su ciò che fa la differenza nel buon esito di una proposta di gioco. Osservare il comportamento dei bambini, sapere attendere senza intervenire, conoscere prima di proporre; sono sicuramente alcuni ingredienti indispensabili per realizzare situazioni ed esperienze di gioco e apprendimento, capaci di coinvolgere e di sostenere lo sviluppo motorio e cognitivo dei bambini. Mettersi nei panni del bambino richiede un grande impegno oltre che la volontà di ritrovare il bambino che siamo stati. Quello sguardo poco condizionato ci permette di rivedere da capo il mondo. Un lavoro alla base dell’approccio empatico e di ascolto.

Fin dai primi mesi di vita i bambini sono particolarmente attratti dagli oggetti che fanno parte della quotidianità. Compiono numerosi tentativi per afferrarli, incontrando non di rado la contrarietà dell’adulto. Questo è il periodo in cui l’esplorazione del mondo è veicolata principalmente dal movimento e dai sensi. I piccoli si muovono un po’ alla volta, un susseguirsi di gesti preparatori a conquiste motorie successive, fino a raggiungere la capacità di sollevarsi e poi di camminare. Uno spazio adatto ad accogliere le sue prove e i suoi spostamenti – come un grosso tappeto o una palestrina per neonati allestiti sul pavimento favorisce l’esperienza del movimento.

Da queste considerazioni ecco alcuni suggerimenti per allestire gli spazi di gioco e realizzare gli oggetti da proporre al bambino nel primo anno di vita.

Il gioco delle SCATOLINE SONORE

Il primo gioco del bambino dopo la nascita è, citando Elinor Goldschmied, il corpo della persona che si prende cura di lui. Il tatto, lo sguardo, l’odore e il suono. Su quest’ultimo, possiamo facilmente osservare quanto il piccolo sia attento e sensibile verso i rumori percepiti. Alcuni possono essere rassicuranti, altri spaventosi. All’improvviso scopre di poter produrre lui stesso dei suoni e ripeterà quel gesto attraverso il quale ha ottenuto un risultato (sonoro). Uno dei primi giochi che possiamo dare al bambino è semplicemente il classico sonaglio, anche realizzato in casa con bottigliette o piccole scatole.

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Il suono ha una duplice valenza durante la crescita del piccolo. Da una parte rientra nell’ambito dell’esperienza percettiva, capace di far orientare il bambino nelle situazioni e nei luoghi; dall’altra parte invece ricopre un ambito più strettamente emotivo, che lo riconduce a situazioni più o meno piacevoli. Il repertorio dei suoni non è solamente quello che il bambino riceve dall’ambiente, ma si arricchisce con il progredire delle sue capacità di riprodurre rumori attraverso il movimento di un oggetto, d’imitare un effetto acustico, una voce, e infine, con il linguaggio.

Ho realizzato alcune scatoline sonore per il neonato con questo materiale:

  • alcune scatoline di metallo da circa 8×5 cm e alte circa 1-1,5 cm, come le confezioni delle caramelle;
  • materiale che produce rumore, di piccole dimensioni e di varia natura (legumi, tappi di metallo, sabbia, cereali, pasta, pietrine, bottoni, ecc…);
  • ritagli di stoffe in cotone lavati e di diverse tonalità, anche recuperati da vecchi abiti, tovaglie, tende, ecc…
  • ago e filo per cucire i ritagli di stoffa che rivestiranno le “scatoline sonore”.
  • un cestino rivestito dove disporre le scatoline sonore (facoltativo).

Il gioco delle BOTTIGLIETTE SONORO-VISIVE

I giochi più interessanti per il bambino del primo anno di vita, come abbiamo detto, sono quelli che comprendono oggetti e attività che sostengono lo sviluppo sensoriale, l’esperienza motoria e la crescita cognitiva. Il primo periodo di vita si caratterizza infatti da una spiccata tendenza all’esplorazione dell’ambiente svolta, in particolar modo, attraverso i sensi e il movimento. Proprio dalla quotidianità, possiamo raccogliere e costruire Il materiale adatto ad accompagnare i primi mesi di vita del bambino e le sue propedeutiche scoperte. Le bottigliette Sonoro-Visive rappresentano una proposta di gioco semplice ed economica, adatta ai bambini dai 3-4 mesi di età.

La tipologia di materiale è scelto per stimolare l’interesse visivo (attraverso l’uso dei colori e delle forme) e sonoro (tramite il movimento della bottiglietta e la conseguente produzione di rumore). Per costruire il gioco si può utilizzare:

  • Bottigliette di piccola e di media misura, i flaconi di creme, shampoo, bagnoschiuma e altri prodotti da bagno; le bottiglie delle bibite da 1/2 lt e ogni contenitore o bottiglia che può essere adatto allo scopo. I contenitori devono essere trasparenti in modo che il bambino possa fare esperienza visiva con ciò che c’è all’interno. 
  • Nastri colorati, ad esempio quelli in raso che decorano le bomboniere.
  • Materiale vario per riempire i contenitori raccolti: legumi e cereali (ceci, fave, lenticchie, fagioli, riso, kamut, orzo, ecc.), conchiglie di piccole dimensioni (devono passare dal collo della bottiglia), cannucce colorate (da tagliare in pezzi lunghi 2-3 cm), sabbia (bianca o colorata), sassolini di vario tipo, vecchia bigiotteria dismessa, acqua colorata con le tempere, pasta piccola, ecc.
  • (facoltativo) un cesto, o scatola, nella quale raccogliere e mettere a disposizione dei piccoli le diverse bottiglie, creando un centro d’interesse.

I contenitori sono riempiti al massimo per 1/3 della loro capienza, così da non essere troppo pesanti per il bambino che li solleva e li scuote (e che ha appena iniziato ad afferrare gli oggetti).

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Il gioco del CESTINO DEI TESORI

Un’altra attività in cui troviamo presto i piccoli assiduamente impegnati, è quella di portarsi la mano davanti al viso per osservarla. Poi proveranno ad afferrare gli oggetti, molti di questi attiveranno la loro curiosità. Si fermano a osservare un mazzo di chiavi, il portafoglio, il pelucchio di un tessuto, un’etichetta, un pentolino. Poter tenere tra le mani questi oggetti straordinari, è una grande conquista.

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Immagine tratta dal video “Sei mesi e già al lavoro – Il Cestino dei Tesori”, amicidielinor.it

Quante volte abbiamo visto i bambini preferire un mazzo di chiavi al nuovissimo e coloratissimo giocattolo comprato apposta per loro. Diverse aziende produttrici di giochi per l’infanzia hanno creato prototipi di mazzi di chiavi partendo proprio dall’interesse manifestato dai piccoli verso gli oggetti più comuni. Purtroppo, le chiavi giocattolo non hanno lo stesso sapore! Seguendo la scelta operata dal bambino, nei centri per l’infanzia si utilizza, nelle proposte di gioco, una selezione di oggetti “veri”, adatti al gioco esplorativo a seconda dell’età del bambino.

Anche a casa, dal momento in cui il bambino riesce a stare seduto, possiamo mettergli vicino alcuni cestini allestiti con oggetti di diverso tipo. Un gioco come il Cestino dei Tesori, descritto dalla pedagogista Elinor Goldschmied, consente al bambino di poter esplorare le cose reali, in tutta sicurezza. Il materiale scelto si trova nel cestino a sponde alte (ciò consente al bambino di potersi appoggiare per frugare all’interno) ed è di vario tipo, forma e grandezza. Un gioco che offre una preziosa esperienza sensoriale (oggetti ruvidi, lisci, morbidi, solidi, in legno, stoffa, metallo, pelo, e così via).

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Il gioco della BORSA DELLA MAMMA

Simile al cestino dei tesori è il Gioco della Borsa della Mamma, una selezione di oggetti sempre raccolti dal quotidiano, ma questa volta seguendo “un tema”. Vi è mai capitato di scoprire il vostro bambino intento a tirare fuori tutte le cose che avete nella borsa? Ecco lo spunto della proposta: offrire al piccolo esploratore un prototipo della borsa e del suo contenuto (pettine, chiavi, borsellino, agenda e così via). È un gioco che favorisce la naturale propensione del bambino a esplorare gli oggetti del suo ambiente ed è propedeutico al gioco simbolico (“fare finta di”) e di imitazione. Se in un primo momento i bambini saranno soprattutto interessati a frugare tra gli oggetti che trovano nella borsa, inizieranno poi a giocarci imitando l’uso che ne fanno gli adulti. Ad esempio, indosseranno la borsa sulla spalla, si specchieranno, faranno finta di rispondere al cellulare, di usare il portafoglio e così via.

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L’idea di organizzare una borsa della mamma come attività ludica nasce proprio dalla curiosità che i bambini hanno sempre mostrato nei confronti di questo misterioso contenitore che le mamme si portano appresso. Prendendo spunto dal loro interesse possiamo preparare una borsa della mamma dedicata esclusivamente al gioco dei bambini di 8-10 mesi. Anche in quest’attività si utilizza materiale recuperato tra le mura di casa, facendo come sempre attenzione a selezionare soltanto oggetti adeguati, che non mettono a repentaglio l’incolumità del piccolo.

Procura una borsa abbastanza spaziosa e semirigida, preferibilmente un modello “bauletto”. Meglio sceglierne una tra quelle che già possiedi, non solo per motivi di risparmio e riciclo, ma soprattutto per offrire al bambino un oggetto reale, non stereotipato. Dentro la borsa il bambino potrebbe trovare:

  • un portafoglio e, al suo interno, delle tessere plastificate come le carte fedeltà di alcuni negozi e supermercati;
  • un portamonete o un borsellino. Possiamo spaziare tra le diverse tipologie di chiusura: con la cerniera, la calamita, il bottone, i tasti dei modelli vintage, ecc.;
  • un mazzo di chiavi con portachiavi;
  • un paio di occhiali con la custodia;
  • uno specchietto;
  • una spazzola o un pettine;
  • un telefono cellulare vecchio (avendo cura di togliere la batteria);
  • un fazzoletto di stoffa;
  • un’agenda di piccole dimensioni;
  • una limetta per le unghie in cartone;
  • un pennello per il trucco;
  • una scatolina delle caramelle in metallo;
  • un flacone vuoto dello shampoo (schiacciandolo esce l’aria profumata!).

Lo stesso gioco potrebbe avere un tema diverso. Possiamo preparare “la valigia per viaggiare”, “la borsa della spesa”, “il borsello di papà”, eccetera, eccetera, eccetera.

Una semplice e propedeutica attività di TRAVASO

Dopo il sesto mese, quando il bambino è in grado di stare seduto e si diverte a mettere e togliere gli oggetti in contenitori, possiamo preparare e proporre al bambino un semplicissimo travaso. A tal proposito ci serviranno:

  • Un capiente cestino (come quello utilizzato per il Cestino dei Tesori oppure una semplice bacinella.
  • Un’ampia raccolta di coperchi di metallo, oppure tappi di plastica o cucchiaini.
  • Alcuni barattoli e scatole di metallo di diverse dimensioni.

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I tappi in metallo sono tra quegli oggetti che piacciono molto ai bambini. In effetti, infilare una manina in un catino colmo di coperchi metallici è piacevole al tatto e all’udito. I tappi, se agitati, suonano, tintinnano. Fanno rumore anche quando premiamo la valvola al centro: ticche, ticche, tacche. 

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Ora dimmi, quali di questi giochi farai provare al tuo bambino o bambina?

Approfondimenti:
Amici di Elinor