Tra le figure del rinnovamento pedagogico d’inizio Novecento, Maria Montessori è stata indubbiamente una delle più influenti. Coltivo da tempo l’idea di condividere una raccolta di articoli per rivisitare le proposte di gioco e le pratiche educative tratte delle opere degli studiosi che più hanno influito nel mio modo di riflettere l’infanzia. Mi piacerebbe anche sconfinare, spingermi verso l’approfondimento di esperienze e riflessioni sorte in altri angoli del pianeta. Un giorno, chissà.

L’approccio pedagogico di Maria Montessori

Ma se da qualche parte bisogna pur cominciare, debutto inoltrandomi nella complessa opera di Maria Montessori, quella che, a tutti gli effetti, potrebbe essere considerata l’abc (ovviamente scritto in lettere sagomate) di ogni intervento rivolto a conoscere e ad approfondire i bisogni più autentici del bambino. Chi sta seguendo il profilo Instagram del blog, avrà notato alcune anteprime di allestimenti di attività ispirate proprio al metodo della pedagogista di Chiaravalle.

Per rispondere alla domanda del titolo, ebbene sì, sicuramente i bambini hanno ancora bisogno di qualcuno che si approcci loro come ai tempi fece Maria Montessori.

Pubblicherò una serie di articoli dedicati al metodo Montessori, che seguiranno questo introduttivo, nei quali troverete alcune proposte di attività, descritte con un approccio pratico, che possano essere d’ispirazione a chi si occupa di progettare percorsi educativi, così come alle famiglie con bambini piccoli.

Ma, ancor prima di mettere le mani in pasta (farina e acqua potrebbero andar bene), devo fare alcune premesse fondamentali in merito all’approccio montessoriano. La prima considerazione riguarda l’ampia diffusione degli ultimi anni di tutta una serie di prodotti ludico-educativi che proclamano la loro qualità in quanto giochi “Montessori”, con il cognome spesso inserito direttamente all’interno del brand. Eppure, il metodo realizzato dalla pedagogista italiana non dovrebbe mai essere considerato alla stregua di un gioco in scatola.

Nonostante potrebbero essere citazioni in suo onore, credo che nemmeno lei ne andrebbe fiera, considerando che, soprattutto negli ultimi anni di vita, incoraggiò i suoi seguaci a riflettere e a modificare il suo metodo, al fine di permettere alla pedagogia di essere sperimentale e di evolvere accanto all’umanità e alla sua storia futura. Attraverso la sua opera, Maria Montessori ha sviluppato una visione scientifica della pratica pedagogica, al fine di conoscere le caratteristiche dell’apprendimento dei bambini e migliorarne le condizioni attraverso gli strumenti dell’osservazione, della sperimentazione e della verifica. Per questo, in educazione, nulla può essere considerato come dato una volta per tutte o eseguito come se si trattasse di un’attività unilaterale, definita aprioristicamente dall’esterno.

aula secondo il metodo montessori

Da questo ne consegue una seconda considerazione ancora più fondamentale: la necessità di pensare ai bambini che si hanno davanti e di partire proprio da questi per progettare l’intervento educativo. Ogni bambino presenta potenzialità infinite e uniche e l’adulto ha il compito di accompagnarlo per favorire la comparsa dei suoi talenti, delle sue inclinazioni e delle sue attitudini, nel rispetto della spontaneità e dei bisogni conoscitivi che fanno parte della sua natura. L’ambiente, i materiali e il ruolo dell’adulto (maestro, educatore, genitore…), sono le variabili che concorrono a innescare il naturale processo di apprendimento del bambino.

Prima di concludere le tante premesse (ma ce ne sarebbero, uff, altre e altre ancora da fare), vi lascio alcuni punti che caratterizzano la pedagogia montessoriana (e che definiscono, con declinazioni spesso affini, altri contributi dell’attivismo pedagogico) da ricordare e da appendere in una bacheca, anche immaginaria.

  • Nella pratica educativa montessoriana nulla è lasciato al caso. Lo spazio, ad esempio, è organizzato per permettere il movimento libero del bambino, l’autonomia e l’uso progressivo del materiale messo a disposizione.
  • L’ambiente e i materiali sono curati, esteticamente belli e ordinati. Inoltre, promuovono l’autonomia del bambino, attraverso l’accessibilità e la fiducia data dall’adulto.
  • I materiali proposti sono autocorrettivi, ossia contengono la soluzione per correggere l’errore che è considerato un elemento fondamentale nel processo di apprendimento.
  • L’apprendimento è facilitato dall’esperienza diretta (che vale più di mille parole!)

Le parole non sono sempre necessarie; molto spesso basta mostrare come l’oggetto va usato. Ma quando è necessario parlare e iniziare il bambino all’uso del materiale di sviluppo e cultura, la caratteristica della lezione dev’essere la brevità; la perfezione consiste nella ricerca del minimo necessario e sufficiente. Una lezione si avvicina alla perfezione quanto maggiore è il numero delle parole che riusciamo a risparmiare.

Maria Montessori, “La scoperta del bambino”
  • L’ambiente dev’essere familiare, il bambino deve sentirsi a suo agio, proprio come se si trovasse a casa.
  • Dopo aver organizzato lo spazio e i materiali, l’adulto ha un ruolo apparentemente passivo. Osserva da un lato della stanza il modo in cui i bambini interagiscono con i materiali e con i pari. Non interferisce nelle loro attività e interviene solo in casi limite.

vita pratica montessori

I vassoi ispirati alla pratica montessoriana

Ho riscoperto l’analisi del materiale di gioco e di apprendimento così come è stata proposta da Maria Montessori, realizzando una serie di vassoi allestiti non soltanto con gli strumenti per il travaso (il più classico dei vassoi montessoriani) ma con una serie di attività appartenenti a queste macro-categorie:

  • Esercizi di vita pratica, le esperienze che riguardano la cura della persona, della casa e le abilità nei mestieri.
  • Attività senso-motorie, tutte le proposte che sostengono lo sviluppo dei sensi e della motricità fine (l’uso della mano, la coordinazione del corpo e della mano con la vista).
  • Esperienze culturali-scientifiche, ne fanno parte, ad esempio, le attività logico-cognitive, pre-scolastiche, grafico-pittoriche, geografico-spaziali, e via dicendo.
  • La natura nell’educazione, l’esplorazione diretta dei processi che avvengono in natura.

set travaso montessoriano
Set per il travaso montessoriano su Etsy

I vassoi, organizzati per le diverse attività, sono disposti sugli scaffali bassi, in modo che il bambino possa servirsene autonomamente, giocarci, riordinare il materiale e riporli al loro posto. Qualora un bambino fosse interessato allo stesso materiale già scelto da un compagno, sarà invitato a osservarne l’uso in attesa del suo turno. Guardare ciò che fanno gli altri è un prezioso momento di apprendimento.

Tra il materiale e gli strumenti selezionati per le attività montessoriane dei prossimi articoli, ci sarà la quasi totale assenza di plastica. Di questa scelta ve ne parlo in maniera approfondita qui: “Giocare senza plastica”.

Approfondimenti bibliografici

Concludo invitandovi a scrivermi le vostre domande e segnalandovi una raccolta di approfondimenti bibliografici su Maria Montessori.

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