Nel 1992, in occasione della vincita del premio Nobel, il fisico francese Pierre-Gilles de Gennes (1) terminò la sua conferenza citando una poesia di metà 700 dedicata alla souffleuse de savon (tra gli argomenti della sua relazione) e definì questo particolare materiale come «la delizia dei nostri bambini».
In effetti è innegabile l’attrattiva che le bolle di sapone suscitano nei bambini di ogni epoca e di ogni parte del mondo. Così, queste sfere delicate e trasparenti, rappresentano probabilmente uno dei giochi popolari più diffusi. In che modo il bambino si interessa alle bolle di sapone? A partire da quale età?

Le bolle di sapone nel primo anno di vita. La proposta nella sala lattanti/piccoli al nido d’infanzia

La nota ricetta “base”, composta da una semplice miscela di acqua e sapone per i piatti, è preparata all’interno di un barattolo con bacchetta per soffiare. Un soffio che incanta i bambini dalla più tenera età (primo anno di vita). Le strane forme rotonde che svolazzano nell’aria suscitano la loro spontanea curiosità. Compaiono le prime bolle e i piccoli si avvicinano all’adulto che le sta creando; chi camminando, chi strisciando e chi gattonando. Seguono con gli occhi il breve volo fino alla magica scomparsa e partecipano attivamente a questa esperienza che coinvolge la vista, l’olfatto, il tatto. L’entusiasmo dei piccolini si esprime attraverso il movimento del corpo. Cercano di afferrarle quando sono sopra le loro teste, poi capita che, di tanto in  tanto, qualche bolla più resistente finisce sul pavimento o sopra di loro e rimane integra per alcuni secondi prima di scoppiare e svanire nel nulla. I piccoli si divertono semplicemente ad osservare questo bizzarro fenomeno che inizia con un’azione, quella del soffiare, fatta da un adulto per loro importante.

Immagine tratta da cutebabypictures

Nell’organizzazione pratica di questa proposta al nido d’infanzia vi sono spesso diversi pareri sul “dove” proporre l’attività: dentro o esclusivamente all’aria aperta? Si tratta perlopiù di una questione sulla “sporchevolezza” delle bolle che, cadendo a terra, bagnano e insaponano il pavimento, rendendolo scivoloso. Ma a ben riflettere, qualche bolla di sapone che finisce a terra non può creare un danno tanto grave o un pericolo tale da dover negare ai bambini la piacevolezza di quest’esperienza. Si potrebbe ovviare alla scivolosità, ad esempio preparando della carta assorbente da passare velocemente sul pavimento al termine dell’attività. L’educatore/trice è seduto/a a terra con i bambini intorno. In questo modo le bolle nascono già all’altezza dei piccoli e possono cercare di afferrarle.
La proposta delle bolle di sapone in sala lattanti rappresenta un metodo efficace per ottenere un momento raccolto con i piccoli in un angolo scelto della sala, soprattutto nel tempo che intercorre tra un’attività e l’altra. Proposto all’esterno, il gioco delle bolle di sapone si arricchisce di variabili: l’aria che le fa volare più veloci, la luce del sole che riflette e le colora, la possibilità di bagnarsi, …

Le bolle di sapone nel secondo anno di vita. La proposta nella sala semidivezzi/medi al nido d’infanzia

Una volta cresciuti i bambini non si accontenteranno più di stare a guardare l’adulto fare le cose: vorranno provare a loro volta. Quando l’educatore soffia nel cerchio per realizzare le bolle di sapone, il bambino del secondo anno chiederà di afferrare la bacchetta per creare da sé il fenomeno nato da quella semplice miscela. Durante i numerosi tentativi (almeno all’inizio) si realizza un importante acquisizione motoria nel bambino: imparare a soffiare. I bambini apprendono come fare uscire l’aria dalla bocca, come coordinare le labbra e il respiro e come dosare e calibrare la forza necessaria, che non deve essere né troppa né poca. Nella nostra lingua il bambino riceve il verbo soffiare – soprattutto al suo imperativo – sia quando ha bisogno di liberare il naso dal muco, sia per raffreddare un pasto troppo caldo. E’ comprensibile la confusione iniziale dei due sistemi (bocca e naso) così, capita che durante un raffreddore, alla richiesta di soffiare nel fazzoletto facciano uscire l’aria dalla bocca. Il desiderio di creare le bolle di sapone può essere sostenuto proponendo la seguente attività di gioco:

  • preparare la miscela di acqua e sapone all’interno di bacinelle, meglio se trasparenti così che possano osservare ciò che avviene.
  • dare ad ogni bambino una cannuccia
  • soffiando dentro l’acqua i bambini realizzeranno delle “strutture di bolle” e potranno immergere le mani per sperimentarne la consistenza.
  • è possibile via via aumentare il materiale utile per fare esperimento: tubi, imbuti, cannucce, un anello di fil di ferro avvolto nella garza, ecc…(2)

bolle di sapone

Le bolle di sapone nel terzo anno di vita. La proposta nella sala divezzi/grandi al nido d’infanzia

Abbiamo iniziato dall’esplorazione di semplici bolle di sapone e siamo arrivati in sala grandi. I bambini del terzo anno di vita, ormai abili soffiatori, avranno modo di sperimentare alcune varianti, che arricchiscono la ricetta “base” di nuovi ingredienti, materiali e obiettivi. Ad esempio, si può organizzare un laboratorio di pittura su carta con le bolle di sapone:

  • preparare una miscela di acqua, sapone e zucchero;
  • aggiungere il colore (tempera o colorante alimentare);
  • organizzare i seguenti materiali per ciascun bambino: cannuccia lunga, recipiente di plastica, carta da disegno;
  • i bambini soffieranno all’interno del contenitore utilizzando la cannuccia;
  • si formeranno delle bolle. Quando queste saranno molte, il bambino vi appoggerà sopra il suo foglio, come se dovesse scoppiarle con questo. Magicamente, le bolle rimarranno impresse sulla carta.
bolle di sapone
Note:
(1) P.G. de Gennes, Soft matter, Science, vol. 256, 24 aprile 1992, pp. 495-497. Fonti: M. Emmer, Bolle di sapone: altro che gioco da bambini!, PD GIUBBONARI; A. Massarenti, La magia matematica delle bolle di sapone, Il Sole 24 ore
(2) C. Cardo, B. Vila, S. Vega, Nido d'infanzia 4. Attività di manipolazione ed esplorazione, Erickson, Trento, 2011, pp. 80-83